Assemblea
nazionale Rsu Fim, Fiom, Uilm
Milano,
Palalido – 11 novembre 2005
Gianni
Rinaldini,
segretario generale Fiom- Cgil - relazione introduttiva
Compagni
e amici, la presenza qui oggi di migliaia di delegate e delegati che
rappresentano le lotte che si sono svolte in queste settimane, gli scioperi,
le manifestazioni, le iniziative esterne che abbiamo prodotto, esprimono in
primo luogo la base fondamentale per qualsiasi ragionamento che si voglia fare
sul futuro di questo paese, perché senza l’apporto dei metalmeccanici,
senza l’apporto della parte più viva del nostro paese non c’è futuro,
non c’è soluzione ai problemi che abbiamo di fronte.
Ma
questo di oggi – non è un’ovvietà – è anche un attivo unitario, dopo
tanti anni, ed è inutile ricordare che abbiamo alle spalle forti divisioni.
Oggi siamo di nuovo qui, tutti insieme, e il ricordo va all’ultima volta che
abbiamo tenuto un attivo unitario, l’Assemblea dei delegati che facemmo a
Bologna, nel 1999, per decidere le iniziative di lotta per il contratto. Dopo
quell’attivo e quelle lotte, conquistammo unitariamente il contratto
nazionale di lavoro. Questo è fondamentalmente il senso dell’Assemblea di
oggi: siamo di nuovo tutti assieme per decidere ulteriori iniziative di lotta
per conquistare il contratto. Un contratto che aspettiamo da 11 mesi, con
alcune parti della nostra categoria, come gli orafi-argentieri, che hanno il
contratto scaduto da due anni.
Questo
non è più accettabile. Noi vogliamo che il rinnovo del biennio economico si
possa fare rapidamente, entro l’anno. Porsi questo obiettivo significa dare
una accelerazione alle nostre iniziative di lotta, per tentare di modificare
le posizioni che hanno espresso
la Federmeccanica
, ma anche l’Unionmeccanica/Api e l’associazione delle Cooperative.
Tutto
questo avviene in una fase in cui la nostra lotta contrattuale si incrocia con
le decisioni del governo relative alla Finanziaria: scelte precise di
riduzione sul terreno dei servizi, dei diritti e del potere d’acquisto dei
lavoratori dipendenti e dei pensionati. Questa è
la Finanziaria
che il governo si appresta ad approvare, nella stessa logica delle scelte
compiute nel corso di questi anni. Ma se pensiamo perché il nostro presidente
del Consiglio ci ha spiegato che in prospettiva il problema è che dobbiamo
lavorare più ore e farlo fino a 68 anni possiamo bene immaginare quale può
essere il futuro che ci aspetta secondo questo governo.
Esiste
quindi un rapporto tra
la Finanziaria
, cioè le misure che il governo sta attuando con il consenso della
Confindustria e la nostra vicenda contrattuale con le posizioni che
la Federmeccanica
esprime sul tavolo delle trattative. Tra questi due percorsi c’è un legame
profondo e c’è un senso sociale comune, rappresentato dal fatto che si
continua a pensare che i problemi della crescita di questo paese possono
essere risolti e affrontati agendo essenzialmente sul peggioramento delle
condizioni lavorative e delle condizioni retributive, scelte che in questi
anni che ci hanno portato a una crisi drammatica del sistema delle imprese.
Le
scelte di non agire sulla valorizzazione del lavoro come leva fondamentale per
costruire il futuro di questo paese puntando sull’innovazione, sulla
ricerca, su una nuova politica industriale per seguire viceversa le scelte
della precarizzazione e della riduzione dei diritti sono alla base della
condizione di crisi del sistema delle imprese che coinvolge decine di migliaia
di lavoratrici e di lavoratori che anche nella nostra categoria,
quotidianamente, si trovano a fare i conti con la chiusura degli stabilimenti,
con processi di delocalizzazione, con il rischio di cadere nella situazione
drammatica del licenziamento e dei
processi di mobilità.
Ma
allora se le cose stanno così e se questo è il punto che tiene assieme le
misure adottate dal governo con quello che ci dicono ai tavoli contrattuali,
noi diciamo che la nostra categoria sarà, come sempre, in prima linea,
unitariamente. È importante che la giornata del 25 novembre sia una giornata
reale di sciopero generale di tutte
le categorie del nostro paese.
Ci
permettiamo di dire alle confederazioni: badate che in questa giornata di
sciopero generale a cui i metalmeccanici parteciperanno con estrema
convinzione deve esserci assieme all’obiettivo della lotta contro questa
Finanziaria anche il sostegno alle lotte contrattuali che le lavoratrici e i
lavoratori metalmeccanici stanno conducendo, perché sono parte della stessa
operazione e non possono essere disgiunte. Così come eravamo d’accordo con
lo sciopero generale a sostegno e per sbloccare la situazione del contratto di
altre categorie alcune settimane, alcuni mesi addietro, in questo sciopero
generale non bisogna dimenticarsi che ci sono categorie come i meccanici, le
telecomunicazioni e altre categorie che sono bloccate sul contratto
e non sono disponibili a essere usate come ostaggio rispetto alle
operazioni politiche.
