Assemblea Nazionale 15-16 gennaio 2004 Riccione
Laddaga Francesco - Rsu Tecnosistemi-Lombardia Purtroppo,
noi della Tecnosistemi, come tante altre aziende del settore
Installazione-collaudo delle Tlc non riusciamo a fare nessun precontratto o
contrattazione di secondo livello perché impegnati a mantenere l’occupazione
e a salvare l’azienda. La
produttività in tutti i settori e in particolare nel settore della Tlc, è
aumentata a dismisura a discapito della sicurezza e dei diritti, ma di questo
niente è stato distribuito ai lavoratori. I premi legati al fatturato e ai
bilanci, non hanno nessun senso visto che il falso in bilancio è depenalizzato
e i lavoratori non hanno nessun strumento di controllo su di esso. Per
tornare a Tecnosistemi, il settore è in grave crisi; oggi non esiste un piano
industriale e quello che accade passa sotto silenzio (da un anno siamo
invisibili anche sulla stampa di sinistra). La
Tecnosistemi, nata alla fine del ’99 da Italtel, Siemens e Telecom, regalata
con 90 miliardi di lire per ristrutturazione a un avventuriero della finanza
creativa – dottor Mutti (con un passato anche in Parmalat) – ci ha portato
in due anni e mezzo a una espulsione di 1.000 lavoratori e ad accordi che
vedevano ridurre i costi; nonostante ciò, ci siamo trovati in una grave
situazione di insolvenza di circa 400 milioni di euro. Questa è a oggi la cifra
valutata dai commissari giudiziali. In
un anno la Tecnosistemi ha perso volumi per lo stato di insolvenza e per la fase
giudiziale dopo, tutti i clienti si sono attrezzati con altre società
concorrenti. Abbiamo
subìto un anno di continuo declino nell’indifferenza e nel silenzio di tutti,
con 1.100 lavoratori in Cigs su un
organico di 1.700. Avevamo
chiesto l’Amministrazione straordinaria (Prodi bis) concessa il 22/12/03, ma
questo sostanzialmente non ha mutato il quadro. Si arranca sulle commesse, oggi
chi produce fatturato sono circa 250 lavoratori e si mantiene la totalità dei
dirigenti, circa 80, che da un anno e mezzo non hanno niente da fare, mentre
1.100 lavoratori da 5 mesi non percepiscono una mensilità. Il
riferimento dei commissari straordinari è ancora il gruppo dirigente nominato
da Mutti in fase di liquidazione e sono ancora presenti i suoi due figli. Il
direttore finanziario, inquisito con Mutti,
è ben saldo nel proprio ruolo. Oggi,
ad un mese dalla sentenza, i commissari giudiziali ci propongono di affittare il
gruppo entro febbraio. A chi? Con quale piano industriale? Questo significa che
a questa condizione si può regalare la Società che ha grandi capacità
tecniche e professionali, ai soliti noti, con il risultato di svuotare la
peculiarità e le professionalità del gruppo con la conseguente perdita di
mercato. Un
mercato, quello delle Tlc, drogato al ribasso dalla piaga del subappalto e
lavoro nero che, con la complicità dei gestori, utilizzano lavoratori in cassa
integrazione e in mobilità. Noi
abbiamo bisogno di una regolamentazione del mercato, capire cosa si intende fare
del settore nel nostro paese, coinvolgendo il governo, il ministero delle
Attività produttive e il mondo della politica. Cosa
si sta decidendo, o si è deciso, delle Tlc? Diventare terra di conquista per
tutti? Dopo
l’informatica, si sta avviando a conclusione il settore delle Tlc; si sta
chiudendo la fase dell’Italtel, la Siemens sta smantellando la produzione,
l’Alcatel è in ristrutturazione, per il settore dell’auto si dice che “il
mercato è maturo”. Significa
che il piano industriale di questo paese è la moda? Il turismo? La pubblicità?
E Telecom investirà in bond nelle
varie Parmalat o Cirio? Questo
processo rischia di diventare in futuro la disgregazione dei diritti e delle
regole del mercato, mettendo in discussione
il ruolo e l’esistenza stessa del Sindacato visto
che molti lavoratori saranno senza diritti e ricattabili. 15
gennaio 2004 |