Convegno - Bologna, 4 giugno 2001

Interviste


Mimma Argurio - segretaria generale Fiom Trapani

A Trapani, dove il settore metalmeccanico è rappresentato dall'attività legata ai cantieri navali e alle industrie Fiat, il vero dramma è sempre e comunque la disoccupazione: quella giovanile arriva al 41% e quella generale al 21%, quindi questa condizione genera situazioni di squilibrio, nel senso che il datore di lavoro appare come il buon padre di famiglia, che per pura benevolenza concede la possibilità di lavorare a qualsiasi condizione a qualche fortunato, e tutto questo a scapito di una minima presa di coscienza sindacale da parte dei lavoratori. Accade quindi  che i giovani, nel trapanese, ignorino completamente i loro diritti e si rivolgano al sindacato in rari casi e unicamente per questioni vertenziali. Infine voglio precisare che a Trapani i datori di lavoro non ricorrono alle cosiddette "forme atipiche " di accesso al lavoro, piuttosto nella migliore ipotesi si utilizzano forme contrattuali quali i C.f.l.  altrimenti, come quasi sempre accade, offrono solo lavoro in nero.

 

Samanta Moscardini - delegata Fiom, Castelfranco

Lavoro presso una ditta, la Slm di Castelfranco, che produce termosaldatrici e stirelle. Nel luogo dove lavoro ci sono poche donne: 7 su 20 operai, di cui 3 sono addette all'amministrazione. Ho iniziato a lavorare molto giovane, a  15 anni ero già artigiana in una stamperia. Una parente mi ha spinto all'attività sindacale, e sono stata  eletta delegata  da tutti gli operai dell'azienda grazie alla mia giovane età, 24 anni, e perché devo soprattutto imparare ad aiutare tutti gli operai della fabbrica. Ho già partecipato ad altre manifestazioni sindacali tutte al femminile come questa, e ho notato che le donne nei luoghi di lavoro hanno tutte gli stessi problemi. Voglio aggiungere infine che il rapporto con il mio padrone è  del tutto inesistente, e sebbene io sia una delegata sindacale, vengo a conoscenza delle sue decisioni solo al momento conclusivo, quando queste diventano operative.

 

Katia Ridolfi - delegata Fiom, Crispellano

Lavoro per una ditta, Alberto Sassi spa , che si occupa della costruzione di ascensori e su 100 operai 10 sono donne. Sono stata eletta delegata sindacale dai miei colleghi soltanto perché loro lo considerano un impegno non facile in quanto è troppo rischioso assumersi responsabilità per difendere anche il lavoro degli altri. Nell'azienda dove lavoro vengono impiegati in modo continuato lavoratori per così dire "in affitto". I dirigenti dell'impresa giustificano la cosa dicendo  che la necessità di ricorrere al lavoro temporaneo è suggerita dalla valutazione dei cicli di produzione in alcuni particolari periodi dell'anno. Io invece, ravviso che in ditta la presenza dei lavoratori interinali è continua e non limitata ad alcuni periodi legati alla maggiore o minore produzione. Al contrario sarebbe più logico e giusto assumere queste persone attraverso un normale contratto, in modo da contribuire realmente a sconfiggere il problema della disoccupazione e a migliorare la qualità della vita di questi lavoratori. Per quanto attiene la sicurezza sui luoghi di lavoro, io ho avuto una formazione minima; hanno sottoposto alla mia visione una  videocassetta esplicativa, mentre l'addetto alla sicurezza  è colui che ha realmente frequentato dei corsi di formazione al riguardo. A me spetta  segnalare al responsabile gli eventuali pericoli , avendo come unico  punto di riferimento il mio personale intuito. Comunque, tutto sommato, in fabbrica mi sento sicura e controllata.

 

Arianna Carlotto - delegata Fiom Omnitel, Padova

Sono delegata da circa 2 anni, ed è la prima volta che partecipo a un convegno di questo genere. È importante partecipare a queste manifestazioni, perché rappresentano un'ottima occasione per conoscere altre donne, realtà differenti e per questo avere nuovi spunti di riflessione. L'azienda dove lavoro è a forte connotazione  femminile, infatti l'85% delle presenze risulta essere donna. Da ciò emerge in maniera macroscopica la diversità di trattamento e di carriera  tra uomini e donne. Inoltre faccio parte della commissione per le pari opportunità che è stata istituita presso la Omnitel. Il problema più importante per le lavoratrici di questo settore è rappresentato dalla maternità; può accadere infatti che una donna arrivata a un discreto livello di carriera all'interno dell'azienda, a seguito della maternità al rientro si ritrovi a svolgere mansioni inferiori a quelle che aveva prima. Per questo considero un miraggio la possibilità di avere delle pari opportunità all'interno della ditta. Il 18 maggio scorso ho manifestato per la prima volta in piazza K; la Omnitel esiste da appena 6 anni, e nonostante tutto rimane arretrata per ciò che attiene la tutela dei diritti sindacali. Per me, in qualità di delegata Fiom è importante far capire che le donne ci sono e sono disposte anche a scioperare se necessario. Dal sindacato sino a oggi ho avuto quello che mi aspettavo, anche sul piano personale. In occasione del rinnovo delle Rsu, sono stata riconfermate a grande maggioranza e questa per me è una  soddisfazione e un importante stimolo per quello che ci sarà da fare in futuro e sarà sicuramente molto impegnativo .