ThyssenKrupp: i lavoratori costretti a pagare la crisi

 

Alle 3 di oggi pomeriggio, i lavoratori della Thyssen steel manifesteranno nelle strade di fronte al quartier generale dell’azienda a Duisburg (Germania) per protestare contro il nuovo piano di risparmi dell’azienda. Un’ora più tardi si svolgerà il Consiglio di sorveglianza a Duisburg.

Il piano di risparmio dell’azienda è la risposta al drammatico calo della domanda di acciaio dopo anni di boom. Negli anni del boom la ThyssenKrupp ha fatto livelli straordinari di profitti e di dividendi azionari.

Il piano dell’azienda prevederà almeno 1500 posti di lavoro in meno con esuberi in Germania, così come ulteriori ristrutturazioni nei suoi siti Europei in Italia e Francia. Il piano supera brutalmente gli accordi collettivi firmati in cui l’azienda si impegnava a non dichiarare esuberi forzati sino al 2013.

La FEM è fermamente contraria alla totale disattesa degli accordi aziendali.

La crisi non colpisce soltanto le attività dell’acciaio della ThyssenKrupp – chiusura di stabilimenti ed esuberi stanno aumentando di giorno in giorno in Europa sulla rete collegata al settore auto.

La crisi economica ha già procurato a molti lavoratori Thyssen il regime di orario ridotto (circa 14.000 in TKS solo in Germania) cassa integrazione e uso delle ferie forzate in molti siti Europei dal dicembre 2008.

La FEM è sgomenta dal fatto che la ThyssenKrupp è l’ultimo esempio di azienda che ha costantemente privatizzato i suoi profitti attraverso dividendi sostanziosi e oggi cerca di socializzare i costi della crisi attraverso il taglio unilaterale di posti di lavoro senza ricercare una trattativa per cercare di trovare soluzioni comuni adeguate.

E’ assolutamente inaccettabile che ancora una volta i lavoratori siano costretti a pagare il prezzo della crisi, senza averne alcuna responsabilità, e dopo avere contribuito per anni al successo straordinario dell’azienda ha dichiarato Peter Scherrer, segretario generale della FEM.

La FEM, insieme al consiglio di fabbrica ThyssenKrupp e ai sindacati chiede:

  • Il rispetto degli accordi e dunque l’impegno dell’azienda al non utilizzo di esuberi forzati sino al 2023.

  • Nessuna perdita di salario per i lavoratori che sono coinvolti nella riduzione delle giornate di lavoro.

  • Il mantenimento della professionalità e del capitale umano del gruppo, inclusa la sostituzione dei pensionati con il mantenimento degli apprendisti e con nuove assunzioni.

  • L’utilizzo dei periodi di bassa produzione per investire nella formazione dei lavoratori che possa assicurargli un futuro di lavoro sicuro.

La prossima settimana si terrà una riunione di coordinamento dei sindacati in ThyssenKrupp a Bruxelles.

 

Bruxelles 26.2.2009

Traduzione a cura dell’Ufficio Europa FIOM

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Sabina Petrucci