1970 - XV Congresso nazionale, 13/18 luglio, Roma

 

Dopo l’«autunno caldo» del 1969, durante il quale un’ondata di scioperi e manifestazioni in tutto il territorio nazionale aveva risposto alla sospensione di  circa 35.000 lavoratori da parte della Fiat, arrivò per la Fiom una stagione di successi: il 19 dicembre 1969 si raggiunse l'accordo per il contratto con la Confapi, il Senato e la Camera avevano approvato lo Statuto dei lavoratori (Legge 300 del 20 maggio 1970), legittimando così i diritti sindacali anche sul piano istituzionale. Gli iscritti, in crescita da diversi anni, erano arrivati a quota 452.872.

L'autonomia e la democrazia entrarono nelle fabbriche: questa era l’atmosfera che si respirava nel XV Congresso. La relazione introduttiva e le conclusioni furono tenute dal segretario generale Bruno Trentin; punto focale delle discussioni fu il tema: «democrazia operaia e unità di classe per costruire dalla fabbrica un sindacato nuovo», con obiettivo principale quello dell'unità sindacale dei metalmeccanici. La questione dell'unità provocò squilibri: «unità a pezzi o unità generale?» Fortunatamente nel Congresso queste perplessità non si manifestarono. Due anni dopo, durante la IV Assemblea unitaria di Genova (29 settembre - 2 ottobre 1972) nacque la Federazione lavoratori metalmeccanici (Flm).