Assemblea nazionale delle delegate e dei delegati

 metalmeccanici Fiom

 

APPELLO ALLE LAVORATRICI E AI LAVORATORI METALMECCANICI

Prima di tutto sì alla pace, no alla guerra, no alla guerra all’Iraq, no alla guerra per il petrolio.

La Fiom, dopo la partecipazione alla manifestazione del 15 a Roma, chiama tutte le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici a continuare la mobilitazione, fino allo sciopero.

Ci opponiamo alla guerra, senza se e senza ma, e ci opponiamo ad ogni forma di coinvolgimento in essa dell’Italia, vietato dalla Costituzione della Repubblica. La  guerra deve essere ripudiata da tutto il mondo del lavoro in tutti i paesi, per questo la Fiom ha chiesto uno sciopero europeo contro la guerra.

La guerra mette tutto in discussione, mentre la pace è la premessa indispensabile e irrinunciabile, per affermare i diritti dei popoli e nei popoli.

Da tanti anni a questa parte, mai si era scatenato un attacco cosi prepotente alle condizioni, alla sicurezza e ai diritti del lavoro.

La crisi industriale colpisce in modo devastante. Sempre più spesso le aziende affrontano le crisi con il ricorso ai licenziamenti, intere fabbriche sono chiuse, siti industriali sono smantellati. 

Oltre 80.000 metalmeccanici rischiano il posto o sono già stati espulsi dalle fabbriche. 30.000 assunti con contratti precari sono stati licenziati.

La situazione della FIAT, l’accordo tra L’azienda ed il Governo,che costituisce un totale stravolgimento delle regole della rappresentanza sindacale, rappresenta  un’esplicita operazione di smantellamento del settore dell’auto, con il licenziamento di decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici in tutta la filiera automobilistica.

Per questo la vertenza FIAT segna per tutta la per tutta la categoria un impegno fondamentale. Tutte le crisi industriali non possono più essere lasciate in mano al gioco e agli affari dei potenti. La politica, le istituzioni, debbono riassumere il ruolo che loro spetta in una società democratica.

Le crisi sono le conseguenze di scelte di politica industriale che nel corso di questi anni sono state finalizzate alla riduzione dei diritti, delle tutele, del costo del lavoro.

Il sistema industriale, ed in particolare l’industria metalmeccanica hanno perso competitività, non certo per colpa dei lavoratori, ma per le politiche sbagliate, gli errori e le miopie delle imprese.

Nonostante la medicina si sia rivelata sbagliata, oggi Confindustria e Governo la vogliono prescrivere a dosi sempre più forti. Flessibilità selvaggia e peggioramento delle condizioni di lavoro, licenziamenti dei lavoratori anziani e precarietà per i più giovani.

Attacco ai diritti sociali e contrattuali, alle pensioni, alla sanità, alla scuola. Ingiustizia fiscale, ingiustizia sociale, crescono sempre più.

Eppure si dice che tutto questo non basta ancora.

Bisogna reagire. Bisogna impedire che la crisi industriale divenga l’occasione per un’ulteriore aggressione ai diritti del lavoro, per la generalizzazione della precarietà.

Le deleghe sul lavoro che il Governo sta facendo approvare al Parlamento, sconvolgono ulteriormente leggi e contratti.

Invece che rispondere alla crisi con più sicurezza e rispetto per il lavoro, il Governo e la Confindustria vogliono liberalizzare totalmente gli appalti, mettere i lavoratori a disposizione delle aziende senza orario prefissato, legittimare il caporalato, aggirare le tutele contrattuali con nuove forme d’assunzioni in affitto al di fuori di tutte le norme esistenti.

Corona tutto questo l’attacco all’articolo 18, che vuole togliere alle lavoratrici ed ai lavoratori il più sacrosanto dei diritti, quello ad essere difesi contro il licenziamento ingiusto. 

Federmeccanica e Confindustria mettono in discussione il diritto di sciopero e, con gli accordi separati, la democrazia e la libertà sindacale.

Bisogna reagire con la mobilitazione democratica e con la lotta nei luoghi di lavoro, per impedire che questa stagione d’aggressione ai diritti del lavoro, si consolidi in una svolta negativa che porterebbe il nostro paese indietro di cinquant’anni.

