Assemblea Nazionale 15-16 gennaio 2004 Riccione
Documento sull'iniziativa contrattuale della Fiom
1. La Fiom prosegue l’iniziativa per il rinnovo del Contratto nazionale. La Fiom non considera in alcun modo conclusa la vertenza a seguito degli accordi separati. A maggior ragione questo di fronte al chiaro emergere di due grandi questioni. La prima è la questione salariale. I metalmeccanici subiscono, come tanti altri lavoratori, la drammatica erosione del potere d’acquisto e l’accordo separato non ha nemmeno garantito la copertura rispetto all’inflazione reale in corso. La seconda è l’attacco alla contrattazione nazionale e ai diritti dei lavoratori, in particolare attraverso la generalizzazione della precarietà e della flessibilità selvaggia. La Fiom ha scelto di impedire sostanzialmente l’attuazione della legislazione del Governo, in particolare il Decreto 276 (Legge 30), il Decreto 368, sul mercato del lavoro e il Decreto 66, sugli orari. La Fiom rivendica l’ultrattività del contratto del ’99 in particolare per le clausole che più tutelano i lavoratori di fronte alla nuova legislazione. Evidente è la responsabilità delle altre organizzazioni di avere sottoscritto un testo “di rinvio”, in base al quale la Federmeccanica e le altre associazioni hanno potuto dichiarare decaduto il contratto del ’99. Questo mentre sugli orari, sulla flessibilità, sul rapporto di lavoro il testo sottoscritto separatamente rimanda a futuri accordi tra le parti. Questo rende l’accordo separato una sorta di cornice per definire ulteriori deroghe ai diritti dei lavoratori. La centralità del Contratto nazionale è per la Fiom irrinunciabile e verrà difesa con il massimo dell’impegno e della mobilitazione. Le organizzazioni degli artigiani, con un loro specifico documento, la Confindustria con diverse prese di posizione, il Governo, hanno più o meno esplicitamente formulato la proposta di una riduzione della copertura salariale e normativa garantita dal Contratto nazionale. E’ questa la strada per giungere a iperflessibili gabbie salariali e alla frantumazione aziendalistica della condizione sociale dei lavoratori. La Fiom respinge l’impianto di tutte queste impostazioni ed anzi rivendica un allargamento e un rafforzamento di tutte le funzioni di tutela del salario e dei diritti esercitate dal Contratto nazionale. La Fiom opererà nella contrattazione e con l’iniziativa legale per ostacolare e per rendere inoperante la legislazione sul lavoro varata dal governo, perseguendo gli obiettivi decisi dal documento approvato dal Comitato Centrale. La Fiom ribadisce la necessità di una iniziativa con le forze politiche per giungere all’abrogazione dell’intera Legge 30. Sulla base di questa impostazione generale la Fiom chiama i metalmeccanici alla continuazione della lotta per il Contratto nazionale e la difesa dei diritti del lavoro, e proclama 8 ore di sciopero da realizzare entro la fine del mese di febbraio con iniziative articolate e manifestazioni territoriali, di settore, di categoria. A tale scopo verrà predisposto con i territori un calendario nazionale delle principali iniziative di lotta. 2. La democrazia è per la Fiom la prima condizione per l’esercizio dell’attività negoziale. La Fiom considera irrinunciabili il referendum sulle piattaforme e sulle richieste sindacali, nonché sulle ipotesi di accordo. Il voto decisionale delle lavoratrici e dei lavoratori è quindi il comportamento contrattuale che vincola la Fiom in ogni luogo di lavoro. La Fiom è disponibile ad articolare con le altre organizzazioni strumenti di democrazia unitaria che diano spazio al ruolo delle organizzazioni, a quello degli iscritti, a quello delle Rsu e soprattutto dei lavoratori e delle lavoratrici. Su questo piano sono possibili molte esperienze e sperimentazioni, a condizione che sia comunque garantito l’esercizio del diritto al voto dei lavoratori, all’avvio e alla conclusione delle vertenze, e che il loro pronunciamento sia considerato vincolante. Il referendum su piattaforme e accordi costituisce condizione prioritaria e irrinunciabile per la gestione delle vertenze assieme alle altre organizzazioni. In assenza di impegni precisi definiti prima dell’avvio delle vertenze, la Fiom procederà autonomamente, nel pieno rispetto della democrazia e del consenso dei lavoratori. 