1918  VII Congresso nazionale, 1/4-novembre, Roma

 

La notizia della conclusione dell’armistizio, della vittoria italiana e degli alleati sulla Germania e l’Austria, con la fine tanto attesa del conflitto, giunse al Congresso nel pomeriggio del 4 novembre. L’entusiasmo fu grande e Buozzi concluse col grido: “Viva il socialismo, viva l’Internazionale”.

Il Congresso, per la verità, era stato convocato per la fine del 1917 a Reggio Emilia, ma il corso della guerra – soprattutto la sconfitta di Caporetto – e gli improvvisi mutamenti della politica interna ne consigliarono il rinvio.

Molto lunga fu la relazione di Buozzi, nella quale egli disegna un sindacato «democratico, autonomo, unitario, che intende esprimere i valori più profondi e duraturi del riformismo, con un’azione (…) [che] deve consentire il progresso sociale dei lavoratori e un più equilibrato sviluppo di tutto il paese. Un sindacato, in sintesi, sempre più a sinistra sul terreno della lotta di classe e dotato di “forza e coscienza” per fare dei suoi organizzati non dei ribelli di un’ora, ma dei costruttori tenaci, pazienti, di un effettivo progresso sociale e consapevoli che, nella pratica della democrazia, uno degli strumenti più validi è costituito proprio dall’organizzazione sindacale» (Boni, 1993).

Dopo la relazione di Buozzi, Gino Baldesi tenne il suo intervento sulla conquista delle 8 ore – dalla  quale iniziò un grande movimento nazionale fra tutti i metallurgici –, Gino Castagno quello sui minimi di salario e Mario Guarnieri sulla mobilitazione industriale. 

Ordine del giorno

1. Relazione morale e finanziaria (Bruno Buozzi).

2. Mobilitazione industriale (Mario Guarnieri).

3. Salari e produzione (Emilio Colombino).

4. La conquista delle otto ore (Gino Baldesi).

5. Manodopera femminile (Mario Guarnieri).

6. Emigrazione e immigrazione (Mario Mombello).

7. Assicurazioni sociali (Ludovico D’Aragona).

8. Ordinamenti sezionali: Casse disoccupazione, malattie, resistenza (Segretariato).