APPELLO PRESENTATOALL’ASSEMBLEA NAZIONALE DEI QUADRI E DEI DELEGATI DELLA FIOM-CGILFirenze, 3 luglio 2002 Lavoratrici e lavoratori
metalmeccanici
E’
questo un momento grave e difficile per tutto il mondo del lavoro. Il Governo e
la Confindustria hanno scatenato un attacco senza precedenti ai diritti delle
lavoratrici e dei lavoratori, a partire da quello sull’articolo 18. Di fronte
a questo attacco la risposta di lotta è stata eccezionale, ma la divisione tra
i sindacati ha ridato spazio e fiato all’azione delle controparti. Ora si
delinea un accordo separato che rappresenta un danno immenso per i lavoratori
perché avviene su una questione fondamentale come la tutela contro i
licenziamenti ingiusti. La
Cgil e la Fiom hanno coerentemente sostenuto gli impegni assunti a difesa dei
diritti del lavoro in tutte le manifestazioni e le lotte unitarie. Ancora
una volta la pratica deleteria
dell’accordo separato cancella il mandato
dei lavoratori e colpisce la democrazia sindacale. La
Cgil e la Fiom risponderanno all’accordo separato con la continuazione della
lotta, respingendo ogni vergognosa speculazione che accosti il conflitto sociale
e la battaglia democratica con quel terrorismo che è primo nemico dei
lavoratori e dei loro diritti, e rivendicando, in alternativa
alla logica ed alla pratica degli accordi separati, la democrazia
sindacale ed il diritto a decidere delle lavoratrici e lavoratori. Il
31 dicembre scade il Contratto nazionale di lavoro e a partire dal 1° di
ottobre potrà essere presentata la piattaforma. Per realizzare un rinnovo
contrattuale utile e condiviso è necessario però, prima di tutto, risolvere
problemi lasciati aperti dall’accordo separato che esattamente un anno
fa Fim e Uilm hanno stipulato con Federmaccanica. Gravi
sono i danni di quell’accordo perché è stata diminuita la copertura
salariale rispetto all’inflazione dei lavoratori delle aziende della
Federmeccanica e soprattutto perché è stato violato il principio della
democrazia sindacale. Principio per il quale oltre 350.000 lavoratrici e
lavoratori metalmeccanici avevano sottoscritto la richiesta di referendum. Ora
tutti i nodi vengono al pettine, anche perché quell’accordo separato ha fatto
danni a tutto il mondo del lavoro, aprendo la strada a rotture sindacali ancor
più gravi, prima di tutto quella sull’articolo 18. Proprio perché la
situazione con le controparti è difficile e fare un buon contratto nazionale è
decisivo per le lavoratrici e i lavoratori, la Fiom intende proporre un
confronto trasparente sulle condizioni per realizzare positivamente la vertenza.
Queste
condizioni per noi sono: -
Prima di tutto la democrazia. Il prossimo Contratto nazionale dovrà
essere fatto con regole democratiche certe e non soggette alle diverse
valutazioni dei gruppi dirigenti sindacali. Chiediamo la certezza del voto
libero e segreto di tutti i lavoratori sulla piattaforma e sull’accordo, nonché
un percorso vero di partecipazione dei lavoratori nella elaborazione delle
richieste. -
Dev’essere sanata la ferita dell’accordo separato che ha impegnato
Fim e Uilm a non chiedere nel prossimo contratto il pieno recupero
dell’inflazione per i primi sei mesi del 2001 (una cifra pari ad almeno 18.000
delle vecchie lire). La nuova piattaforma dovrà integralmente recuperare questa
perdita. -
Si dovrà fare una piattaforma ed una vertenza contrattuale in grado di
difendere e sviluppare il ruolo del Contratto nazionale che resta, assieme
all’articolo 18 e a tutto lo Statuto dei lavoratori, il principale punto di
unità e di difesa dei diritti dei lavoratori in tutto il Paese. Esso non può
essere ridimensionato o sostituito con pratiche mercantili in enti bilaterali
che trasformerebbero il sindacato in una struttura parastatale. Il contratto
dovrà sicuramente garantire un completo recupero salariale, che non potrà più
basarsi su una inflazione programmata non concordata e non credibile. Dovrà
intervenire sulla professionalità, sul sistema degli orari e sulle condizioni
di lavoro, dovrà estendere i diritti per combattere la precarizzazione. La
Fiom intende proporre questi punti ai lavoratori e a tutte le organizzazioni
sindacali per realizzare su queste
basi una vertenza unitaria. E’ necessario che le lavoratrici e i lavoratori
metalmeccanici intervengano già da ora in questo confronto, partendo da
assemblee e discussioni in tutti i luoghi di lavoro. Il contratto nazionale
infatti appartiene alle lavoratrici e ai lavoratori e spetta ad essi dire la
prima così come l'ultima parola. Per questo bisogna sin d'ora stabilire regole
e principi che impediscano il ripetersi dell'esperienza negativa del passato e
soprattutto mettano un punto fermo alla logica distruttiva degli accordi
separati. In
ogni caso la Fiom riporterà in tutti i luoghi di lavoro il risultato di questo
confronto entro settembre, in tempo utile per l’avvio della vertenza
contrattuale. A
quel punto saranno le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici a prendere tutte
le decisioni finali, necessarie per l’avvio della vertenza. La
Fiom fa appello a tutte le lavoratrici e ai lavoratori affinché continui si
intensifichi la mobilitazione contro l’attacco del Governo e della
Confindustria ai diritti dei lavoratori e per difendere ed estendere a tutte e a
tutti l’articolo 18. Nello stesso tempo è necessario far crescere la lotta
per la difesa dell'occupazione, a partire dallo sciopero del gruppo Fiat e della
componentistica del 12 luglio, proclamato perché è in discussione la
sopravvivenza stessa del settore auto in Italia, con il rischio di un ulteriore
impoverimento dell’intero sistema industriale del paese. La Fiom non è
disponibile a subire ed a registrare passivamente questo processo, per questo è
necessaria la lotta. La
mobilitazione dovrà riprendere subito dopo la pausa feriale e unificare tutti
i problemi aperti nella categoria. Per questo alla fine di settembre è
necessario un appuntamento di lotta, uno sciopero nazionale, di tutti i
metalmeccanici. Perché
bisogna impedire che la crisi della new economy ed il mancato raggiungimento
degli obiettivi di crescita previsti dal Governo si traducano in un nuovo
degrado del sistema industriale, in licenziamenti più o meno mascherati. Perché
bisogna conquistare una politica industriale fondata sulla qualità dello
sviluppo, sulla innovazione e la ricerca, sulla valorizzazione del sistema
produttivo e del lavoro, anziché sull’abbattimento del costo del lavoro e
sull’attacco ai diritti. Perché
bisogna fermare il processo di precarizzazione del lavoro che peggiora tutta la
condizione di lavoro e colpisce la stessa dignità delle persone, a partire dai
più giovani. Perché
bisogna affermare il diritto dei metalmeccanici al contratto nazionale. Il
massimo di partecipazione nella discussione democratica e la convinta adesione
alle necessarie iniziative di lotta, sono le basi sulle quali costruire una
nuova fase rivendicativa, che, rispondendo all’attacco in corso, sappia far
valere i bisogni ed i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. |