Belluno, 30 ottobre 2003: sciopero per rivendicare il contratto nazionale e per rispondere agli attacchi di Federmeccanica
Oggi
nella provincia di Belluno i lavoratori metalmeccanici hanno scioperato per
rivendicare il contratto nazionale e per rispondere agli attacchi di
Federmeccanica: per la prima volta in questa provincia è stato proclamato lo
sciopero generale della categoria, con l’adesione della Cgil di Belluno.
L’adesione dei lavoratori è stata massiccia, le fabbriche si sono
praticamente svuotate. La
manifestazione ha visto in piazza circa 700 persone, con delegazioni provenienti
da tutte le province del Veneto e delegazioni di varie categorie della Cgil.
Hanno aderito anche associazioni di volontariato e l’associazione degli
studenti Uds. Tutti i partiti del centrosinistra hanno espresso solidarietà ai
lavoratori e alle lotte dei metalmeccanici. Dopo
il corteo che ha attraversato il centro città, la manifestazione si è conclusa
al Teatro Giovanni XXIII. Il
Segretario generale della Fiom di Belluno, Renato Bressan, ha
sottolineato che questa è stata la risposta migliore alle minacce di
Federmeccanica di denunciare i delegati e la stessa Fiom se non ritirano le
iniziative di sciopero nelle aziende dove sono state presentate le vertenze per
i precontratti. Queste minacce, ha dichiarato, “non sono un atto sporadico, ma
tendono a mettere in discussione il diritto di sciopero, che è una delle libertà
democratiche di questo paese. Noi non condividiamo questa idea e perciò
protesteremo, ma sempre in modi civili. ” “Gli
industriali devono stare attenti ad andare avanti così, da 3 anni stanno
sperimentando cose strane con i metalmeccanici e devono riflettere bene coloro
che firmano accordi avallando questi esperimenti, che si prefiggono di
capovolgere le regole del mondo del lavoro. “ Il
Segretario generale della Cgil di Belluno, Giovanni Sbardella, ha
espresso piena adesione alla manifestazione: “Se qualcuno ha pensato che si
poteva firmare e andare avanti senza la Fiom, oggi ha avuto la risposta. La
battaglia per l’equità va portata fino in fondo e noi siamo sicuri di
vincerla.“ Ha
concluso la manifestazione Gianni Rinaldini, segretario generale della
Fiom. Ecco alcuni passaggi del suo discorso : “I
lavoratori stanno affrontando un grande conflitto sociale. Cosa sta succedendo?
Ci sono atti inusuali, dichiarazioni di parlamentari dal tono intimidatorio, un
incremento della presenza delle forze dell’ordine a ogni nostra
manifestazione, a ogni sciopero. Probabilmente
da qui al 7 novembre i tentativi di innalzare i toni continueranno. Ma noi siamo
abituati ad affrontare conflitti sociali. Se
passa l’idea che è possibile firmare i contratti e farli valere senza che i
lavoratori possano esprimere la loro opinione – cioè affermare che
l’opinione dei lavoratori non conta – allora il risultato è che i
lavoratori sono cancellati dalla scena sociale: questa è la posta in gioco
nello scontro di questi giorni. Invece
per la Fiom è vincolante l’espressione del voto dei lavoratori. Infatti è
con il mandato dei lavoratori, e solo se abbiamo quel mandato, che noi
presentiamo le piattaforme dei precontratti. Perché il nostro scopo è di
trasferire il conflitto nei luoghi di lavoro, per rendere inapplicabile
l’intesa firmata con Federmeccanica e la legge 30. La strada che abbiamo scelto è difficile, l’impegno profuso in queste lotte è pesante, ma non ci fermeremo. Nessuno si illuda, lo sciopero del 7 novembre non è il momento culminante e conclusivo, è un momento unificante che rilancia ancora di più le lotte nei luoghi di lavoro.” |