MOBILITIAMOCI CONTRO LA DIRETTIVA BOLKENSTEIN

METTI UNA FIRMA PER FERMARE UNA LEGGE SBAGLIATA

 

Il 13 gennaio 2004, la Commissione Europea  ha approvato la proposta di Direttiva Bolkenstein, attualmente all’esame del Consiglio e del Parlamento Europeo. Annunciata come un provvedimento rivolto a “diminuire la burocrazia ed i vincoli alla competitività nei servizi per il mercato interno”, la Direttiva Bolkestein è nei fatti un pericoloso provvedimento di attacco allo stato sociale e ai diritti del lavoro nell’intera Unione Europea.

Tale direttiva, se sarà adottata, avrà come conseguenza che tutti i servizi forniti dai 25 stati membri dell’Unione europea saranno considerati come prodotti economici ordinari. Di conseguenza, settori essenziali, quali la cultura, l’istruzione, le cure sanitarie e tutti i servizi esistenti nell’ambito dei sistemi nazionali di protezione sociale potranno essere soggetti alle stesse forme di concorrenza economica delle merci; rientrano inoltre, nella direttiva anche i servizi alle imprese inclusi quelli di assunzione (vedi agenzie interinali).

Ma l’eccezionale gravità della Direttiva Bolkestein risiede nell’assunzione del “principio del paese d’origine”, che stabilisce come un prestatore di servizi sia esclusivamente sottoposto alla legge del paese dove ha sede legale  e non più alla legge del paese dove fornisce il servizio .

Con l’introduzione di questo principio, della Direttiva Bolkestein si rischia la totale destrutturazione dei diritti del lavoro nell’Unione Europea. Perché:

-         si tratta di un incitamento legale a spostare le sedi delle imprese verso i paesi a più debole protezione sociale e del lavoro per poter approfittare delle legislazioni da “stato minimo” ivi esistenti.

-         I contenuti della Direttiva rischiano di sviluppare sentimenti xenofobi.

-         Si realizza un vero e proprio “dumping” sociale verso le legislazioni dei paesi a più alta protezione sociale e del lavoro, affinché riducano, in nome della competitività, i propri standard di garanzie.

-         Si riducono drasticamente il valore del contratto di lavoro e le possibilità d’intervento delle organizzazioni sindacali, e si precarizza totalmente la prestazione di lavoro, dando davvero la possibilità agli imprenditori di utilizzare un “grande caporalato”.

Dal marzo 2004 diverse organizzazioni della società civile (associazioni e organizzazioni sindacali) insieme ad alcune forze politiche hanno lanciato una mobilitazione contro la direttiva, promuovendo anche la sottoscrizione di una petizione.

Il 10 febbraio scorso nell’ultimo esecutivo della Ces (Confederazione Europea Sindacati) la contrarietà rispetto alla direttiva Bolkestein è stata inserita nelle 3 motivazioni prioritarie alla base della manifestazione sindacale europea organizzata per sabato 19 marzo 2005 a Bruxelles.

Fim-Fiom-Uilm del Piemonte ritengono necessario sostenere la campagna di denuncia dei contenuti negativi della attuale Direttiva in discussione e sostenere la richiesta del suo ritiro. Per questo invitiamo le lavoratrici e i lavoratori a sottoscrivere la richiesta al Parlamento italiano e al Parlamento europeo del ritiro della direttiva.

 

                                                                  FIM-FIOM-UILM PIEMONTE

 

Torino, 16 febbraio 2005