Documento conclusivo

Proposta unanime della commissione politica

  

Il XXIII Congresso nazionale della Fiom  fa proprio il risultato delle votazioni da parte degli iscritti. Il loro pronunciamento definisce gli obiettivi di fondo e il mandato politico dell’organizzazione. Il Congresso assume le linee operative e le proposte contenute nella relazione introduttiva. Ferme restando queste decisioni, il XXIII Congresso assume i seguenti orientamenti, al fine di dare sostanza, pur nella differenza delle posizioni congressuali, alla gestione unitaria della Fiom:

1.            L’impegno per la pace e contro la guerra resta prioritario per tutta l’organizzazione. La mobilitazione per il ritiro delle truppe dall’Iraq e per la fine dell’occupazione militare di quel paese deve continuare, coinvolgendo in misura sempre più diffusa i posti di lavoro. La scelta di trascinare l’Italia in guerra, è la più grave responsabilità dell’attuale governo. La palese violazione dell’articolo 11 della Costituzione rappresenta una ferita ai fondamenti della nostra Repubblica che va sanata. Per questo la Fiom , che in tutti questi anni è stata parte integrante del movimento per la pace e ha detto no alle guerre in Kosovo e in Afghanistan, continua a battersi affinché venga pienamente ripristinata la legalità costituzionale. La Fiom respinge la politica dell’attuale amministrazione degli Stati Uniti che, con la teoria e la pratica della guerra preventiva, giunta fino all’estrema violazione dei diritti umani con le torture ai prigionieri iracheni, ha messo in crisi la legalità internazionale e minato il ruolo delle Nazioni Unite. Il terrorismo è nemico dei lavoratori e delle lavoratrici, della democrazia e della liberazione dei popoli, ma la guerra non solo non è lo strumento per combatterlo, ma finisce per alimentarlo. Il ripudio della guerra, il rigetto e la condanna di ogni forma di terrorismo, sono costitutivi dell’identità della Fiom, così come la solidarietà verso le vittime. L’iniziativa e la lotta per la pace e i diritti umani, per la certezza del diritto internazionale e il rispetto delle autonome scelte di ciascun popolo, sono e saranno sempre parte fondante dell’iniziativa dei metalmeccanici. L’impegno per la pace significa anche partecipare alla mobilitazione per fermare le tante guerre dimenticate, che in Asia, Africa e America Latina, negano diritti e libertà a tanti popoli, distruggono milioni di vite; significa quindi continuare a partecipare ai grandi movimenti antiliberisti globali per affermare diversi rapporti tra Nord e Sud del mondo sulla base di criteri di giustizia sociale e redistribuzione globale delle ricchezze. Per questo la Fiom ritiene anche necessaria la costruzione di un sindacato internazionale basato sulla solidarietà e la ricerca di alternative economiche e sociali.

Diritto internazionale e diritti umani vengono permanentemente violati dall’esercito israeliano nei territori palestinesi occupati, attraverso l’assedio dei villaggi, i bombardamenti sulle popolazioni civili, gli assassini politici, la costruzione del muro di “separazione” e annessione di ulteriori territori, condannata anche dall’assemblea delle Nazioni Unite. Il popolo palestinese ha diritto di vivere in uno stato indipendente, accanto allo stato di Israele, in condizioni per entrambi di pace e sicurezza. La Fiom respinge e condanna con forza gli attentati suicidi terroristici che colpiscono le popolazioni civili israeliane e che, oltre a provocare vittime inermi, portano grave danno alla lotta del popolo palestinese e al movimento per la pace in Israele. La Fiom condanna la politica del governo israeliano e sostiene la richiesta dell’invio di una forza di interposizione internazionale a protezione delle popolazioni civili, per fermare una politica che minaccia l’intero Medio-Oriente e l’intera situazione internazionale.

2.            L’allargamento dell’Unione Europea pone con forza la necessità di un’affermazione dei principi democratici e sociali del modello europeo in tutto il continente. La costituzione europea deve contenere formalmente il ripudio della guerra come soluzione delle controversie internazionali. Occorre rafforzare tutti i poteri democratici dell’Unione, dando potere ai cittadini dell’Europa sulle loro istituzioni. Va difeso e sviluppato il modello sociale europeo in alternativa a quello “americano” e a tale scopo occorre ridare sovranità piena sulla politica economica alle istituzioni democratiche, ad ogni livello. Su queste basi, per favorire una crescita socialmente giusta di tutta l’Europa, vanno rivisti i parametri e le regole di Maastricht. E’ necessario definire una nuova Maastricht con l’introduzione di parametri sociali e di sviluppo, che vincolino le politiche dei governi e abbiano lo scopo di sostenere la crescita e l’estensione del modello sociale europeo. Anche per queste ragioni è necessaria la costruzione di un vero, forte e democratico sindacato europeo.

