Mobilitazione sindacale nella Repubblica Ceca

Il governo della Repubblica Ceca sta predisponendo una riforma fiscale e della finanza pubblica che, a giudizio delle confederazioni sindacali CMKOS e ASO, se approvata senza modifiche provocherebbe gravi conseguenze per i lavoratori dipendenti di quel paese. I sindacati cechi sono consapevoli della necessità della riforma ma, allo stesso tempo, sono in totale disaccordo con le misure previste, peraltro decise senza un serio confronto con le parti sociali.

Per queste ragioni, le due organizzazioni sindacali hanno indetto una manifestazione nazionale di protesta che si svolgerà nella mattina di sabato 13 settembre 2003 a Praga. Anche il sindacato metalmeccanico Os Kovo, affiliato alla Fem, parteciperà all’iniziativa di protesta.

I punti di maggiore dissenso del sindacato rispetto alle proposte del governo riguardano le pensioni (si prevedono l’aumento dell’età pensionabile, la penalizzazione per i periodi di studio non più accreditabili, la diminuzione dei trattamenti); l’assicurazione per la malattia (verrebbero ridotti gli importi per i primi giorni di malattia); le tasse e i salari (i sindacati chiedono un sistema più equo, con un livello di tassazione aggiuntivo per i redditi più alti, oltre che aumenti di stipendio per gli insegnanti e i dipendenti pubblici).

I sindacati della Repubblica Ceca ritengono che i costi della riforma non debbano ricadere solo sui lavoratori dipendenti, che tutti i cittadini dovrebbero contribuire secondo la loro ricchezza e i beni posseduti, che per raggiungere l’equilibrio dei conti pubblici è necessario prevedere non solo tagli e risparmi ma anche nuovi investimenti statali e, infine, che la riforma proposta dal governo non promuoverà la necessaria equità della tassazione né riuscirà a contrastare efficacemente l’evasione fiscale e l’economia sommersa.

La Segreteria nazionale e l’Ufficio Europa della Fiom hanno inviato al sindacato metalmeccanico Os Kovo un messaggio di appoggio e sostegno all’iniziativa di protesta in programma a Praga, segnalando come anche in Italia si sia di fronte ad analoghi processi di attacco alle pensioni e di iniqui interventi sul fisco (con le conseguenti iniziative di mobilitazione nel nostro paese) e ribadendo che il modello sociale europeo deve essere difeso e migliorato, specie in vista dell’allargamento ad Est dell’Unione Europea che non può tradursi in una riduzione delle tutele dei lavoratori e dei diritti dei sindacati.