Noi
non siamo, come dicevo, in una fase assolutamente conclusiva e non si
intravede nessuna ipotesi di soluzione contrattuale perché le nostre
controparti sostanzialmente mantengono un atteggiamento assolutamente non
accettabile sulla parte retributiva e propongono logiche di peggioramento
delle condizioni lavorative che non sono assolutamente né accettabili né
perseguibili. Ora qui non voglio fare l’elenco di tutte le cose che ci sono
state dette punto per punto però, come dire, si è determinato fra le diverse
associazioni una sorta di gioco allo scavalco a chi ce ne mette di più.
Leggendo, ad esempio – per non parlare sempre e soltanto della
Federmeccanica – tra gli appunti delle compagne e dei compagni che erano
presenti all’ultimo incontro con
la Confapi
, cito alcune delle richieste della controparte: introdurre nel contratto
nazionale la possibilità delle imprese in difficoltà di derogare l’aumento
dei minimi contrattuali, introdurre il salario di ingresso per le nuove
assunzioni con il contratto a termine, a tempo determinato e per i disoccupati
a lunga durata, allungare i periodi di prova attualmente previsti, modificare
la normativa sulla malattia e potrei proseguire.
È
evidente che su questa strada non si va da nessuna parte e allora forse è il
caso, in una assemblea come questa, enucleare tanto per intenderci e per
essere chiari, perché non ci
siano equivoci, quali sono le nostre posizioni, quali sono gli ambiti della
trattativa che noi vogliamo riprendere per aprire una fase vera che possa
portare a un accordo. Io la riassumo così. La nostra piattaforma per il
rinnovo del biennio economico è conosciuta, chiediamo 105 euro per il
recupero del potere d’acquisto e 25 per la produttività, con la possibilità
dell’assorbimento per le aziende che faranno la contrattazione aziendale. È
chiaro che in ogni trattativa è sempre possibile una mediazione ma bisogna
chiarire l’ambito delle nostre richieste.
Primo
punto. Se in Federmeccanica pensano che il perimetro entro cui discutere
l’aumento retributivo è, come loro dicono, una lettura estensiva del 23
luglio e poi ci dicono fate voi i conti, allora noi i conti li sappiamo fare e
allora bisogna sapere che se qualcuno pensa che si possa chiudere la vertenza
dei metalmeccanici tra i 70 e gli 80 euro se lo tolga dalla testa perché noi
non siamo disponibili a questa condizione. Nella nostra piattaforma c’è una
richiesta precisa riguardo il potere d’acquisto e nello stesso tempo c’è
una proposta qualitativa sulla distribuzione dell’aumento che noi abbiamo
sostenuto e che continueremo a sostenere.
Secondo
punto. Non si pensi che la questione di carattere retributivo possa diventare
elemento di scambio con un peggioramento delle condizioni lavorative, non c’è
scambio tra la flessibilità e gli aumenti retributivi, sono ambiti tra loro
diversi.
Terza
questione. C’è un tavolo aperto, un tavolo autonomo che abbiamo voluto
anche noi, che è quello sul mercato del lavoro, sull’apprendistato. Noi
siamo interessati a definire un ambito negoziale che valorizzi tutti quei
rapporti di lavoro che siano legati alla formazione, una formazione vera, e
all’assunzione a tempo indeterminato con operazioni di riduzione della
precarietà. Non esiste che qualcuno ci dica che sul mercato del lavoro il
problema è semplicemente quello di applicare
la Legge
30 per cui dalle percentuali sono esclusi gli interinali, il lavoro a termine
entro i sette mesi, prorogabile quindi tutto. Il nostro approccio sul mercato
del lavoro e dell’apprendistato è la riduzione della precarietà non la sua
estensione.
Questi
sono gli obiettivi che noi ci siamo dati e vogliamo tentare di raggiungerli
entro l’anno perché i meccanici non possono essere ostaggio di nuovi
scenari politici. Sappiamo bene cosa significa andare al prossimo anno, cioè
andare nella situazione della campagna elettorale. Noi vogliamo tentare di
farlo, ma visto che l’ambito negoziale al momento è totalmente distante
rispetto alle posizioni della Federmeccanica cosa significa concretamente
porci questo tentativo?