3.            La crisi industriale ed economica del paese, che si ripercuote drammaticamente in particolare sulle zone a sviluppo più debole, a partire dal Mezzogiorno, è stata aggravata dalle scelte politiche liberiste, autoritarie, e anche inconcludenti del governo. La Fiom considera indispensabile che a tutto questo si risponda con una mobilitazione generale che punti a un radicale cambiamento degli indirizzi di politica economica, alla salvaguardia dell’industria e dell’occupazione, allo sviluppo del Mezzogiorno.

         E’ necessaria infatti una rapida modifica degli indirizzi di fondo che governano l’economia e per questo vanno respinte le disastrose misure, in atto o previste, da parte del governo Berlusconi. Bisogna respingere la controriforma fiscale, va fermata la controriforma della scuola, va rigettata la delega sulle pensioni, va bocciato il federalismo, che mette in discussione l’unità del paese e, nello stesso tempo, accresce costi e clientele nella gestione delle strutture pubbliche. E’ necessaria invece una svolta sul piano delle politiche industriali, che favorisca gli investimenti per la qualità e per la ricerca. Vanno salvati i grandi gruppi industriali, occorre riqualificare e accrescere la spesa sociale. Di fronte alla caduta del potere d’acquisto e alla riduzione della quota del reddito nazionale che tocca al lavoro, va ridistribuita la ricchezza, verso il lavoro e le pensioni, anche con una politica sociale e fiscale adeguata. Su queste basi e con questo scopo, la Fiom chiede alle confederazioni di programmare in tempi rapidi uno sciopero generale di tutte le categorie che abbia come obiettivo immediato la messa in discussione delle scelte economiche del Governo.

4.            La Fiom è impegnata a contrastare e impedire il consolidamento di tutta la legislazione sul lavoro e sui diritti attuata dal governo di destra. La contrattazione dovrà quindi svilupparsi avendo come riferimento l’obiettivo della inapplicazione delle leggi sul mercato del lavoro, sugli orari, sull’immigrazione, varate dal governo. Nello stesso tempo la Fiom ribadisce la richiesta alle forze politiche dell’opposizione di mettere tra i propri programmi prioritari la totale abrogazione della Legge 30 e della Legge Bossi-Fini, nonché di tutte le forme di vessazione e di sottrazione dei diritti verso gli immigrati. Allo stesso modo la Fiom chiede il varo della legge sulla rappresentanza e la democrazia sindacale.

5.            La Fiom è impegnata a realizzare la più vasta mobilitazione della categoria in difesa del sistema industriale e dell’occupazione. E’ prioritario difendere ciò che resta nel sistema delle grandi imprese in Italia, a partire dalla Fiat, per la quale la lotta in corso a Torino e in tutti gli altri siti industriali del gruppo, ha il pieno e convinto appoggio di tutta la categoria. Vanno salvaguardati tutti i settori strategici e le grandi imprese, mentre va sviluppata la dimensione media d’impresa attraverso investimenti e politiche industriali adeguate. Le politiche di sviluppo degli investimenti a favore del sistema industriale devono anche affrontare la questione della compatibilità ambientale. Occorre un progetto di investimenti che renda compatibile le imprese industriali con il territorio, con l’ambiente, con la salute dei cittadini. Tale progetto deve qualificare il sistema industriale ed impedire il degrado o la delocalizzazione, verso paesi da sfruttare e devastare sull’ambiente e sui diritti. Parte integrante della salvaguardia dello sviluppo del sistema industriale è il controllo sulla politica delle multinazionali e la lotta contro la delocalizzazione industriale, in questo contesto è indispensabile il mantenimento di settori ad alto impatto sociale, quali trasporti ed energia. La Fiom dice no ad una Finmeccanica concentrata solo sul militare e alla messa sul mercato delle sue attività civili. Per le stesse ragioni la Fiom dice no alla privatizzazione di Fincantieri. E’ necessario invece rafforzare e incrementare l’intervento pubblico nel sistema industriale alla stregua di quanto stanno realizzando altri governi europei, Francia e Germania in testa. A tal fine la Fiom si impegna a verificare la disponibilità di Fim e Uilm per l’apertura di una vera e propria vertenza industriale con la Finmeccanica e con il governo. Il mercato da solo non è in grado di garantire oggi la difesa dell’apparato industriale ed è quindi necessario un intervento a vari livelli della politica industriale che abbia lo scopo di garantire difesa e sviluppo del sistema industriale italiano. A tal fine occorre anche una nuova politica delle reti e delle infrastrutture, che riconduca, dopo le fallimentari esperienze della privatizzazione, le grandi reti, dall’energia alle telecomunicazioni, sotto la disciplina e il controllo dei poteri pubblici. Questo anche al fine di definire indirizzi precisi sulla politica degli investimenti in questi settori strategici. Le banche e il sistema finanziario devono essere chiamate a rispondere dei processi di ristrutturazione industriale. Già oggi il sistema finanziario è largamente determinante sulle scelte del sistema industriale. Va respinta ogni logica speculativa, il peso della finanza sulle imprese impone un cambiamento di responsabilità da parte di tutti i soggetti finanziari. Essi devono essere chiamati a rispondere direttamente dei programmi di ristrutturazione e devono essere coinvolti nel confronto con le organizzazioni sindacali.

