Nelle scorse settimane la direzione di Gm Europa ha annunciato l’intenzione di chiudere uno stabilimento di produzione in Europa, da individuare tra Trollhattan (Svezia) e Russelsheim (Germania). A seguito di tale annuncio, venerdì 1 ottobre si è svolto a Copenaghen un incontro tra la Fem e i sindacati metalmeccanici svedesi e tedeschi, a conclusione del quale i partecipanti hanno siglato una dichiarazione comune che riportiamo nei suoi punti principali.

Dichiarazione di Copenaghen sulla ristrutturazione di Gm Europa

 

L’innovazione, la conoscenza e la qualità, così come la crescita e l’occupazione dovrebbero essere i principi per la ristrutturazione di General Motors Europa di fronte alla sfida dei mercati calanti e della perdita di quote di mercato per tutti i marchi Gm in Europa.

Chiusure di stabilimenti, licenziamenti di massa e violazione degli accordi collettivi non contribuiscono a recuperare successo, e il taglio dei costi a qualunque prezzo danneggerà l’immagine pubblica di Gm Europa e distruggerà la sua capacità innovativa in campo produttivo e tecnologico.

I sindacati respingono ogni tentativo di Gm Europa di minacciare i lavoratori nei differenti siti produttivi e di mettere gli uni contro gli altri. E’ inaccettabile che il top management di Gm in Europa annunci chiusure di stabilimenti e licenziamenti di massa senza una soddisfacente procedura preventiva di informazione, consultazione e negoziato. Il fatto che il management di Gm Europa pensi di potersi comportare in questo modo appare ovviamente un attacco alle regole basilari del modello sociale europeo.

Gm Europa deve ritornare ai fondamentali principi di cooperazione responsabile per gestire il processo di ristrutturazione in modo socialmente responsabile ed economicamente vantaggioso.

Non potrà esservi alcuna ristrutturazione di successo e alcun recupero di competitività senza un atteggiamento responsabile. Per questo chiediamo:

  • una corretta procedura di informazione, consultazione e negoziato in un quadro di ristrutturazione a livello europeo, seguita da accordi nazionali in linea con le rispettive prassi e consuetudini;
  • nessuna interferenza con gli accordi collettivi vigenti e completa esclusione di alcun tipo di dumping sociale e fiscale;
  • un futuro per i siti di Trollhattan e Russelsheim, ossia no a chiusure di stabilimenti o licenziamenti forzati;
  • una equa distribuzione europea delle capacità, progettazione inclusa;
  • nessun allungamento dell’orario di lavoro in generale, specialmente senza retribuzione corrispondente.

I sindacati sono pronti e impegnati per ogni tipo di attività sopranazionali al fine di informare e consultare i lavoratori sulla ristrutturazione in corso. Queste iniziative saranno naturalmente svolte secondo le leggi e le pratiche nazionali.

Nel caso Gm Europa c’è una sola risposta dei sindacati metalmeccanici in una dimensione europea: l’unità sopranazionale dei sindacati e dei lavoratori.

 

La dichiarazione di Copenaghen è stata firmata dai segretari generali e dai presidenti di Fem, Ig Metall (Germania), Svenska Metall – Sif – Cf (Svezia).

Il 14 ottobre a Francoforte si riunirà il gruppo di coordinamento della Fem su General Motors per valutare la risposta dell’azienda alla richiesta del Cae di aprire una tavolo di confronto e per decidere le iniziative su scala europea. In Europa Gm ha sedi e stabilimenti in Austria, Belgio, Svizzera, Germania, Spagna, Francia, Ungheria, Portogallo, Polonia, Svezia e Gran Bretagna.