1924 - VIII Congresso nazionale, 27/28-aprile, Milano

 

“Dalla marcia su Roma, nel 1922, non ci sarà più una vera e propria storia della Fiom, fino alla primavera del 1943. Gli avvenimenti successivi sono solo la cronaca di una sconfitta cui non manca certo dignità e talvolta sussulti di orgoglio e di fierezza” (Boni, 1993).

Il congresso del 1924 fu “modesto quanto a numero di presenti, appartato e in tono minore, incentrato sulla polemica ideologico-politica fra la dirigenza riformista e la minoranza comunista, riguardo gli avvenimenti del recente passato. Ai fini pratici si concluse con un nulla di fatto, limitandosi a rimandare a tempi migliori ogni azione che non fosse puramente difensiva o necessaria alla sopravvivenza” (Gianangeli, 1968).

La relazione di Bruno Buozzi, in quello che fu l’ultimo congresso della Fiom prima della soppressione fascista di ogni libertà politica e sindacale (la sanzione legislativa arrivò il 3 aprile 1926), è un “documento pieno di dignità e di desolazione al tempo stesso”: “Quand’anche tutte le nostre conquiste venissero materialmente distrutte – diceva Buozzi nella relazione – basterà un attimo di libertà per farle rifiorire meglio di una volta” (Antonioli, Bezza, 1978).

Buozzi sarà fucilato dai nazi-fascisti in fuga da Roma, la notte tra il 3 e il 4 giugno 1944 poche ore prima della liberazione della città da parte delle truppe alleate.