Osservatorio sulla contrattazione in Europa Direttiva
europea relativa ai servizi nel mercato interno “Bolkenstein” La commissione Europea ha approvato una direttiva sui servizi nel mercato interno che ha avviato il percorso di approvazione. Tale direttiva è meglio conosciuta in tutta Europa come direttiva “Bolkenstein” dal nome del suo presentatore. In un primo momento l’attenzione su tale direttiva è stata scarsa anche da parte sindacale considerando il campo di applicazione della Bolkenstein un campo di applicazione limitato ad alcuni servizi. La lettura attenta e in particolare l’intervento di alcuni sindacati europei, e soprattutto l’amplificazione che su di essa ha operato il Social forum di Londra hanno portato ad una maggiore conoscenza dei suoi contenuti e della pericolosità sociale degli stessi. La
direttiva intende per servizi “qualsiasi attività economica
normalmente fornita dietro remunerazione senza che ciò esiga che il
servizio sia pagato da coloro che ne beneficiano”. In questo caso la distinzione con altri settori di emanazione pubblica resta molto fluida. Infatti l’accesso a molti servizi pubblici avviene dietro pagamento (prendiamo ad esempio il trasporto, le scuole materne,l’università, gli ospedali ecc.) senza considerare il processo di privatizzazione già avviato in molti settori di servizio pubblico (telecomunicazioni, trasporto su rotaia,poste, energia). Inoltre la commissione ha già dichiarato che l’elenco contenuto nella Bolkenstein non può considerarsi esaustivo. Rientrano nella direttiva i servizi alle imprese inclusi quelli di assunzione comprese le agenzie di lavoro interinale. Possiamo ragionevolmente prevedere che ne verranno esclusi solo gli apparati militari, i servizi di polizia e di prevenzione dell’ordine pubblico. Il
secondo grande pericolo è dato dall’introduzione del principio “del
paese di origine”. Tale principio prevede che i lavoratori o prestatori di servizio siano soggetti esclusivamente alla legislazione del paese di origine (deroga al trattato), ovvero lo stato membro d’origine è responsabile del controllo dell’attività di servizio e del suo esercizio, in particolare anche i contratti di lavoro. E’ chiaro che la concorrenza al ribasso e le forme di precarizzazione saranno armi gigantesche nelle mani degli imprenditori senza considerare la possibilità di sviluppo di forme illegali di mercato del lavoro. Inoltre per chi come noi ha una legislazione del mercato del lavoro come quella prevista dalla legge 30 significa davvero la possibilità per gli imprenditori di utilizzare un “grande capolarato”. Tutto viene rimesso in discussione dalla legislazione lavorista dei singoli stati agli accordi sindacali in materia di condizioni di lavoro (orari, salari, sicurezza, pensioni ecc.) Ho riassunto qui i due punti principali che hanno come obiettivo l’insicurezza sociale e l’annullamento dell’autonomia degli stati membri e della contrattazione collettiva. Bisogna coinvolgere anche le istituzioni. A questo proposito vi allego una bozza di risoluzione proposta da ATTAC che mi sembra efficace e che vi potrà essere utile per le vostre iniziative. Nella Fiom siamo convinti che un’altra Europea è possibile e confido, nonostante la situazione particolare in cui ci troviamo, nel vostro interesse. Per qualsiasi informazione aggiuntiva e/o materiali sono a disposizione di tutti i compagni e compagne.
Roma,
1 dicembre 2004 |