Claudio Sabattini
nasce a Bologna il 28 aprile 1938 da Arduino e Aurora Bonaveri da famiglia
comunista e antifascista perseguitata già negli anni 30 e per questo esule per
2 anni in Francia. Il padre partecipa alla lotta partigiana come gappista
insieme allo zio paterno che è stato tra i fondatori del Pci a Bologna.
Nell’infanzia di Claudio particolare rilievo assume il rapporto profondo con
la zia Nerina, staffetta partigiana.
Claudio frequenta il liceo classico da cui esce con un riconoscimento altissimo
e poi la facoltà di filosofia all’Università. Si laurea con il professor
Santucci con il massimo di riconoscimento con una tesi sul pensiero di Rosa
Luxemburg.
Inizia molto presto la militanza politica nella Fgci (dopo aver partecipato alla
esperienza dei Pionieri) da dove partecipa attivamente nel 1956 alla travagliata
discussione sui fatti di Ungheria.
Eletto nel ’59 segretario della Fgci di Bologna (che in quel periodo organizza
20.000 iscritti in gran parte operai e apprendisti) e regionale dell’Emilia-Romagna.
Il suo ruolo in questa veste è decisivo nella elezione nel ’61 di Achille
Occhetto segretario nazionale della Fgci.
Fece parte del gruppo dirigente che caratterizzò in quel periodo la Fgci su una
linea di ricerca autonoma, antistalinista e innovatrice.
Nel 1965 fu oggetto di un grave incidente accaduto in una sezione del Pci con
conseguenze che si protrassero fino alla fine del ’66.
In questi anni partecipa alla discussione interna al Pci schierandosi con Pietro
Ingrao in una posizione di riflessione critica.
Nel 1967 entra nell’apparato della Camera del lavoro di Bologna e
successivamente entra nella segreteria diretta da Sighinolfi.
In questo periodo Claudio guida e costruisce l’esperienza fondamentale della
Sezione universitaria comunista (Suc) Jaime Pintor.
La Suc si caratterizza per la riflessione, la ricerca e la pratica critica sul
sistema dell’Unione sovietica, sulla teoria leninista e le sue radici nella II
Internazionale.
Nel ’68 in seguito alle vicende cecoslovacche la Suc vota un documento che
definisce "non riformabili" il sistema dei paesi a socialismo reale.
Attua nel contempo la valorizzazione e il recupero delle istanze libertarie e
democratiche di Rosa Luxemburg, di Karl Korsch, insieme all’attenzione per la
riflessione dei "Quaderni rossi" di Panzieri.
Il ruolo che la Suc svolge nel corso di questi anni ’67-69 è ampiamente
riconosciuto in tutto il movimento studentesco. Bologna è una delle poche
realtà, se non l’unica, in cui una struttura del Pci partecipa appieno alle
lotte del movimento studentesco e operaio e costruisce tra di loro un rapporto.
Dal ’61 al ’69 Claudio Sabattini viene eletto per due volte Consigliere
comunale a Bologna nella lista del Pci. Si dimette nel ’69 applicando le norme
statutarie della Cgil che ritengono incompatibili la responsabilità politica e
quella sindacale.
Nel 1970 Claudio diventa segretario generale della Fiom di Bologna che si
caratterizza per l’iniziativa sindacale e contrattuale su cottimo, ambiente e
democrazia.
Sono parte integrante di questa esperienza la ricerca, l’analisi e la pratica
contrattuale sulle piccole medie imprese e sul decentramento, il rapporto
lavoro-studio e le 150 ore, le richieste del contributo dell’1% da parte delle
imprese per contribuire al finanziamento dei servizi sociali.
Nel ’74 nasce il figlio Simone con il quale si determina un rapporto profondo.
Nello stesso anno viene eletto segretario generale della Fiom di Brescia, un’esperienza
importante di direzione e fondamentale per Claudio in particolare in quanto
instaura un rapporto con i lavoratori della siderurgia. In questo periodo è a
Brescia quando nel corso di una manifestazione avviene l’attentato
terroristico a Piazza della Loggia che provoca una strage.
Nel 1977 Claudio Sabattini viene eletto nella segreteria nazionale della Fiom e
assume l’incarico di responsabile della Fiat e dell’auto. Di particolare
rilievo la gestione della vertenza Fiat di tutta questa fase ('77-'79-'80), la
conquista della mezz’ora di pausa per i turnisti e l’accordo sui gruppi di
produzione all’Alfa Romeo.
Guida la giusta lotta dell’80 alla Fiat contro la ristrutturazione e la cassa
integrazione a zero ore.
Successivamente accetta la proposta di entrare a far parte della segreteria
regionale della Cgil della Calabria, ma la proposta non viene accettata e quindi
per un breve periodo entra nella segreteria della Camera del lavoro di Genova.
Subito dopo torna in Emilia-Romagna dove collabora per un lungo periodo con l’Ires.
Nel 1984 Claudio viene nuovamente chiamato a Roma, in una prima fase nell’ufficio
industria dove svolge un ruolo centrale nella realizzazione del Protocollo Iri
sulle relazioni industriali, estremo tentativo per affermare un’alternativa a
quanto stava ovunque imponendosi.
Successivamente diresse l’Ufficio internazionale della Cgil, dove ha profuso
grande impegno sulla questione palestinese.
Nel 1989 viene eletto nella segreteria regionale Cgil del Piemonte di cui
diventa segretario generale nel 1991.
Nel ’93, dopo un lungo periodo, riprendono gli scioperi alla Fiat a fronte
dell’ennesimo processo di ristrutturazione e licenziamenti collettivi.
Nel 1994 Claudio Sabattini viene eletto segretario generale nazionale della Fiom
e contribuisce in modo assolutamente decisivo al rilancio di ruolo e funzione
della Fiom in primo luogo nel rapporto con i lavoratori.
La Fiom partecipa da subito al movimento contro l’attuale globalizzazione
sulla base di una precisa analisi sul rapporto tra processi politici e sociali
nazionali e internazionali.
Democrazia, contrattazione, indipendenza, pace sono gli aspetti centrali su cui,
a partire dal Convegno di Maratea nel ’95, si apre un percorso di crescita e
di radicamento della Fiom tra le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici. La
democrazia diventa oggetto di identità della stessa Fiom, mentre si sviluppa
contro la Fiom la pratica degli accordi separati e dell’offensiva contro i
diritti.
Nel 2002 a seguito della scadenza statutaria, Claudio Sabattini lascia l’incarico
di segretario generale della Fiom e viene proposto come segretario generale
della Cgil della Sicilia.
Le opposizioni registrate nei confronti di questa proposta hanno portato la Fiom
nazionale a proporre Claudio Sabattini segretario generale Fiom della Sicilia
contando sulla sua assoluta disponibilità.
Nel 2002 Claudio Sabattini viene eletto all’unanimità segretario generale
della Fiom della Sicilia e svolge un ruolo di grande importanza nel merito delle
scelte sulla vertenza Fiat tutt’ora in corso e in particolare nella gestione
della lotta dei lavoratori della Fiat di Termini Imerese.
Segreteria Fiom nazionale