La Fiom chiede a tutte le lavoratrici e ai lavoratori metalmeccanici di impegnarsi a far sì che il futuro, di coloro che oggi sono in fabbrica e delle nuove generazioni che verranno, non sia irrimediabilmente compromesso. Il lavoro non è una merce, non può essere trattato come peggio delle altre merci.  

L’ASSEMBLEA dei delegati chiama tutte le lavoratrici e i lavoratori a scioperare per 8 ore il 21 Febbraio per la difesa dei diritti, dell’occupazione, contro ogni attacco al diritto di sciopero e alle libertà sindacali.

La Fiom rivendica la particolare rappresentatività della piattaforma contrattuale presentata che è stata votata da 453.000 metalmeccanici e chiede il rispetto dei principi contenuti nell’articolo 39 della Costituzione.

La Fiom ritiene che le richieste presentate, sul salario, sui diritti, per migliori condizioni di lavoro e per ridurre la precarietà, non mettano in discussione le regole contrattuali esistenti. Sta alle imprese mostrare una chiara volontà di investire sul futuro e sul valore del lavoro.

La Fiom sta osservando le regole della contrattazione, nonostante la controparte le abbia radicalmente messe in discussione con tutti i suoi comportamenti e le sue scelte. Per questo qualsiasi atto della controparte teso a modificare il quadro di un normale confronto sindacale, a prefigurare l’esclusione della Fiom, a definire azioni che colpiscono il diritto di sciopero e le libertà dei lavoratori, sarà considerata un’azione diretta che viola il sistema di regole definite.

Federmeccanica e Confindustria debbono sapere che la Fiom non rinuncerà mai a realizzare un contratto corrispondente al mandato ricevuto con il referendum.

Per le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici questo è un momento di difficoltà senza precedenti; per superarlo occorrono solidarietà, coerenza, rigore e determinazione. Così la categoria e tutto il mondo del lavoro hanno costruito i diritti e le conquiste che oggi sono messi in discussione.  La lotta è sicuramente dura e non facile, ma essa oggi non ha alcun’alternativa.

Per questo la Fiom propone a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori metalmeccanici, un percorso d’iniziative e mobilitazione, di cui i primi impegni sono:

- L’estensione del movimento di lotta per DIFENDERE il LAVORO in tutte le aziende ove esistono problemi occupazionali, condizioni precarie del lavoro, attacchi ai diritti e flessibilità selvaggia, e conferma le scelte compiute contro gli accordi separati;

- La costituzione di una CASSA di RESISTENZA, finalizzata al sostegno dei lavoratori impegnati in iniziative di lotta gravose e prolungate nel tempo assieme al sostegno alle iniziative per conquistare il Contratto Nazionale. Si chiederà a tutti i cittadini e ai lavoratori di contribuire a questa cassa ed in particolare ai metalmeccanici di versare l’equivalente di 4 ore di lavoro;

- L’avvio di una iniziativa permanente contro la PRECARIZZAZIONE assieme ai movimenti antiliberisti;

- La partecipazione organizzata di tutta la categoria alla MANIFESTAZIONE della CGIL per i DIRITTI del 15 Marzo a Milano;

- La mobilitazione per la vittoria del “SI” del REFERENDUM, per estendere a tutte e a tutti l’articolo 18, per affermare così il sacrosanto diritto alla giusta causa e favorire una legislazione che estenda diritti e tutele a tutto il mondo del lavoro;

- Il ricorso all’azione sindacale e a tutte le vie di legge per tutelare il DIRITTO di SCIOPERO, le libertà sindacali e i diritti democratici dei lavoratori.

- Una giornata di mobilitazione per il DIRITTO all’INFORMAZIONE sulle lotte per il lavoro e sulla vertenza contrattuale dei metalmeccanici, con presidi di fronte a tutte le principali sedi RAI e MEDIASET.

ALTRO SI FARA’ SE CE NE SARA’ BISOGNO, ASSIEME CE LA POSSIAMO FARE.

 

La Presidenza dell’Assemblea delle delegate e dei delegati Fiom-Cgil

 

Bologna, 14 febbraio 2003