         Bisogna impedire ulteriori tagli occupazionali, chiusure di fabbriche, licenziamenti. La Fiom propone alle altre organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di realizzare, entro le ferie, una grande giornata di lotta di tutti i metalmeccanici con al centro la difesa e lo sviluppo dell’apparato industriale, lo sviluppo del Mezzogiorno e la crescita dell’occupazione.

6.            Le grandi lotte nelle fabbriche del Mezzogiorno, da Termini Imerese a Melfi, sono un segnale di fondo per la categoria e per tutto il Paese. I lavoratori e le popolazioni meridionali rifiutano le gabbie salariali e dei diritti, vogliono uno sviluppo fondato sull’uguaglianza e sulla parità di condizioni sociali rispetto alle zone più ricche del Paese. Il valore enorme di queste lotte è proprio determinato dal fatto che esse rifiutano di contrapporre il diritto al lavoro con i diritti del lavoro. Per questo la Fiom è impegnata a mettere sempre la crescita del Mezzogiorno come fattore fondamentale di sviluppo del Paese. Per questo la Fiom è impegnata a dare corso alle proposte di politica industriale, di politica economica che sono state progressivamente elaborate dall’organizzazione e dai movimenti di lotta per il lavoro e i diritti che si sono sviluppati nel Mezzogiorno.

7.            La riconquista del Contratto nazionale e di più vasti poteri di contrattazione nei luoghi di lavoro restano l’impegno fondamentale della Fiom. La Fiom non rinuncia a un contratto salariale e normativo che superi i guasti provocati dagli accordi separati. Questo obiettivo irrinunciabile viene oggi perseguito con un’articolazione di iniziative e di lotta, ma resta il punto fondamentale dell’iniziativa della categoria. L’estensione e l’intensificazione dell’iniziativa per i pre-contratti, lo sviluppo della contrattazione articolata, un positivo rinnovo del nuovo biennio contrattuale, possono essere passaggi fondamentali per giungere a quell’obiettivo centrale. La strategia articolata di riconquista del Contratto costituisce l’impegno di tutta la prossima fase, fino all’obiettivo di giungere a un nuovo contratto nazionale salariale e normativo, condiviso dai lavoratori e dalle lavoratrici, che rappresenti il superamento delle rotture e dei danni del passato. Per quanto riguarda il prossimo biennio contrattuale la Fiom si pone l’obiettivo di un forte recupero della perdita del potere d’acquisto dei lavoratori e di un aumento delle retribuzioni reali.

8.            La Fiom conferma la scelta della democrazia come guida dell’iniziativa dell’organizzazione e base dei rapporti unitari. La Fiom fa propria la proposta contenuta nella relazione introduttiva, rivolta alla Fim e alla Uilm. Tale proposta ha lo scopo di conciliare la priorità che Fim e Uilm danno alla democrazia rappresentativa e d’organizzazione, con il valore fondante che il voto dei lavoratori e delle lavoratrici ha per la Fiom. La definizione di un percorso unitario nelle vertenze contrattuali, che garantisca comunque il referendum ai lavoratori e alle lavoratrici sulle piattaforme e sulle ipotesi di accordo, aprirebbe una nuova fase nei rapporti tra le varie organizzazioni sindacali. In questa nuova fase, che non cancella le differenze di analisi e strategie tra le organizzazioni, la Fiom è impegnata a conquistare un quadro democratico di governo delle differenze che eviti gli accordi separati e garantisca il diritto dei lavoratori e delle lavoratrici a decidere.

