La Fiom-Cgil lancia un appello ai parlamentari siciliani contro la quotazione in Borsa di Fincantieri. Già raccolte 354 firme tra i dipendenti del cantiere navale di Palermo Sono già 354 i lavoratori del Cantiere navale di Palermo, dipendenti di Fincantieri, che hanno firmato un appello a Romano Prodi per non dare corso al progetto di privatizzazione e di quotazione in Borsa del gruppo. La Fiom Cgil di Palermo, le Rsu e i membri del direttivo di Fincantieri esprimono soddisfazione e sottolineano che sia già un ottimo successo che il 65 per cento dei dipendenti di Fincantieri abbiano sottoscritto l’appello. «L’appello oltre che dai dipendenti di Fincantieri è stato sottoscritto da altri 285 lavoratori dell’indotto - dichiara Francesco Piastra, segretario Fiom-Cgil di Palermo - Nei prossimi giorni la raccolta continuerà e siamo certi di andare oltre questo primo risultato, che già di per sé è soddisfacente». Le firme, assieme a quelle raccolte negli altri cantieri d’Italia, saranno consegnate al presidente del Consiglio Romano Prodi al termine della manifestazione nazionale del 15 giugno a Roma. «Il fatto che i lavoratori non solo a Palermo ma anche negli altri cantieri italiani si siano pronunciati contro la decisione di quotare il gruppo in Borsa dovrebbe indurre a una presa di posizione i deputati nazionali eletti in Sicilia, soprattutto quelli della maggioranza di governo - aggiunge Piastra - I parlamentari siciliani del centrosinistra, per le responsabilità che hanno, devono fare in modo che il governo sospenda l’avvio delle procedure di quotazione in Borsa. Chiediamo che si faccia ogni sforzo anche per riattivare la trattativa sul piano industriale. E’ un piano sul quale la Fiom ha già espresso le sue riserve, perché prevede solo delocalizzazioni e non il rafforzamento dei cantieri. La Fiom si aspetta che dai deputati eletti in Sicilia arrivi un’iniziativa politica per evitare i pericoli che il sindacato ha già denunciato».
Palermo, 7 giugno 2007 |