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Tiburtina 2

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Voci dal corteo

Mi chiamo Gianluca, ho 32 anni, sono saldatore alla Fincantieri di Marghera. Sono venuto a questa manifestazione perché è importante. Io sono un nuovo assunto, da soltanto un mese con contratto a tempo indeterminato, anche se per 10 anni ho lavorato sempre per Fincantieri sotto impresa. In Fincantieri siamo 1.000 e 3.000 le imprese. Riguardo al contratto spero che questa manifestazione serva a qualcosa.

 

Mi chiamo Fernanda, sono un'operaia metalmeccanica, lavoro al premontaggio nella fabbrica Ccm di Sondrio Morvegno, un'azienda che produce caldaie da riscaldamento. Il mio stipendio mensile è 1.5000.000. Questa non è la mia prima manifestazione perché sono molti anni che lavoro, prima ero un'operaia tessile e adesso, da tre anni, sono metalmeccanica. Da metalmeccanica mi trovo bene. Il nostro lavoro è articolato su 8 ore di lavoro con i turni. Della proposta della Federmeccanica che vorrebbe aumentare la flessibilità degli orari io non sono assolutamente d'accordo perché lavoriamo già tanto: nella nostra azienda lavoriamo già tutto l'anno con i turni e nell'alta stagione abbiamo 3 turni, anche quello di notte.

 

Mi chiamo Matteo, ho 26 anni e lavoro anche io alla Fincantieri di Marghera. Ho deciso di venire alla manifestazione per richiedere ai padroni le 80.000 che abbiamo richiesto e per difendere i nostri diritti: contro la flessibilità in uscita e contro la flessibilità che il padronato vuole creare. La difficoltà più grossa di questo contratto è sulla flessibilità e la regolamentazione delle tutele sul lavoro. Il salario è un problema, anche se minore secondo me, anche per i padroni, perché il padronato non vuole lasciare niente. Io adesso, da un mese, sono un lavoratore tutelato, ma prima ho fatto i lavori più precari in fabbrichette e cooperative; la realtà degli altri lavoratori, quindi, la conosco molto bene. Io lavoro come saldatore, ho imparato facendo un corso di formazione (che in realtà serve più per mandarti dove loro hanno più bisogno di farsi il mercato del lavoro più che per trovarti un posto di lavoro; infatti io e i miei compagni siamo riusciti a scappare via e trovare questo lavoro, perché se era per loro saremmo ancora a quel punto). Vorrei aggiungere un'ultima cosa riguardo alla guerra: la questione del contratto del lavoro si unisce anche alla questione della guerra, perché il padronato con questa guerra sicuramente farà ancora una chiusura ulteriore sul lasciar ottenere ai lavoratori qualche possibilità né a livello economico né a livello di contratto. Quindi bisogna anche far presente con la manifestazione che sì siamo qui per il contratto, ma siamo anche qui per dire no all'attacco della Nato ai lavoratori Jugoslavi.

 

Io sono Carlo, sono un delegato, ho 37 anni e faccio l'impiegato metalmeccanico in un'azienda di Milano che produce motori elettrici e elettronica di controllo. Mi occupo principalmente di progettazione di questi sistemi elettronici. Il motivo che mi ha spinto a partecipare alla manifestazione è senz'altro quello di tentare di dare un segnale forte, una svolta, al nostro contratto. Quello a cui tengo maggiormente è la parte salariale, ma anche tutto quello che ruota attorno all'orario, fondamentale sia per la qualità di vita che per una possibile occupazione.

 

Siamo qui a protestare perché la flessibilità non la vogliamo, i padroni si mettano in testa che noi facciamo le nostre ore, quelle che dobbiamo fare, e la flessibilità assolutamente non la vogliamo. Siamo qui per questo. All'Alpa Acciai noi facciamo 40 ore settimanali per 5 giorni lavorativi, però con il riposo compensativo sull'arco di 7 giorni. Io sono operaio del reparto dove producono i lingotti, dopo la colata viene la rottamazione e noi dobbiamo slingottare i lingotti e dopo la rottamazione spetta a noi questo compito.

 

Io sono un operaio di Bergamo e sono qui a questa manifestazione anche per la pace e il diritto dei lavoratori. Sono stato contattato dalla commissione della Rsu e sono qui per partecipare con gli altri lavoratori.

 

Sono qui alla manifestazione per il contratto e per ottenere un aumento valido e serio. Ho 23 anni ed è già la seconda manifestazione a cui partecipo, nel 1996 ero a Roma. Lavoro da 6 anni in fabbrica, da tanto tempo, e sono un metalmeccanico di Brescia, sono un operaio ai magli in una fabbrica che produce componenti per i camion Iveco, pullman e macchine. Siano 400 lavoratori in tutto. Quello a cui tengo di più è che ci diano l'aumento senza promettere cose che poi non mantengono.

 

 

Io mi chiamo Oscar, ho 42anni e lavoro alla Alpa Acciai di Brescia, un'azienda siderurgica. Il mio lavoro è sulla macchina a colata continua d'acciaio per fare piletti di ferro. Sono qui alla manifestazione per la prima volta, per il contratto di lavoro, per noi tutti lavoratori. Questo contratto lo sento in modo particolare e la manifestazione è per molta gente che non ha lavoro e che può avere la possibilità di trovare un lavoro come il nostro. Quello a cui tengo è l'occupazione. Nella mia fabbrica sono 9.000 lavoratori solo a Brescia. L'azienda sta assumendo anche molti giovani. L'orario di lavoro è articolato su 8 ore settimanali e la proposta di Federmeccanica di dare flessibilità al lavoro può essere una soluzione per dare occupazione a molti giovani: se si aumentano i turni c'è più posti di lavoro.