9.            La Fiom è impegnata a realizzare una diffusa contrattazione nei luoghi di lavoro che, dopo gli importanti risultati di Terni, Melfi e della Fincantieri, generalizzi la contrattazione e l’intervento sui temi della condizione di lavoro, del salario, dei diritti. Occorre dare uno spazio ben superiore che nel passato alla tutela della salute e della sicurezza. Questo deve avvenire con l’iniziativa degli Rls, respingendo la controriforma del governo sulla 626. Va sviluppata l’azione legale a tutela della salute dei lavoratori, con la costituzione della Fiom come parte civile in tutti gli incidenti gravi. Ma, soprattutto, va sviluppata la contrattazione nei luoghi di lavoro, a partire dai tempi e dai ritmi. In questo quadro decisivo è l’impegno che va assunto per contrastare l’introduzione di nuove metriche, quali il Tmc2 e suoi derivati, che aumentano in maniera insopportabile l’intensità della prestazione, cancellando anche pause fisiologiche indispensabili. Occorre sviluppare la contrattazione degli orari e lottare contro la flessibilità selvaggia. Il miglioramento della condizione concreta dei lavoratori e delle lavoratrici sul luogo di lavoro deve essere uno degli impegni fondamentali dell’organizzazione, in tutta l’iniziativa all’interno delle aziende. Accanto a questa iniziativa va sviluppato un impegno nuovo e diffuso nei luoghi di lavoro per contrattare la professionalità, la formazione, per intervenire sull’organizzazione del lavoro a tutti i livelli dell’impresa.

Lo sviluppo della contrattazione e la crescita di una nuova generazione di militanti e dirigenti sindacali sono il segno di una ripresa del protagonismo dei lavoratori e delle lavoratrici. Tale ripresa avviene con forme di lotta che puntano anche alla fermata totale della produzione, con una mobilitazione democratica e un rapporto con le popolazioni che esaltano il valore generale delle lotte. La Fiom è impegnata a rinnovare, in continuo rapporto con le lavoratrici e i lavoratori, le proprie pratiche contrattuali, le proprie scelte organizzative, i propri strumenti informativi, in maniera da favorire la crescita e la diffusione di una nuova esperienza di contrattazione e di lotta. In questo quadro dovrà essere valorizzato il nuovo protagonismo e il forte impegno delle donne per affermare il proprio punto di vista sui contenuti delle lotte e della contrattazione.

10.        La Fiom è impegnata a realizzare esperienze di unificazione del mondo del lavoro che superino le barriere delle diverse normative contrattuali. Ciò si realizza anche con la costruzione di piattaforme finalizzate all’apertura di vertenze di sito produttivo e di filiera, che, con il consenso ed il coinvolgimento democratico di tutte le lavoratrici e i lavoratori e delle Rsu interessate, costruiscono forme concrete di iniziativa intercategoriale. Prioritario è l’impegno nei settori degli appalti, a partire dalle telecomunicazioni, per coinvolgere nella lotta per la difesa dell’occupazione e dei diritti dei lavoratori tutta la filiera delle controparti. Tali esperienze costituiranno un modo concreto di sperimentare prime costruzioni del sindacato dell’industria.

11.        La Fiom considera gli obiettivi rivendicativi, in particolare quelli sui diritti e le pratiche democratiche non solo un patrimonio specifico dell’organizzazione dei metalmeccanici, ma una proposta da presentare a tutta la Cgil e a tutto il movimento sindacale. Questioni di fondo, come la difesa e il rafforzamento del ruolo salariale e normativo del Contratto nazionale, la lotta contro la legislazione sul lavoro del governo Berlusconi, la pratica della democrazia nelle vertenze, con il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori a decidere con referendum su piattaforme e accordi, non costituiscono una peculiarità della Fiom, ma una proposta e un progetto per tutti i lavoratori e lavoratrici e per tutto il sindacato.

12.        La Fiom assume tutti gli impegni di carattere organizzativo tesi a rafforzare e sviluppare l’iniziativa contrattuale dell’organizzazione, in particolare le indicazioni di formazione e di ricerca contenute nella relazione introduttiva. La Fiom decide di dare nuovo sviluppo all’iniziativa della Cassa di resistenza, anche sulla base delle proposte contenute nella relazione introduttiva. A tale scopo si definisce la quota di un euro per iscritto all’anno, come contributo per la Cassa , nel quadro di una discussione con la confederazione sulle quote di canalizzazione. Restano naturalmente confermati i contributi straordinari e le forme di adesione per i non iscritti.

Il Congresso impegna l’organizzazione a definire un progetto di riassetto dei rapporti e delle funzioni tra le varie strutture, a partire dai lavori già svolti dalla Commissione politiche organizzative, da varare in un Comitato centrale dedicato ai temi organizzativi.

 

Livorno, 5 giugno 2004