Dichiarazione di Brendan Barber segretario generale del Tuc (confederazione dei sindacati inglesi) sul caso Lincolnshire

 

Con l’annuncio giornaliero di perdita di posti di lavoro, i lavoratori sono preoccupati per il loro futuro. I lavoratori della raffineria vanno compresi e sono giustamente arrabbiati con gli imprenditori che non hanno dato ai lavoratori inglesi l’opportunità di occupare nuovi posti di lavoro.

Un imprenditore è in violazione della legge se restringe la possibilità di lavoro per una particolare nazionalità o località di lavoratori.

Ma per i sindacati è altrettanto chiaro che la rabbia deve rivolgersi contro gli imprenditori e non contro i lavoratori Italiani. E’ indubbio che alcuni dei più disgustosi elementi nelle nostre città tenterà di usare la paura dei lavoratori per alimentare odio e xenofobia, ma sono convinto che gli iscritti al sindacato esprimeranno la loro rabbia nei confronti degli imprenditori che hanno causato questa vertenza con il palese intento di tagliare i salari, le condizioni di lavoro e la rappresentanza sindacale dei lavoratori in quel luogo.

I sindacati hanno combattuto fortemente per arrivare a condizioni decenti per i lavoratori migranti insieme alla libertà di movimento all’interno dell’Unione Europea, ma questo è compatibile con la volontà di voler assicurare nuovi posti di lavoro assunti regolarmente, con ognuno libero di avere la possibilità di essere assunto e giudicato sulla base della sua competenza.

Siamo molto preoccupati come sindacati dalle recenti sentenze della Corte di Giustizia Europea, particolarmente dai casi Viking-Laval, che sembrano autorizzare le imprese a tagliare le condizioni salariali esistenti, le condizioni di lavoro e le pensioni e di poter spostare lavoratori in Europa in questo modo. I governi europei devono chiudere questo spazio che rischia di portare ad un enorme buco nell’Europa Sociale.

 

Traduzione a cura dell’ufficio Europa

Sabina Petrucci