COMUNICATO STAMPA

 

 Ordine del giorno del C.D. della CGIL del 9 ottobre 2003

 

Il C.D. della Camera del Lavoro di Reggio ribadisce il pieno sostegno della CGIL alle vertenze aperte dalla FIOM per stipulare i Precontratti, con l’obiettivo di riaprire la vertenza nazionale per il rinnovo dei CCNL dei metalmeccanici, salvaguardare il potere d’acquisto delle retribuzioni dall’inflazione reale, porre limiti e regole all’utilizzo delle forme di lavoro precario, dare stabilità e qualità al lavoro.

I risultati sin qui conseguiti, sia a livello locale che nazionale, la grande partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alle iniziative di mobilitazione promosse dalla FIOM, dimostrano quanto sia giusta e legittima l’iniziativa intrapresa.

Una iniziativa resasi necessaria a seguito di un atto compiuto, la firma dell’accordo separato da parte di FIM e UILM (organizzazioni minoritarie nel comparto metalmeccanico), che ha leso profondamente il diritto democratico di tutti i lavoratori di decidere sui contratti che li riguardano. A maggior ragione a Reggio dove l’87% dei lavoratori iscritti ad un sindacato dei metalmeccanici ha in tasca la tessera della FIOM. Non è credibile che questi lavoratori dicessero alla Confindustria a fronte di un accordo separato: “prego si accomodi”.

L’attacco sferrato da Confindustria, alla quale si sono accodate anche le altre Associazioni Imprenditoriali della nostra provincia, è quantomeno inverosimile oltre che inaccettabile.

Sono del tutto infondate le tesi secondo le quali si vorrebbe fare di Reggio una sorta di “laboratorio nazionale”, con una prevalente finalità di tipo politico.

Niente è più distante dal vero. Quanto sta avvenendo nel comparto metalmeccanico, come diversi osservatori attenti hanno messo in evidenza, è indicativo di una condizione di disagio sociale che nasce soprattutto da un impoverimento delle condizioni di lavoro, che ha radici profonde e che continua ad essere incredibilmente sottovalutata dalle forze imprenditoriali.

Tre argomenti inoltre, tra quelli sollevati dalle Associazioni Imprenditoriali, ci sorprendono:

·        Hanno scelto di sottoscrivere l’accordo separato con FIM e UILM, ma a questo punto parrebbe la vicenda non essere più “affare loro”; sarebbe dicono “un contenzioso politico tra i sindacati” e l’accordo valido a prescindere da ogni considerazione di merito.

·        La Fiom e la CGIL sarebbero responsabili della “rottura a livello locale della pace sociale” minando in questo modo la possibilità dello sviluppo.

·        Il riaprirsi di una conflittualità sociale a livello locale e la importante solidarietà espressa da alcuni Consigli Comunali alle lavoratrici e ai lavoratori, minerebbe il “diritto di cittadinanza dell’impresa”.

Si tratta di argomentazioni a dir poco peregrine che testimoniano la straordinaria capacità delle Associazioni Imprenditoriali reggiane di negare le proprie responsabilità, fino al punto di rovesciare la realtà stessa delle cose. E’ evidente la contraddizione nella quale sono cadute queste Associazioni: negano il diritto ai Consigli Comunali di esprimere solidarietà alla lotta dei metalmeccanici e, nel contempo, pretendono che le stesse Istituzioni sostengano le loro istanze. Ci pare una visione un po’ autoritaria dei rapporti sociali, tant’è  che non è da oggi che anche nella nostra provincia si voglia imporre una sorta di “pensiero unico” dove le sole esigenze delle imprese avrebbe appunto “diritto di cittadinanza”.

Ancor peggio la Confindustria che nell’ultima assemblea di Federmeccanica svoltasi a Reggio e in una nota fatta circolare tra i propri associati, definisce le lotte dei lavoratori atti “illegittimi e provocatori” e invita le imprese a denunciare alla Magistratura i propri dipendenti.

Non solo la ragione sta con ogni evidenza dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici, ma la crescente adesione di molti imprenditori ai precontratti dimostra che la strada intrapresa dalla Confindustria e dalle altre Associazioni ha sempre meno seguito.

Al nostro Sindacato, che in tutto il corso del 20° secolo è stato ed è il protagonista principe delle lotte e delle iniziative che sono state portate avanti nel nostro territorio per assicurare a tutti un livello evoluto ed equo di sviluppo economico-sociale, vengono mosse accuse che semplicemente respingiamo.

Ci sorprende e ci amareggia che al coro dei falchi di Confindustria si accodino anche associazioni come Legacoop che, al contrario dovrebbero avere nel loro dna il rispetto dei diritti di chi lavora, tra i quali c’è anche il diritto ad organizzarsi in sindacato ed a far valere un punto di vista autonomo rispetto a quello dell’impresa. Ci pare lecito domandarci inoltre, sulla base di quale rapporto democratico Legacoop abbia deciso di pronunciarsi contro la vertenza dei metalmeccanici, senza consultare in alcun modo la propria base associativa, composta anche da migliaia di lavoratori. La CGIL si farà carico a questo proposito di promuovere nelle prossime settimane una discussione tra i lavoratori della cooperazione con l’obiettivo, tra l’altro, di valutare le negative ricadute della Legge 30 sui soci-lavoratori.

Tutte le Associazioni che si sono accodate alla Confindustria dovrebbero riflettere sul fatto che sono aperti Contratti Nazionali che coinvolgono nella nostra provincia oltre 50.000 lavoratori. Alla CNA e alla Confartigianto chiediamo di spiegare le ragioni per le quali i lavoratori delle loro imprese attendono da oltre 2 anni un rinnovo contrattuale che non arriva. Lo stesso vale per il Pubblico Impiego.

Il Comitato Direttivo della Camera del Lavoro Territoriale approvando all’unanimità il presente o.d.g. impegna tutta la propria organizzazione a sostenere la categoria dei metalmeccanici nella preparazione della importante manifestazione nazionale del 7 novembre prossimo.