Spagna. Una riforma del lavoro pensata per soddisfare solo i padroni e i mercati finanziari
La riforma del lavoro, approvata per decreto legge, è ingiusta nei confronti dei lavoratori, controproducente per l’economia, e inutile per l’occupazione. È un’imposizione delle istituzioni dell’Unione europea, del governo tedesco e del FMI. Sulla contrattazione collettiva elimina l’accordo trovato tra i sindacati spagnoli (CCOO e UGT) e l’associazione padronale. Il sindacato CCOO da tempo denuncia il superamento della politica da parte dell’economia e l’assalto dei poteri finanziari alla democrazia. Nella Ue le decisioni non sono prese democraticamente attraverso il controllo parlamentare: sono imposte dal governo tedesco. La riforma è un colpo senza precedenti al diritto del lavoro spagnolo: Si facilitano i licenziamenti diminuendo persino le sue indennizzazioni si stabilisce che le imprese con meno di 50 dipendenti (il 99% del totale delle imprese spagnole) possano utilizzare un nuovo contratto con il licenziamento libero, senza indennizzo, durante il primo anno di lavoro Si eliminano le autorizzazioni per i licenziamenti collettivi Si facilita il licenziamento dei lavoratori nella Pubblica amministrazione Si permette ai datori di lavoro di non applicare i contratti collettivi in materia di retribuzione, orari e condizioni di lavoro Si manomette il concetto di ultrattività Si promuove la individualizzazione del rapporto di lavoro Si stabilisce la supremazia dell’accordo a livello aziendale su quello di settore Si stabilisce un nuovo contratto per i giovani senza diritti Si modifica il part-time per dare la possibilità all’azienda di comandare straordinari e cambiamenti nell’orario di lavoro Si modificano le norme di tutela della malattia consentendo il licenziamento di un lavoratore che si sia assentato il 20% del suo orario in modo intermittente nei due ultimi mesi.
CCOO e UGT stanno valutando un ricorso giuridico di incostituzionalità contro il decreto legge e uno contro la violazione delle norme dell’OIL sul diritto alla contrattazione collettiva ed alla sindacalizzazione. CCOO e UGT hanno deciso, come risposta, una mobilitazione crescente e sostenuta:
ASSEMBLEE DEI DELEGATI E ASSEMBLEE DI FABBRICA MANIFESTAZIONI IN 57 CITTÀ IL 19 FEBBRAIO MANIFESTAZIONI IL 29 FEBBRAIO NELLA GIORNATA DI AZIONE EUROPEA INDETTA DALLA CES
INFO CCOO Internazionale Traduzione a cura dell'Ufficio Europa Fiom nazionale
Roma, 20 febbraio 2012 |