Oscurati. Il silenzio sul lavoro nei mass media: disattenzione, rimozione o censura? Roma, 19 dicembre 2003
Si è svolto oggi a Roma, presso la sede nazionale della Federazione della Stampa un incontro organizzato dalla Fiom con il mondo dell’informazione, dal titolo: “Oscurati. Il silenzio sul lavoro nei mass media: disattenzione, rimozione o censura?” All’incontro sono stati invitati direttori di quotidiani, giornali radio e telegiornali, operatori dell’informazione, rappresentanti delle organizzazioni sindacali del settore. Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom, ha aperto il dibattito sintetizzando quella che è un po’ la situazione attuale dell’informazione intorno al mondo del lavoro; in riferimento al recente sciopero degli autoferrotranvieri, ad esempio, ha sottolineato come è ormai necessario alzare oltremodo la voce per ricevere un minimo di attenzione verso problemi che durano da anni e che riguardano intere categorie di lavoratori. Chiaramente il caso dei metalmeccanici – ha
proseguito Cremaschi – è tra quelli più eclatanti con, ad esempio, solo
pochi secondi dedicati dai tg nazionali alla manifestazione nazionale del 7
novembre che ha riunito a Roma quasi 200.000 tute blu. “Si
parla del sindacato – ha precisato il segretario nazionale della Fiom –
nella sua dimensione politica e non come rappresentante dei lavoratori”. A
proposito della legge Gasparri, Cremaschi ha affermato che la Fiom è
chiaramente tra coloro che lottano contro questo e tutti gli altri tentativi di
ridurre il pluralismo nell’informazione. La
parola è poi passata agli esponenti dell’informazione presenti; Dino
Sorgonà (Tg1 economia) ha sottolineato la necessità di scendere nel
“patologico”, nella sofferenza del lavoro, ricercando anche, come ha fatto
recentemente la sua redazione, una controinformazione ai dati ufficiali dell’Istat. “La
situazione, oggi, del sistema dell’informazione – ha affermato Paolo
Serventi Longhi (Federazione nazionale della Stampa) – prevede che tutto
sia preimpostato prima che succeda”. “Noi
giornalisti – ha continuato – abbiamo tentato di reagire, di difendere i
nostri spazi, ma non ci siamo riusciti e abbiamo 'calato le braghe'. Abbiamo
quindi cominciato una battaglia politica perché tale è il problema, che si
evidenzia con una legge come la Gasparri che prende in giro il presidente della
Repubblica e i cittadini”. E
di come ci si sta muovendo riguardo questa legge ha manifestato preoccupazione Sandro
Curzi (Liberazione), poiché “la reazione è in mano a persone che non
sanno come muoversi”. “Ringraziamo
la Fiom – ha aggiunto Curzi – perché ci ha chiamati attorno a un tavolo,
dove però constatiamo di essere ormai una forza marginale.” La
necessità di un osservatorio sull’informazione è la proposta che Roberto
Natale (Usigrai, sindacato dei giornalisti Rai) ha avanzato per monitorare
l’informazione. “La battaglia alla Gasparri – ha detto Natale – è
necessaria ma assolutamente non sufficiente.” Michele
Santoro ha cominciato il suo
intervento affermando che “il punto al quale siamo arrivati è drammaticamente
delicato”. “Il
sindacato, nei suoi ambiti – ha continuato Santoro – riesce a fare ben poco
all’interno delle aziende. Addirittura un dibattito come quello di oggi è
molto difficile con i nostri colleghi.” Anche
per il conduttore di “Sciuscià” è molto diminuito il potere dei
giornalisti, visto che non si è riusciti neanche a evitare
l’”archiviazione” di un giornalista come Enzo Biagi, alla quale era
contrario il 70-80% dell’opinione pubblica. La
proposta di Santoro, in questo momento complicato, è quella di uno sciopero
alla rovescia che coinvolga in una trasmissione sul tema del lavoro i
giornalisti che attualmente non lavorano. Sergio
Bellucci ha richiamato
l’attenzione sull’accelerazione che nei prossimi mesi subirà il problema
della par condicio con la situazione sempre più sbilanciata degli spazi
televisivi e d’affissione. Ritornando
agli autoferrotranvieri Fulvio Fammoni, segretario generale della
Slc-Cgil, ha sottolineato che anche quando si riesce a emergere l’effetto
danno è straordinario poiché di questa vicenda nei tg se ne è parlato per 10
minuti riguardo i disagi creati al paese e per 1 minuto riguardo la condizione
di quei lavoratori. La
denuncia “drammatica” di Cremaschi è stata richiamata da Piero
Sansonetti de “l’Unità” che ha rimarcato come il pluralismo, oggi,
sia inteso come semplice divisione degli spazi riservati ai partiti, quando
anche il più bistrattato fra i politici di sinistra ha molti più spazi di
quelli riservati all’argomento lavoro. “Il
giornalismo italiano – ha continuato Sansonetti – è in crisi profonda, in
divorzio dai fatti. Chi lo gestisce, i gruppi dirigenti, non ha i mezzi per
affrontare questa crisi.” Ferruccio
Iaccarino (Emi.li. Tv) si è
detto convinto dell’esistenza di uno spazio enorme da poter sfruttare,
costituito dalle piccole e piccolissime realtà ormai ben radicate nel proprio
territorio ma che hanno bisogno di contenuti. L’incontro
è stato concluso da Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom,
che si è detto soddisfatto di questo dibattito. “A
prescindere che ci sia o meno un regime – ha detto Rinaldini – il vero
problema è il liberismo, un processo in atto del quale o ne sei parte o lo
combatti.” “La questione dei metalmeccanici – ha proseguito entrando nel merito della categoria che rappresenta – è semplicemente legata alla democrazia. I lavoratori, da due anni, chiedono soltanto di poter votare il loro contratto.” Citando alcuni casi di fabbriche in allarme come Mirafiori e Pozzilli, Rinaldini
ha avvertito che se passa l’idea che si possono firmare i contratti con chi
pare e che i lavoratori non possono votare i loro contratti, essi non avranno più
voce in capitolo. Infine,
Rinaldini ha preso atto delle proposte avanzate da più parti nel corso della
mattinata proponendo egli stesso delle assemblee sul lavoro in alcuni
stabilimenti industriali. Fiomnet |
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