Lettera di Romano Prodi a Guglielmo Epifani
Carissimo Guglielmo, desidero esprimere un vivo apprezzamento per la scelta del Comitato Direttivo della CGIL di sottoscrivere il Protocollo su “Previdenza, Lavoro e Competitività” insieme alle altre organizzazioni sindacali, Cisl e Uil. Essa è il coronamento di un intenso impegno del Governo e delle parti sociali per una vasta e inedita redistribuzione di risorse a vantaggio di pensionati, lavoratori, giovani e donne e della competitività del Paese (ben 35 miliardi di euro in dieci anni). Quanto alla materia del mercato del lavoro, ricordo che in questo primo anno il Governo ha adottato atti importanti a favore della stabilità del lavoro: taglio del cuneo fiscale riservato al contratto a tempo indeterminato; stabilizzazione di ventiduemila lavoratori nel settore dei call center; emersione dal lavoro nero di circa centomila lavoratori nel settore dell’edilizia; stabilizzazione dei lavoratori precari del settore pubblico e della scuola; miglioramento delle tutele di malattia e di maternità per i lavoratori a progetto; nuove risorse per i servizi all’impiego. Gli interventi previsti dal Protocollo sul mercato del lavoro rafforzeranno ulteriormente la stabilità dell’impiego e le politiche attive del lavoro: riforma del contratto a termine (stabilizzazione del rapporto di lavoro dopo 36 mesi), del part time e dell’apprendistato; riordino degli incentivi con la priorità dei giovani, delle donne e dei lavoratori ultracinquantenni; abolizione del lavoro a chiamata; tavolo di confronto che si aprirà sul tema dello staff leasing, nell’ambito delle scelte indicate dal Programma; norme a favore dei disabili. Il testo presentato dal Governo il 23 luglio scorso al Tavolo della concertazione, come pubblicamente annunciato, ha rappresentato l’autonoma sintesi individuata dal Presidente del Consiglio, dopo lunghi mesi di confronto con le parti sociali, su tutti gli aspetti relativi allo stato sociale e alla competitività. Come tale, essa è suscettibile di valutazioni critiche su parti specifiche, come del resto evidenziato dalla Cgil e da altre organizzazioni, alcune delle quali hanno deciso di non procedere alla firma. La conclusione del confronto è stata come sempre caratterizzata da un rapporto di lealtà e di preventiva informazione alle parti sociali su tutti gli aspetti del Protocollo e non può essere oscurata da eventuali e residui elementi di contraddizione, poiché la qualità della concertazione che abbiamo insieme fatto vivere getta le basi per un innovativo e duraturo confronto che dovrà esercitarsi nella difficile fase di applicazione del protocollo stesso. La concertazione, dunque, non finisce qui. Anzi, essa ha ripreso nuovo vigore da questa esperienza che vogliamo continuare a condividere con voi e con le altre organizzazioni sociali. La stesura e la presentazione delle relative norme in Parlamento potrà confermare la scelta del Governo a favore della crescita dell’occupazione e della stabilità del lavoro e dissipare, mi auguro, incomprensioni che possono essere sorte nella fase finale del confronto. Il Parlamento, nella sua sovranità, avrà modo di valutare in tutti i suoi aspetti il disegno riformatore che abbiamo insieme definito. Infine, per quanto riguarda il Protocollo, confermo che esso andrà sottoscritto per intero. E’ mio auspicio che la positiva scelta di firmare il Protocollo tenga conto della vastità dell’impianto e dell’impegno che Governo e parti sociali hanno in esso profuso. Con stima e cordialità
Romano Prodi
26 Luglio 2007 |