3. Tutta la Fiom è impegnata a generalizzare in ogni luogo di lavoro la presentazione di richieste alle aziende di stipulare accordi pre-contrattuali. Le oltre 440 intese sinora raggiunte rappresentano un segnale importante, ma non ancora adeguato per raggiungere l’obiettivo fondamentale dell’iniziativa, che è quello di rendere inoperante l’accordo separato e conseguentemente riaprire il tavolo nazionale. La generalizzazione delle vertenze deve avvenire confermando le richieste fondamentali della “griglia” a suo tempo definita. Esse sono l’obiettivo dell’aumento salariale eguale per tutti e che in ogni caso garantisca al III livello una cifra vicina a quella della richiesta nazionale presentata (135 euro). Inoltre sono decisive le clausole di ultrattività per l’accordo del ’99, in particolare per i contratti a termine, part-time, appalti e trasferimenti di ramo d’azienda, contratti atipici, orari di lavoro. Va infine definito un tempo massimo di precarietà oltre il quale si viene assunti a tempo indeterminato. Resta confermato il principio per cui ogni vertenza pre-contrattuale deve ricevere il mandato referendario della maggioranza dei lavoratori. La Fiom nazionale è impegnata direttamente a verificare sul terreno dell’iniziativa pre-contrattuale le situazioni di difficoltà. 4. Mentre proseguono l’iniziativa per il Contratto nazionale e quella per le intese pre-contrattuali, vanno aperte alle loro scadenze naturali le vertenze per il rinnovo degli accordi di II livello. Come la Fiom ha più volte affermato i due livelli di contrattazione vanno egualmente difesi e sviluppati. Per queste ragioni la Fiom affida al rinnovo dei premi di risultato e degli accordi aziendali compiti decisivi per migliorare il salario e le condizioni di lavoro e per tutelare i lavoratori sul terreno dei diritti. Per queste ragioni sono da respingere i tentativi per definire nella contrattazione decentrata e di secondo livello deroghe negative al contratto nazionale o per affermare doppi regimi dei diritti e dei salari a danno dei nuovi assunti. Nelle aziende ove siano state sottoscritte intese pre-contrattuali le vertenze per i rinnovi avverranno sugli specifici temi aziendali. In queste aziende le migliori relazioni sindacali e l’assenza del contenzioso sull’accordo separato rendono possibile la contrattazione anche in un quadro non conflittuale. Nelle aziende che sostengono le posizioni della Federmeccanica sul Contratto nazionale e rifiutano i pre-contratti, la gestione delle vertenze aziendali avverrà nella continuità della mobilitazione e della lotta. Là ove gli accordi aziendali scadono contemporaneamente al confronto pre-contrattuale, si potrà procedere, con il consenso dei lavoratori, alla unificazione delle due vertenze, mantenendo inalterati i vari obiettivi rivendicativi. Tale unificazione potrà avvenire anche assieme alle altre organizzazioni, alla condizione della piena esigibilità delle regole democratiche sopra definite. In caso diverso sarà la Fiom a procedere autonomamente all’unificazione delle vertenze.
5.
I contenuti principali della contrattazione aziendale che la Fiom
propone sono i seguenti: -
piena assunzione dei contenuti dei pre-contratti, là ove si
proceda all’unificazione delle vertenze. Questo significa che dovrà essere
istituita una voce salariale, non assorbibile nell’ambito della contrattazione
aziendale, che corrisponda alla differenza tra l’aumento definito
dall’accordo separato e quanto richiesto dalla Fiom a livello nazionale. -
Il rinnovo del Pdr deve avvenire dopo un’attenta analisi di
quanto ottenuto con le formule precedenti. Va superato il legame dei premi con
la presenza. La Fiom esprime un giudizio negativo sul legame tra il salario e la
redditività aziendale e si pone l’obiettivo di superarlo completamente. In
ogni caso in questa fase vertenziale tale legame dovrà essere fortemente
ridimensionato. Va definito il pieno consolidamento dei premi passati e va
garantita una quota mensile per quanto riguarda l’aumento, non soggetta a
variazioni. La parte variabile, che dovrà essere inferiore a quella fissa, potrà
essere corrisposta in un’unica tranche. Il livello complessivo dell’aumento
deve garantire, assieme alla quota per il Contratto nazionale, un aumento del
salario reale dei metalmeccanici, ai fini di un primo
recupero di quanto perso nel passato. -
A livello aziendale occorre aprire il tavolo sull’inquadramento
professionale. Va conquistato il diritto delle Rsu a discutere ogni anno i
passaggi di categoria e l’inquadramento dei lavoratori. Vanno definiti criteri
di evoluzione professionale legati alla formazione, ed allo sviluppo delle
competenze di specializzazione verticale e orizzontale connesse alle complessità
e all’autonomia del lavoro. Va definito un percorso certo per l’evoluzione
professionale e di qualifica dei lavoratori bloccati da tempo nella stessa
categoria. Complessivamente la materia dell’inquadramento professionale dei
lavoratori deve essere parte delle vertenze aziendali. A tale scopo vanno
sviluppate le più ampie sperimentazioni che dovranno essere successivamente
discusse e portate a sintesi nella categoria, sia rispetto all’inquadramento
dei lavoratori, si rispetto all’evoluzione delle carriere. Tali
sperimentazioni dovranno coinvolgere tutte le figure professionali, fino ai
livelli più alti dell’inquadramento aziendale. In tale ambito decisiva sarà
la valorizzazione della professionalità rispetto alla gerarchia. -
Sui diritti e sugli orari, si dovranno sviluppare ulteriormente le
