Sciopero europeo per la pace Su iniziativa
della Confederazione europea dei sindacati (CES), domani 14 marzo 2003, nello
stesso momento, dalle 12.00 alle 12.15, tutte le lavoratrici e tutti i
lavoratori in Europa effettueranno uno sciopero per esprimere la loro assoluta
contrarietà all’ipotesi di un intervento armato in Iraq, il loro fermo no a
tutte le dittature e al terrorismo, la loro volontà di affermare i valori della
pace e della pacifica coesistenza dei popoli e delle nazioni. La decisione
della CES di indire uno sciopero europeo contro la possibile guerra in Iraq è,
al di là della durata dello sciopero, di altissimo valore politico e va oltre
l’aspetto simbolico della protesta. Essa dimostra, infatti, l’esistenza di
un fronte sindacale molto ampio a livello europeo in favore della pace, del
riconoscimento della politica come strumento delle relazioni internazionali,
dell’ONU come garante della risoluzione delle controversie e della costruzione
di un mondo senza le attuali gravi ingiustizie. Con questa
decisione, il movimento sindacale europeo si schiera apertamente contro la
dottrina della guerra preventiva che, in spregio alla legalità internazionale e
al ruolo delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti d’America intendono praticare
con l’appoggio di altri governi, tra cui, purtroppo, quello italiano. Anche per
questo è importante la riuscita dello sciopero europeo, affinché si alzi alta
contro la guerra e gli intenti bellicisti la voce di milioni e milioni di
lavoratori in Europa e in Italia. I governi europei dovranno tenere in
considerazione la protesta dei lavoratori (che giunge dopo le grandi
manifestazioni del 15 febbraio) e dovranno agire concretamente per evitare la
guerra. Oltre allo
sciopero di 15 minuti di domani, la CES ha deciso di inserire il tema della
guerra nella giornata di mobilitazione del 21 marzo, data di svolgimento
della riunione del Consiglio Europeo. Tale giornata, quindi, avrà al centro non
solo la difesa del modello sociale europeo ma anche la concreta mobilitazione
per la pace e per l’Europa sociale. Inoltre, si è decisa la immediata
riunione del Comitato di Direzione della CES nel caso di inizio del conflitto in
Iraq. Anche questa è una scelta particolarmente significativa poiché evoca la
possibilità di uno sciopero generale europeo, su cui pare essersi formata
all’interno della CES una maggioranza dei sindacati affiliati. Per tutte queste ragioni occorre un impegno straordinario per la riuscita dello sciopero europeo di 15 minuti il 14 marzo e della manifestazione per la pace e per i diritti che la CGIL terrà a Milano il giorno successivo. La guerra è ingiusta e si può evitare, ma per questo serve in questi giorni uno sforzo di mobilitazione permanente e la predisposizione ad ulteriori e più incisive iniziative, come la Fiom ha del resto già annunciato. |