ThyssenKrupp. Comunicato stampa Fem

 

Il 25 maggio le OO.SS. e le rappresentanze sindacali di ThyssenKrupp provenienti da Germania, Italia, Spagna, Francia e Belgio si sono incontrati a Bruxelles per discutere il piano di ristrutturazione presentato dalla Direzione centrale.

Le misure previste, che smembrano il gruppo e probabilmente riguardano 35,000 lavoratori, sono una ‘soluzione’ per il massiccio indebitamento del gruppo. Far pagare i lavoratori per questi debiti – il risultato di una serie di scelte discutibili da parte del management – è stata valutata dai partecipanti unanimemente come totalmente inaccettabile. La FEM richiede che il management si impegni in un dialogo con le OO.SS. ed i rappresentanti dei lavoratori su come assicurare uno sviluppo industriale sostenibile e di prospettiva che copra tutte le attività del gruppo.

I partecipanti hanno riaffermato il loro sostegno per una risposta coordinata nei confronti del gruppo ed hanno chiesto al management di assumersi le proprie responsabilità nei confronti dei lavoratori, in particolare rispettando i diritti di informazione e consultazione a tutti i livelli ed in tutti i paesi.

Per quanto riguarda nello specifico le misure previste, le OO.SS. chiedono che:

  • dove le misure previste sono state annunciate, il gruppo non deve definire la propria decisione prima di aver pienamente informato e consultato le rappresentanze dei lavoratori sia a livello europeo che nazionale. Va data priorità ad un piano industriale che garantisca il futuro industriale del gruppo e salvaguardi i livelli occupazionali.

  • I processi di ristrutturazione che sono stati già avviati devono essere fermati e vanno ricercate tutte le possibili alternative. La ristrutturazione non deve produrre licenziamenti. Le garanzie definite nell’accordo “futuro e occupazione” sottoscritto in Germania dovrebbero costituire una base per le discussioni sui processi di ristrutturazione in corso.

Le OO.SS. sono fortemente impegnate a coordinare ulteriormente la loro strategia in futuro, affinché possano essere elaborate risposte comuni e garantite soluzione sostenibili per tutti.

 

Bruxelles, 25 maggio 2011