Assemblea Nazionale 15-16 gennaio 2004 Riccione
Stralcio della relazione introduttiva di Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil
Gianni
Rinaldini, segretario generale della Fiom, ha iniziato la sua relazione
ricordando la precedente assemblea nazionale dell’organizzazione, durante la
quale venne varata la piattaforma della Fiom per la vertenza contrattuale che
allora iniziava. “Ho voluto rammentare a tutti noi quelle decisioni – ha
detto Rinaldini – perché questa assemblea non può che misurarsi con gli
accadimenti sociali e politici e con le scelte che abbiamo compiuto, per
assumere conseguenti orientamenti nel terreno della contrattazione e della
politica industriale.” “Politica industriale e contrattazione – ha proseguito – non sono due capitoli che si sovrappongono, ma viceversa costituiscono l’essenza, l’aspetto decisivo che contribuisce a definire il lavoro.” E qui il segretario dei
metalmeccanici della Cgil ha chiarito il significato che ha per lui il lavoro e
cioè “l’insieme della condizione lavorativa che è nello stesso tempo di
carattere retributivo, normativo e professionale come espressione democratica e
autonoma dei propri interessi (…) In sostanza, altra cosa dall’idea e dalla
vulgata che considera il lavoro uno dei fattori produttivi dell’impresa, una
risorsa umana al servizio della produzione e del conflitto!” “Ciò che sta avvenendo nel nostro paese – ha detto Rinaldini – è, nello stesso tempo, paradossalmente, il fallimento e il rilancio di un’idea della crescita e dello sviluppo fondate essenzialmente su due aspetti fondamentali: - la riduzione delle tutele, dei diritti nel lavoro e nella società; - la logica di una pratica
delle privatizzazioni in assenza di qualsiasi ipotesi di politica
industriale.” Dopo aver citato la situazione
di Telecom e Tecnosistemi, il segretario della Fiom ha affermato che il processo
di devastazione è evidente in tutto il sistema industriale e la vicenda
Parmalat è solo la spia di questo processo generale, quello della
finanziarizzazione delle imprese. “Con il rinnovo del biennio economico del 2001 – ha detto Rinaldini riguardo il contratto nazionale – è cominciata l’offensiva e l’attacco finale da parte di Confindustria e Federmeccanica al ruolo del ccnl. Ma essi non sono ancora riusciti a venire a capo della Fiom e dei lavoratori metalmeccanici. Noi siamo ancora in campo, la partita è ancora tutta da giocare. L’obiettivo finale di tutte le nostre iniziative è la riconquista del contratto nazionale dei lavoratori.” “La riconquista del ccnl –
ha continuato Rinaldini – deve avvenire attraverso un forte rilancio
dell’iniziativa contrattuale! Quella dei precontratti è una scelta che
confermiamo ribadendo nello stesso tempo la necessità del loro intreccio con la
contrattazione di secondo livello.” Ha poi ribadito che la
democrazia, per il nostro sindacato, è “un aspetto irrinunciabile e per
questo tutti gli accordi, sia in entrata che in uscita, vanno sottoposti al voto
dei lavoratori. Ribadiamo con ciò la titolarità di tutte le lavoratrici e i
lavoratori”. “La Fiom non ha mai negato
– ha aggiunto Rinaldini – il ruolo dell’associazione e degli iscritti,
anzi, siamo gelosi della nostra identità, ma il problema è di altra natura:
gli scioperi così come i contratti non sono per gli iscritti ma per tutti i
lavoratori e quindi la titolarità per la validazione non può che essere dei
lavoratori!” Riguardo il tema delle pensioni Rinaldini ha sottolineato il bizzarro andamento del confronto, chiamando l’organizzazione a predisporsi a una fase di mobilitazione qualora il governo non ritiri le deleghe sulla previdenza. Infine, a conclusione della relazione, il segretario della Fiom ha dato un appuntamento per il 20 marzo alla manifestazione mondiale contro la guerra e per il ritiro delle truppe dall’Iraq. “Già da oggi – ha detto Rinaldini – noi assumiamo quella data per un impegno forte dell’organizzazione in una manifestazione pacifica e non violenta”. |