conquiste normative dei pre-contratti. Va quindi definita una percentuale
massima, tra il 10 e il 15%, per tutte le forme di contratto a termine,
comprensive del lavoro interinale. La percentuale più bassa va assunta nel caso
di avvio ex novo di assunzioni precarie, quella più alta quando si tratta di
ridurre aree diffuse di lavoro precario. Va assunta tutta l’impostazione della
Fiom per impedire l’applicazione della legislazione sul lavoro. Va definita
una clausola che impegni l’azienda all’accordo con le Rsu e tutte le loro
componenti. In particolare occorre, sin dall’inizio, far sì che le aziende si
impegnino a non utilizzare le forme più deteriori di lavoro precario e si
impegnino a regolare la materia degli appalti e della terziarizzazione secondo
quanto previsto dal Contratto del ’99. E’ decisivo agire d’anticipo, in
maniera che le imprese costruiscano percorsi occupazionali alternativi a quelli
previsti dalla Legge. Per quanto riguarda gli orari, va rigidamente confermato
il testo contrattuale del ’99, sia per l’orario settimanale, che per quello
giornaliero, che per gli straordinari. Vanno definite iniziative per il
controllo degli orari di fatto. Ove le aziende chiedano l’introduzione di
nuovi turni di lavoro va ridotto l’orario. Va confermata la volontarietà del
part-time. - Più specificamente sulle condizioni di lavoro occorre sviluppare una forte iniziativa per contrattare i tempi di lavoro e ridurre l’intensità della prestazione. Va contrastata l’introduzione del Tmc2, delle nuove forme di metrica che tagliano drasticamente le pause, e il ripristino delle forme più spinte del taylorismo. Sulle condizioni di lavoro occorre una forte iniziativa sull’ambiente e sulla sicurezza. In particolare occorre rivendicare la consegna agli Rls dei documenti di valutazione del rischio. Occorre definire un momento aziendale di verifica sullo stato della salute e della prevenzione dei lavoratori, caratterizzata da un’assemblea annuale sui temi della sicurezza e da una verifica complessiva con l’azienda. L’iniziativa
nella Fiom a tutela della salute deve in ogni caso essere continua, con la
richiesta di ispezioni da parte delle autorità competenti, l’utilizzo di
tutte le forme di denuncia alle autorità delle violazioni delle norme, la
costituzione di parte civile dell’organizzazione di fronte a gravi infortuni. - I Lavoratori migranti dovranno trovare nelle vertenze aziendali prime soluzioni alle questioni che più riguardano la loro condizione. Dalle mense, ai permessi, alla gestione delle ferie, alla responsabilizzazione delle imprese sulla loro integrazione sociale, alla formazione, le vertenze aziendali dovranno affrontare i più urgenti problemi di questi lavoratori.
6. L’iniziativa sul Contratto nazionale e le vertenze aziendali si intrecceranno sempre di più con problemi occupazionali e di ristrutturazione delle imprese. La stagnazione economica e la debolezza competitiva del sistema industriale italiano, le difficoltà finanziarie e la speculazione possono produrre pesanti processi di riorganizzazione. La Fiom intende accompagnare l’iniziativa vertenziale con una forte mobilitazione sul terreno dell’occupazione e dello sviluppo. Questo significa dedicare una parte rilevante del confronto con le imprese ai temi della garanzia dell’occupazione e dello sviluppo produttivo. In particolare vanno conquistati impegni precisi contro la delocalizzazione delle imprese per la continuità del processo produttivo e dell’occupazione. Occorre conquistare l’impegno all’utilizzo di strumenti alternativi alla mobilità e ai licenziamenti nella gestione delle crisi, con il rilancio dei contratti di solidarietà. Occorre contrastare i processi di terziarizzazione, appalto e delocalizzazione, con regole rigorose e con l’impegno al confronto e all’intesa preventiva con le Rsu. Va definita la contrattazione di sito e sperimentata quella di filiera produttiva, come strumenti fondamentali per il governo dei processi di ristrutturazione. Occorre, infine, agire con logiche di settore per coordinare l’iniziativa rivendicativa e quella a difesa dell’occupazione.
7. L’iniziativa contrattuale della Fiom avviene in un momento di attacco generale ai diritti del lavoro e allo stato sociale. La Fiom ritiene necessario avviare una nuova fase di mobilitazione e chiede alle confederazioni, e in ogni caso alla Cgil, di promuovere una consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori sulle proposte del sindacato per difendere ed estendere lo stato sociale. Di fronte al mancato ritiro della delega previdenziale da parte del Governo, la Fiom chiede alle confederazioni, ed in ogni caso alla Cgil, la proclamazione dello sciopero generale. Lo sciopero dovrà essere strumento per il rilancio di un grande e diffuso movimento di lotta, per il rafforzamento dello stato sociale e dei diritti del lavoro. Riccione, 16 gennaio 2004 Approvato a larga maggioranza con 6 contrari e 27 astenuti |