 

Io ho 24 anni e sono metalmeccanico da quasi 5 anni. Produco tubi dell'aria condizionata in un'azienda della Lombardia, ho il contratto a tempo indeterminato e prima di essere assunto fisso ho lavorato come litografo per 2 anni e mezzo. Il lavoro che faccio adesso mi piace ma non è la mia aspirazione, vorrei non lavorare in fabbrica. Guadagno abbastanza, poco meno di 2.000.000 e sono al 4° livello.

 

Mi chiamo Giuseppe, sono qui alla manifestazione per partecipare anche se non credo che da questa nostra protesta si possa trarre qualcosa di positivo, perché alla fine i padroni sono sempre quelli che decidono. Ho 32 anni e 15 anni di lavoro alle spalle. Nonostante il mio pessimismo è la seconda volta che partecipo alla manifestazione.

 

Sono un 26enne e lavoro da 6 anni in fabbrica. Io credo che da questa manifestazione qualcosa si riesca ad ottenere, magari non tutto però almeno gli elementi più importanti di questo contratto: l'aumento salariale che il fatto di recuperare come ferie gli straordinari. Noi in azienda facciamo gli straordinari, anche molto volentieri e non sono imposti. Spero che la nostra partecipazione sia da stimolo agli altri metalmeccanici che non hanno partecipato alla manifestazione.

 

Nella mia fabbrica non ci sono donne che lavorano, nonostante la legge di parità stabilisca che nel posto di lavoro ci debba essere lo stesso numero di assunti uomini e donne. La mia fabbrica è nel settore siderurgico, forse non ci sono donne perché non è un posto di lavoro adatto a loro, in realtà non è adatto neanche per gli uomini… Per migliorare l'ambiente di lavoro facciamo scioperi per tentare di creare delle condizioni migliori.

 

Ho 30 anni e lavoro alla Sirca Spa di Milano, installiamo grossi impianti di condizionamento e riscaldamento, io sono al 5°livello e guadagno 1.650.000 al mese. Del contratto è importante l'aumento salariale anche se insufficiente la richiesta economica fatta, adesso dobbiamo difenderci dall'attacco padronale che mira a far sparire il contratto nazionale e la rappresentanza. Anche se io ho votato contro questa piattaforma, credo che è importante essere qui in questo momento per difendere più quello che la parte salariale. Lo scoglio più difficile da superare è la questione dell'orario. Nella mia azienda, facciamo le 40 ore settimanali senza straordinari per via della crisi. Nella mia azienda abbiamo fatto la contrattazione articolata ma non tenendo conto del risultato, abbiamo puntato sulle ore di viaggio (trasferta) riuscendo ad ottenere un riconoscimento oltre un tot di kilometri e la mensa. Il premio di risultato da noi non è stato contrattato perché da noi non esiste produzione, noi in realtà facciamo impianti e loro manutenzione, quindi è difficile; soprattutto per il fatto che abbiamo perso tanti appalti, riuscendo quindi ad ottenere soltanto quei punti, comunque i più importanti. Per difendere l'occupazione stiamo combattendo contro la strategia aziendale che ha deciso di dare il lavoro fuori agli artigiani, cercando di far assumere questi artigiani piuttosto che di far loro subappaltare il lavoro.

 

Mi chiamo Elisa, abito a Rovigo e lavoro Inuna una fonderia molto grande. Io lavoro in finitura e il mio lavoro è quello di controllare e imballare i pezzi finiti. In fabbrica lavoriamo 8 ore con 2 turni, non il sabato, dal lunedì al venerdì; il lavoro in turni lo preferisco perché mi posso gestire meglio con la famiglia. Sono 5 anni che lavoro ed è il mio primo contratto importante, ne ho fatto un altro in passato ma non così importante. Ci tengo a questo rinnovo contrattuale principalmente perché potrei ottenere un aumento salariale, importantissimo. Io guadagno 1.600.000 di paga base e sono al 3° livello. Il mio messaggio per tutti i metalmeccanici è di avere forza e coraggio che questa è la volta buona!

 

Io, sono un operaio di Brescia, della Pietra Acciaieria, le mie mansioni sono diverse, a seconda della necessità del momento. L'orario di lavoro è 160 ore, sono di 3° livello e guadagno 1.800.000 di paga base, con gli straordinari arrivo a 200 ore mensili e guadagno molto di più ma è un lavoraccio. Il fatto di poter recuperare gli straordinari con delle ferie è un punto che mi interessa molto, la banca ore è importante perché dà la possibilità di potersi gestire i giorni di ferie secondo necessità. Da quando, poi, hanno proibito anche le ferie straordinarie, noi di ferie ne abbiamo ancora meno. La gente vuole lavorare ma se l'azienda ci impone le ferie le accettiamo. Il mio messaggio è diretto ai nostri governanti. Perché tutto questo è successo perché l'han voluto loro. Ormai è un'abitudine per noi operai ritrovarsi a Roma a manifestare, io personalmente sono stufo! Io vorrei che la gente che critica gli operai facesse il nostro lavoro per rendersi conto di quanto è duro. Io sono un operaio e vado in giro a testa alta.