Queste pagine: istruzioni per l’uso

  

Domenica 12 e lunedì 13 giugno, le cittadine e i cittadini della Repubblica italiana sono chiamati a partecipare a un referendum che avrà sicuramente grande importanza per il futuro del nostro Paese.

Si tratta di una consultazione articolata su quattro quesiti abrogativi (ovvero su quattro domande che chiedono se si è favorevoli alla cancellazione) di varie parti della ormai famosissima legge 40. Che sarebbe, per esprimersi in termini giuridicamente corretti, la Legge 19 febbraio 2004, n. 40, recante “Norme in materia di fecondazione medicalmente assistita”.

Perché questa legge e i referendum parzialmente abrogativi del 12 e 13 giugno sono così importanti? Essenzialmente, per due motivi.

Il primo motivo, ovvio, è che la questione della fecondazione assistita è di per sé importante.

Innanzitutto, non è vero che riguardi solo una esigua minoranza della popolazione. Al contrario, in termini diretti o indiretti riguarda un numero crescente di persone.

Inoltre, quando si parla di questo argomento si sta parlando di uno degli aspetti decisivi della vita umana: la salute. O, per essere più precisi, la cosiddetta salute riproduttiva. E’ certamente vero, bisogna ammetterlo, che fecondazione medicalmente assistita è un’espressione complicata e poco attraente. Ma basta ragionarci un attimo per capire che con questa dizione ci si riferisce a una situazione in cui un medico, o un gruppo di medici, si propone di assistere una coppia che, per motivi di salute riguardanti uno o tutti e due i coniugi, non può avere un figlio. O può averlo solo a prezzo di gravi difficoltà. O, infine, rischia di mettere al mondo un figlio malato perché affetto, ad esempio, da una malattia ereditaria. In pratica, ci si riferisce a una situazione in cui, grazie all’impiego della medicina, si vuol curare una malattia degli aspiranti genitori o prevenire quella di un figlio desiderato. Ora, un essere umano che sia animato da sentimenti umani può pensare che tutto questo non sia una cosa importante?

Il secondo motivo, meno ovvio ma forse anche più decisivo, è che la maggioranza parlamentare che ha scritto e approvato questa legge ha fatto un gran pasticcio.

La legge 40, ecco il punto, è una legge sulla fecondazione medicalmente assistita solo di nome. Di fatto le cose stanno in un altro modo.

In primo luogo, invece di normare la fecondazione assistita, che sarebbe il suo scopo dichiarato, la legge 40 fissa delle regole così rigide e così cervellotiche che finisce o per proibirla, in molti casi, o per renderla, negli altri, praticamente impossibile o, quanto meno, inutilmente difficile.

Tanto per fare un esempio, la legge consente la fecondazione medicalmente assistita solo per le coppie sterili. Il che significa che tale intervento è proibito (avete capito bene: è proibito) per una coppia in cui uno dei due coniugi è affetto (o entrambi i coniugi sono affetti) da una qualsiasi malattia ereditaria tipo la talassemia (meglio nota come anemia mediterranea). In pratica, due aspiranti genitori che, responsabilmente, volessero evitare di trasmettere a un loro figlio una di queste malattie e, a tale scopo, volessero rivolgersi a un centro medico specializzato non possono farlo perché la legge della Repubblica italiana glielo vieta. Pazzesco? Pazzesco ma, ahimè, vero.

Ma facciamo un altro esempio. La legge interviene sul lavoro dei medici prescrivendo tassativamente delle metodiche inventate dalla maggioranza parlamentare. Queste metodiche di origine “politica” sono diverse da quelle che si insegnano nelle facoltà di Medicina e che sono ritenute valide dalla comunità professionale dei medici in tutto il mondo. Risultato: applicando quanto prescritto dalla legge 40, per le pazienti più giovani cresce a dismisura il rischio di dare il via a gravidanze plurigemellari. Per le meno giovani, crescono invece le probabilità di sottomettersi a delle cure molto impegnative ma destinate a concludersi con un doloroso insuccesso.

Ma i guai non sono finiti qui.

In secondo luogo, infatti, la legge 40 non si limita a far danni nel campo di cui dichiara di occuparsi ma ne fa anche su altri terreni.

In particolare, vieta la ricerca scientifica (avete capito bene: vieta la ricerca scientifica) sulle cosiddette cellule staminali embrionali, ovvero in un settore che, a detta della maggioranza assoluta dei ricercatori, potrebbe avere grande importanza per capire come curare le malattie degenerative. Ovvero quelle malattie che, dall’infarto cardiaco al morbo di Parkinson, dal morbo di Alzheimer alla sclerosi laterale amiotrofica, hanno un’importanza crescente rispetto a una popolazione la cui vita media si è notevolmente allungata.

Inoltre, avendo scelto di difendere al di là di ogni ragionevolezza i cosiddetti “diritti del concepito” (avete capito bene: non i diritti del nascituro ma i diritti del concepito), la legge 40 inserisce nel nostro sistema legislativo un principio che minaccia in modo serio e diretto la legge 194, quella sull’interruzione di gravidanza. Con le conseguenze che ognuno può immaginare.

“Conoscere per deliberare”, diceva Luigi Einaudi, l’economista liberale che fu il primo Presidente della nostra Repubblica. In un italiano più semplice noi oggi diremmo sapere per poter decidere, o qualcosa del genere.

Con queste pagine, il sito web della Fiom-Cgil si propone appunto di offrire alla consultazione di tutti una serie di materiali che possono aiutare chiunque a saperne di più, sulla legge 40, per poter decidere come comportarsi nei due giorni del referendum.

In una prima zona, intitolata Che cosa diciamo noi, abbiamo inserito i testi di appelli al voto e di altri documenti nati, specificamente, nella Fiom o, più in generale, nella Cgil.

Nella seconda zona, intitolata Su che cosa, come e quando si vota, abbiamo pubblicato il testo completo della legge 40, il testo dei quesiti referendari (con relativa spiegazione) e altri testi che può essere utile avere presenti, a partire dall’art. 75 della nostra Costituzione, quello che ha istituito lo strumento referendario.

Nella terza zona, intitolata Per capirne di più, abbiamo inserito, per adesso, qualche primo consiglio di lettura nonché i link con vari siti internet, generali o dedicati.

Nella quarta zona, Referendum anch’io, abbiamo inserito, infine, solo il link col sito www.iovotosi.it, utilissimo per chi voglia darsi da fare rilanciando, via internet, un po’ di propaganda per i sì ai quattro quesiti referendari.

Attendiamo fiduciosi osservazioni, consigli, notizie, documenti e, insomma, i vostri contributi (fiomnet@fiom.cgil.it).

Buon referendum a tutti.

maggio 2005

Fernando Liuzzi

(responsabile Ufficio stampa Fiom-Cgil)