1952 - XI Congresso nazionale, 1/5-novembre, Livorno

 

Con un'industria metallurgica e meccanica in ripresa in quasi tutti i settori, con la disoccupazione che rimaneva un problema molto grave nonostante l'impegno del sindacato e dopo che, nel 1950, si erano costituite la Federazione italiana metalmeccanici (Fim) e l'Unione italiana lavoratori metallurgici (Uilm), la Fiom tornava, per il suo XI Congresso, nella cittą che ne aveva visto la costituzione. Gli iscritti risultavano essere 549.112: la scissione non aveva ancora sostanzialmente intaccato la consistenza della Fiom che, come la Cgil, continuava ad avere l'adesione della maggioranza dei lavoratori.

La relazione di apertura fu quella del segretario generale Giovanni Roveda. Il Congresso vide una novitą di rilievo dal punto di vista della politica economica: la richiesta di nazionalizzazione dei complessi appartenenti all'Iri.

Sul piano organizzativo, per una migliore difesa dagli attacchi padronali e per una diretta rappresentanza della Fiom nei posti di lavoro, si decise di procedere alla formazione di comitati sindacali Fiom in fabbrica, accanto alle tradizionali commissioni interne.

Alla fine il Congresso elesse un nuovo Comitato centrale: Giovanni Roveda venne riconfermato alla segreteria generale, Amino Pizzorno e Giuseppe Dalla Motta furono rieletti segretari.