Concluso a Lisbona il terzo congresso della Fem Si è concluso giovedì 7 giugno a Lisbona il terzo congresso della Federazione Europea dei sindacati. 220 delegati in rappresentanza di circa 60 sindacati hanno preso parte alla discussione congressuale. Sono state approvate sia la risoluzione politica che il programma di lavoro. Nella delegazione della Fiom era presente Gianni Rinaldini, segretario generale, Sabina Petrucci responsabile ufficio Europa e compagni e compagne delle strutture regionali e provinciali. La Fiom era inoltre presente nello spazio espositivo con una mostra fotografica e un profilo storico della Fiom. Gianni Rinaldini ha preso la parola nel secondo giorno del congresso sulla risoluzione politica da approvare. Pur riconoscendo i passi in avanti fatti dalla Fem Rinaldini ha sottolineato che la necessità di una risposta più generale agli effetti della globalizzazione e alle strategie aziendali, alla precarizzazione del lavoro e alle scelte liberiste delle istituzioni europee non permettono di accontentarci e quindi lo sforzo da produrre è arrivare ad una vera rappresentanza europea dei lavoratori attraverso la costruzione di un vero e proprio sindacato europeo. La Fiom insieme alla Uilm e al sindacato spagnolo Cc.Oo. avevano presentato al congresso una mozione sull’apertura di una fase di costruzione di un vero e proprio sindacato europeo. La mozione è stata respinta dal congresso anche se con adesioni di sindacati ritenute molto interessanti e con un discreto numero di astensioni. La delegazione italiana unitariamente era poi impegnata a sostenere due mozioni la cui costruzione è stata frutto di un lungo lavoro. La proposta pone le solide basi per avviare un lavoro congiunto tra la regione sud ovest (Portogallo, Spagna, Francia) e la regione sud (Italia, Grecia, Malta, Cipro). Uno degli obiettivi di tale collaborazione organizzativa, politica e sindacale nei prossimi quattro anni è la fusione delle due regioni in una regione “Mediterranea” che sarà valutata prima del prossimo congresso. La mozione è stata presentata congiuntamente dalle due regioni ed assume un rilievo notevole sia dal punto di vista politico sia organizzativo visto che si parla di 16 sindacati coinvolti. La mozione è stata approvata dal congresso. La seconda mozione sempre presentata dai sindacati dell’area mediterranea impegna la Fem a costruire una conferenza sul mediterraneo prima dell’entrata in vigore nell’area, della zona di libero commercio, decisa dalle istituzioni europee. La mozione è stata approvata con rinvio al comitato esecutivo per discuterne le modalità. Ultima questione che ha coinvolto direttamente la delegazione italiana è stato il voto contrario insieme a tutti i paesi dell’est sull’aumento delle quote alla Fem. La Fiom ha auspicato da tempo una soluzione di mediazione che tenesse conto dei problemi sollevati soprattutto dai paesi poveri e dell’est, dove si coniuga scarsa sindacalizzazione a bassi salari e dove dunque anche un aumento minimo delle quote mette in discussione le possibilità di affiliazione di un sindacato. Tale mediazione non è stata trovata e si è ritenuto inaccettabile da parte nostra votare in un congresso divisi tra ricchi e poveri. Pertanto unitariamente le delegazioni dei tre sindacati metalmeccanici italiani hanno deciso di sostenere le ragioni dei paesi dell’est. La proposta di aumento è stata approvata dal congresso. Il congresso ha eletto il suo gruppo dirigente europeo confermando Peter Scherrer segretario generale, Bart Samyn segretario aggiunto e ha eletto un nuovo presidente, Renzo Ambrosetti, svizzero presidente del sindacato Unia. Responsabile ufficio Europa Sabina
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