Assemblea nazionale Fiom

Milano, 14 gennaio 2005

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Di seguito riportiamo alcuni passaggi della relazione di Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil

(...) Non è mia intenzione, nell’illustrare l’ipotesi di piattaforma unitaria, avere un approccio sulle singole questioni che sia teso a misurare su questo o su quell’altro punto, su questo o su quell’altro aspetto, se sono prevalse le posizioni di questa o quell’altra organizzazione sindacale.

(...) Al termine del referendum le rivendicazioni inserite nella piattaforma diventano assolutamente vincolanti per tutte e tre le organizzazioni sindacali. Al di là di quelle che sono state le posizioni di partenza che ovviamente non possono riproporsi nello sviluppo della trattativa e di un eventuale accordo.

(...) in questo modo noi diamo un contributo, penso positivo, alla discussione di Cgil, Cisl e Uil sulla ridefinizione delle regole contrattuali, che va in una direzione opposta rispetto a tutti quelli che pensano a una operazione di riduzione della funzione del contratto nazionale.

(...) la Federmeccanica ha reagito, direi, in modo un po’ scomposto alla presentazione della piattaforma; nei prossimi giorni assumeranno una posizione ufficiale, ma è bene che sappiano che se pensano di ragionare su incrementi retributivi che hanno la dimensione di quelli preannunciati (59-60 euro), secondo le regole dell’inflazione programmata, questo non potrà che determinare un conflitto sociale molto pesante.

(...) il sottosegretario Sacconi ha considerato la dichiarazione della Federmeccanica troppo moderata; qui siamo di fronte a un fatto un po’ complicato perché stiamo parlando di un  rappresentante del governo e quindi, teoricamente, di qualcuno che dovrebbe svolgere un ruolo di mediazione tra le parti ma che tutte le volte fa un intervento diretto contro il sindacato e contro i lavoratori.

(...) il dottor Brunetta, invece, ha detto ieri mattina che non è d’accordo con il giudizio espresso da Sacconi e che condivide la piattaforma dei meccanici perché sono dei lavoratori mentre non bisogna dare niente a quelli del pubblico impiego, che invece non lavorano. Noi, ovviamente, della dichiarazione di Brunetta teniamo la prima parte e respingiamo il banale tentativo di contrapporre tra di loro i lavoratori.