Benvenuti nell’Unione Europea

 

Il modello sociale europeo sta subendo una crescente pressione, specialmente quella più pesante, della competitività. La pressione dei mercati finanziari viene utilizzata da varie forze politiche e dal padronato come occasione per ridurre la sicurezza sociale e togliere di mezzo un’efficace rappresentanza del sindacato.

Spesso, anche in Europa, siamo testimoni della riduzione dei diritti

sociali e del declino dei servizi sociali nella battaglia per la competitività. Gli affiliati della Fem sono chiari nel loro rifiuto della competitività a scapito della giustizia sociale e della protezione sociale. (…)

La Fem sostiene il desiderio dei paesi dell’allargamento non soltanto di godere delle libertà politiche dell'Unione europea il più rapidamente possibile, ma anche condividere benessere e sicurezza sociale. Allo stesso tempo, tutti sappiamo che la crescita dell'Ue di circa il 30% attraverso l’allargamento condurrà anche a conseguenze economiche e sociali, portando con sé la pressione di una concorrenza più aggressiva.

Il reddito medio nei paesi dell’allargamento ammonta a circa il 30% dello stipendio medio nell'Ue. E, come sappiamo tutti, ai tassi di crescita correnti ci vorranno circa 70 anni prima che lo standard di vita sia allineato a tutti gli altri.

La Fem, nel Congresso e nel suo esecutivo, ha precisato molte volte che il completo successo dell'allargamento può venire assicurato soltanto tramite una politica socialmente responsabile. L'Unione europea e gli Stati membri, in particolare i partner sociali e le aziende multinazionali, devono esercitare la loro influenza sul processo di adattamento nell'Est e nell'Ovest.

Sappiamo che l'integrazione del mercato interno dell'industria metalmeccanica nei paesi che entrano nell’Ue è stata completata largamente. Inoltre non prevediamo cambiamenti significativi nei mercati del lavoro europei. Sosteniamo aggiustamenti flessibili e meccanismi di transizione, per garantire una transizione e una integrazione quanto più possibile morbida.

Sappiamo che i preparativi per l’allargamento hanno già generato molti effetti positivi, sia nell'Ue sia nei paesi aderenti. Sapevamo tutti poi che gli Stati membri non potevano soltanto essere mercati, ma anche luoghi di importanti centri di produzione dell'industria metalmeccanica europea, per contribuire alla crescita e all’occupazione attraverso una migliore integrazione del mercato.

Siamo consapevoli delle preoccupazioni e dei timori dei lavoratori dell’industria metalmeccanica nell’Est e nell’Ovest.

In vari paesi dell’accesso sta circolando il timore delle svendite. I lavoratori temono la pressione della concorrenza generata da grandi multinazionali. Le varie ondate di privatizzazione hanno ucciso molti posti di lavoro. Sono emersi nuovi stabilimenti e fornitori competitivi.

Nell'Ovest, salario e condizioni di lavoro dei paesi candidati sono stati frequentemente sfruttati per obbligare i lavoratori a concessioni, minacciandoli con le delocalizzazioni. Per questo, molti di coloro che lavorano nell’industria metalmeccanica sentono che il loro lavoro è minacciato dall'allargamento. Inoltre esistono timori per un afflusso su larga scala dei lavoratori migranti.

I pericoli di dumping sociale e fiscale rimangono una realtà. In ultima analisi, soltanto l'azione coordinata dei sindacati, del Parlamento e dei governi e  risultati positivi nelle discussioni con il padronato eviteranno una spirale al ribasso dei salari.

In particolare bisogna evitarne l’accelerazione dalle aziende che operano con basso livello di tassazione e alta flessibilità, con eccessive ore lavorative e bassi salari. Queste aziende portano gli investimenti lontano dall’Europa occidentale, e nello stesso tempo beneficiano di sussidi europei .

La nostra priorità è la difesa e lo sviluppo della contrattazione collettiva. Una contrattazione collettiva positiva nei paesi dell’accesso e la sua difesa dipendono una dall’altra. Vogliamo migliorare il coordinamento per mettere un freno alla concorrenza basata sul taglio dei costi. Presteremo particolare attenzione, specialmente nei nuovi paesi aderenti, a sostenere il consolidamento della contrattazione collettiva e a rafforzare il dialogo sociale.

Compito comune è l’organizzazione e la lotta per l’informazione, la consultazione e la negoziazione nelle aziende multinazionali. La lotta contro la deindustrializzazione e per una politica industriale strutturata saranno uno strumento importante nella gestione dei processi di riorganizzazione industriali in tutta Europa.

Come parte della Fem, i sindacati metalmeccanici dei nuovi paesi aderenti hanno sempre sostenuto la solidarietà europea. Affinché il lavoro dei sindacati abbia successo in un’Europa allargata, è necessario mettere a fuoco più intensamente la struttura dei processi di riorganizzazione dopo il 1° maggio 2004. Una maggiore collaborazione fra i sindacati metalmeccanici contribuirà al successo politico, economico e sociale dell’allargamento a Est dell’Europa.

  

Tony Janssen                        Reinhard Kuhlmann                        Bart Samyn

Presidente  Fem                        segretario generale Fem                        vicesegretario generale Fem

 

Sindacati dei 10 paesi che entreranno nella Ue dal 1° maggio 2004

Cipro - Oviek - Sek (Cyprus Industrial Workers Federation)

Repubblica Ceca - Odborovy Svaz Kovo - http://kovo.cmkos.cz

Ungheria - Vasas (Unione dei metalmeccanici ungheresi)

Malta - General Workers' Union - http://www.gwu.org.mt

Polonia  -  Nszz Solidarnosc - http://www.solidarnosc.org.pl/

Repubblica Slovacca - Slovak Metalworkers' Federation

Slovenia - Skei  (Sindikat Kovinske In Elektroindustrije Slovenije) -

www.sindikat-skei.si

Estonia - Eesti Metallitootajate Ametiuhing (Estonian Metalworkers

Federation)

Lettonia (Latvia) - Latvian Metalworkers Labour Union

Lituania - Lithuanian Metalworkers' Trade Union

 

Contrattazione collettiva e sindacalizzazione (dato generale, non metalmeccanico)

Fonte: Fondazione europea di Dublino (www.eurofound.eu.int)

 

Paese               tasso di copertura della c.c.      tasso sindacalizz.

Cyprus                         65-70                                   oltre 70

Czech Republic            25-30                                     30

Estonia                         *                                         sotto 15

Hungary                       45-50                                    20

Latvia                          sotto 20                                 30

Lithuania                      10-15                                    15

Malta   na                    60-70                                    **

Poland                           *                                       15

Slovakia                        50                                       40

Slovenia                       Quasi totale                           41,3

 

* I tassi di copertura sono disponibili soltanto per i vari livelli di contrattazione separatamente, e non ci sono dati generali che tengano conto della sovrapposizione degli accordi conclusi ai vari livelli.

** Il tasso più alto è calcolato in base alla forza lavoro attiva nelle zone dove l’iscrizione al sindacato è permessa dalla legge.

 

I dati sono relativi al periodo 1999-2001