Terni, 6 giugno 2001 |
A Terni, il centenario Fiom, viene celebrato in un antico palazzo recentemente ristrutturato,"Palazzo Gazzoli".
I primi interventi di due operai sono delle ricognizioni storiche del percorso sindacale della classe operaia di questa città. Non è certo casuale se ognuno di loro nel proprio intervento fa riferimento alla fame sofferta durante la guerra, oltre che alle difficoltà patite come operai. Ma nonostante la fame, la guerra e le loro condizioni disgraziate, questi operai rappresentavano davvero un bel gruppo animato da una passione autentica e da una profonda dignità acquisita dal senso collettivo che davano al lavoro.
Tutti gli interventi sono pervasi da grande umanità, dal ricordo relativo a luoghi, tragitti, biciclette ecc., e contestualmente dalla consapevolezza di essere stata una classe operaia importante per Terni, importante anche per diffusione e radicamento nel tessuto della popolazione stessa. Nella città infatti ci sono state più di 10.000 unità impiegate in fabbrica: una media di 1 su 10. Questo ha contribuito a determinare una forte interazione tra la popolazione e le amministrazioni locali, le quali sono state nella maggior parte delle volte di sinistra.
Giancarlo Battistelli, segretario generale Flai
Ho vissuto un'esperienza lunga 10 anni come segretario Fiom di Terni durante il periodo a cavallo del 1970, anni permeati da un clima particolare e dalla presenza di condizioni che ti obbligavano necessariamente a scegliere la parte da cui volevi stare, e nelle cose si metteva tanta energia per affermare il proprio personale senso da dare alla vita.
Come segretario Fiom ho vissuto una fase complicata, cioè quella del passaggio in fabbrica dalle tradizioni alle grandi ristrutturazioni, e si avvertiva chiaro il peso di quello che stava accadendo e la difficoltà a capire i repentini fenomeni che avvenivano. Il ricordo più nitido e significativo che ho è quello legato al mio ingresso in fabbrica: i vecchi operai consigliavano di iscrivermi da subito al sindacato per difendere i miei interessi che coincidevano con quelli degli altri operai e dell'organizzazione. Adesso, invece, questo non accade, non si trasmettono più gli stessi princìpi ai giovani, al contrario si indirizzano a perseguire uno spiccato individualismo e ciò avviene anche tra noi compagni.
Per me questo è il problema più importante da risolvere, è necessario riaprire un confronto con le nuove generazioni affinché in fabbrica, così come è stato per noi, ci sia un processo di continuità per avere altri cento anni come questi.
Alvaro Valsenti, ex operaio Acciaierie Bosco (Terni)
I 100 anni della Fiom rappresentano un'occasione importante per far incontrare le vecchie e le nuove generazioni operaie di Terni. Io rappresento la generazione del dopoguerra e la storia delle acciaierie ternane di quel periodo è ricchissima di umanità: gli operai erano animati da uno spirito di solidarietà che investiva non solo i colleghi di lavoro, ma anche tutte le persone che vivevano al di fuori della fabbrica e che lottavano contro la guerra per l'affermazione della democrazia. In questo modo era possibile maturare una cultura politica, civile e democratica universalmente intesa. Sentimenti, questi, che oggi il più delle volte hanno lasciato il posto all'ambizione di conseguire posizioni sempre più rilevanti all'interno della fabbrica, esasperando il concetto di professionalità.
La mia generazione è cresciuta durante il periodo fascista, sotto l'oppressione che imponeva condizioni di lavoro inumane e di sfruttamento; c'era il lavoro a cottimo, la misurazione dei tempi nel turno, le condizioni ambientali del luogo di lavoro prescindevano qualunque misura di prevenzione. Oggi, grazie alle lotte operaie in sinergia con le istituzioni, a Terni le direzioni delle fabbriche si sono viste costrette ad assumere efficaci misure di sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro e i vantaggi ci sono stati anche sul piano salariale. Durante il fascismo era difficile mandare avanti una famiglia, anche se si era in quattro a lavorare; oltre alle condizioni insalubri in cui erano costretti a vivere gli operai, erano totalmente inesistenti opere di urbanizzazione all'interno della città.
In quel periodo le classi dirigenti pensavano soltanto alla guerra e per questo le casse dello Stato venivano spremute e non vi era alcuna possibilità di migliorare la qualità della vita delle gente.
Oggi lo sfruttamento della forza lavoro si esercita in altri modi e misure; le rivendicazioni sono differenti ma i motivi dello sfruttamento sono sempre gli stessi ed è importante ancora lottare.
Michele Dettori, delegato Fiom Acciai speciali Terni
Considero il centenario della Fiom come un momento di forte aggregazione, poiché esiste un reale e contingente problema della non unità dei sindacati ed è importante ricreare le condizioni per ristabilirla.
Nel ternano non esistono evidenti problemi di unità sindacale, ma è necessario occuparsi di quanto avviene a livello nazionale. La mia esperienza come delegato sindacale è di appena un anno, durante il quale, con i miei colleghi, siamo riusciti a conseguire risultati di buon livello, abbiamo avuto l'esperienza della piattaforma aziendale e conseguito premi e soluzioni al di fuori del contratto nazionale, sia a livello normativo che economico.