ORDINE DEL GIORNO

L’amianto uccide due volte anche nella Breda di Pistoia.

 

Nella Regione Toscana e in Italia, la Fiom da tempo ha intrapreso iniziative sindacali, giuridiche e politiche finalizzate al pieno riconoscimento dei diritti lesi ai lavoratori esposti all’amianto e che sono a rischio di vita.

Ciò ha portato al riconoscimento dei benefici previdenziali in questi anni a migliaia di lavoratori come previsto nella Legge 257/92; al riconoscimento in molti casi del danno biologico subito dal lavoratore esposto all’amianto ma che hanno potuto ricevere solo gli eredi.

In alcune regioni si è investito per una prevenzione derivante dalla concentrazione di amianto in alcuni siti industriali e quindi un’assistenza di accompagnamento per migliaia di lavoratori (in Toscana sono oltre 1.500 sotto sorveglianza diretta).

E’ in quest’ambito che la Fiom-Cgil ritiene necessario riprendere urgentemente la battaglia contro la nuova Legge voluta dal governo Berlusconi, la 326/03, con la quale si cancellano non solo i benefici previdenziali previsti dalla Legge 257 negando quindi diritti ad altre migliaia di lavoratori, ma si vuole soprattutto depenalizzare la responsabilità dei dirigenti aziendali, in contrasto con la Costituzione e il Codice Civile.

Sono migliaia i decessi già avvenuti in Italia a causa di questo cancerogeno ed altre migliaia di  morti sono prevedibili nei prossimi anni. La sentenza dei giudici di Pistoia stravolge la realtà: è vergognosa.

Questa sentenza disconosce le responsabilità penali per le morti a causa dell’amianto dei dirigenti dell’allora Breda Pistoiese.

Non appena si conosceranno le motivazioni della sentenza, la Fiom ritiene di sostenere un ricorso contro il giudizio della Magistratura con il pieno coinvolgimento della Fiom nazionale. I delegati al 23° Congresso nazionale ritengono che le Confederazioni attivino iniziative presso il Parlamento perché i deputati e i senatori non approvino alcune proposte già in itinere che prevedono appunto la depenalizzazione per i dirigenti coinvolti in procedimenti penali per motivi di lesione della salute dei lavoratori.

 

Accolto