Da
qui la necessità, anche con questo attivo, di compiere un salto di qualità
nelle nostre iniziative che accompagni la fase di ripresa dei confronti che
avverrà nelle prossime settimane: la prima questione è che noi dobbiamo sul
serio – non solo dirlo e scriverlo nei comunicati – attuare lo sciopero
della flessibilità e degli straordinari, che sappiamo essere uno strumento
che in molte situazioni pesa più delle iniziative di sciopero. Nello stesso
tempo dobbiamo aprire una campagna di informazione e di sensibilizzazione
rispetto alla nostra vertenza contrattuale che, come sempre, non riguarda
soltanto i meccanici, ma che attraverso i meccanici parla all’insieme delle
lavoratrici e dei lavoratori e del movimento sindacale. Per questo Fim, Fiom e
Uilm, unitariamente, hanno deciso di proporre per venerdì 2 dicembre prossimo
otto ore di sciopero con manifestazione nazionale a Roma. Una data storica,
molti di voi, infatti, ricorderanno la grande manifestazione dei
metalmeccanici del 2 dicembre del ’77.
Questa
giornata deve diventare un grande appuntamento per la nostra categoria e non
solo. Per questo alle sei ore di sciopero già proclamate per il mese di
novembre diciamo che vanno aggiunte altre due ore di sciopero con assemblea in
tutti i luoghi di lavoro per preparare lo sciopero generale del 2 dicembre,
comprensivo dell’iniziativa di lotta del 25 novembre prossimo che in molte
realtà è stata trasformata in un’iniziative di sciopero, per le situazioni
di crisi, di otto ore.
Sappiamo
che è uno sforzo enorme, perché gli scioperi per i lavoratori non sono, come
dice qualcuno, una giornata di festa; sono una giornata di sacrificio, perché
quando c’è uno sciopero i lavoratori ci rimettono soldi, ci rimettono sulla
loro busta paga. In quelle due settimane c’è senza dubbio una pesante
concentrazione di iniziative di lotta e di sciopero, ma perché pesante è
anche lo scontro sociale che si è aperto.
Ora,
compagne e compagni, concludo con tre rapide considerazioni.
La
prima: c’è un’insopportabile oscuramento mediatico sulle nostre lotte e
sulle lotte sociali del nostro paese. Noi esprimiamo tutta la nostra
solidarietà e sostegno alla lotta che i giornalisti della carta stampata e
dei mezzi di comunicazione televisivi stanno conducendo e agli scioperi che
stanno facendo (l’ultimo nelle giornate del 9 e 10 novembre scorso, ndr).
Sono convinto che noi possiamo, con loro, chiedere, e lo facciamo da questo
palco ufficialmente, che ci sia la diretta televisiva della manifestazione del
2 dicembre dei metalmeccanici. Perché anche in questo modo bisogna rompere
l’oscuramento che si è determinato sulle lotte di queste settimane.
La
seconda considerazione. Questo attivo è unitario, abbiamo iniziato assieme la
lotta per il rinnovo del biennio economico e vogliamo concluderla insieme. Non
ci spaventiamo del fatto che tra di noi ci siano articolazioni anche diverse
nella discussione; è un fatto naturale nelle organizzazioni che hanno un
rapporto democratico tra di loro e con i lavoratori. Oggi questo lo possiamo
fare con più tranquillità dopo il referendum che voi avete votato sulle
regole democratiche che costituiscono per tutti noi – per
la Fiom
, per
la Fim
, per
la Uilm
– un vincolo, perché è un patto democratico che abbiamo costruito con i
lavoratori e con i delegati, e che tutti non possiamo non rispettare. Questo
sta a significare la nostra volontà di iniziare una vertenza insieme con la
volontà di concluderla insieme nel rispetto delle regole che ci siamo dati.
Infine,
compagne e compagni, io la dico così: non c’è bisogno di decidere oggi
ulteriori iniziative ma è bene che il messaggio a tutti, e anche alla
Confindustria, sia chiaro: il 2 dicembre non è l’ultima iniziativa, si
sappia che questa trattativa, con l’obiettivo che ci siamo posti, quando
entrerà nel vivo, richiederà ulteriori iniziative robuste, consistenti e
creative. Sappiano che non facciamo la manifestazione nazionale una tantum e
dopo si va in discesa. La manifestazione del 2 dicembre e lo sciopero generale
di 8 ore vuole testimoniare la forza della nostra categoria ma in primo luogo
la forza delle lavoratrici e dei lavoratori, la nostra capacità di
mobilitazione ma anche l’assoluta fermezza di procedere con tutte le
iniziative che saranno opportune per sostenere un negoziato e un obiettivo
preciso che è quello di tentare di arrivare a una soluzione contrattuale
entro i tempi che ci siamo dati.
E
dato che ci siamo, senza polemiche, visto che di fatto è già aperta la
campagna elettorale, ci dicano i partiti: stanno con i metalmeccanici o stanno
con
la Confindustria
? Da qui al 2 dicembre, noi vorremmo saperlo, anche perché credo che un
lavoratore metalmeccanico abbia il diritto di sapere quando vota anche che
cosa pensano rispetto alle sue lotte e alle sue condizioni.
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