Incontro
al ministero del Lavoro, la Fiom non firma la richiesta di 200 mobilità lunghe
Giovedì
5 giugno 2003 le Oo.Ss. sono state convocate, presso il ministero del Lavoro,
per una riunione che aveva come oggetto l’esame congiunto della situazione del
Nuovo Pignone per la richiesta, da parte dell’Azienda, di concorrere
all’assegnazione dei posti di mobilità lunga (art. 1 bis del D.L. 23/03
convertito in Legge 81/03) per 200 unità.
L’Azienda
ha rappresentato una situazione di contesto del mercato in cui opera il Nuovo
Pignone in crisi, crisi dovuta alle incertezze internazionali, tragedia del 11
settembre e delle guerre, che non favoriscono gli investimenti e caratterizzata
da un’esasperata tensione competitiva fra i produttori giocata su una
riduzione forzosa dei prezzi.
Da
questo la necessità di una riorganizzazione che “eliminando
ogni forma di sovrastruttura, di ridondanza procedurale, di duplicazione
funzionale” possa far disporre di risorse necessarie per investimenti
sull’innovazione dei processi e dei prodotti. Sono state poi messe in evidenza
alcune aree di crisi che riguardano in special modo gli stabilimenti del sud,
Bari, Vibo Valentia e l’area fiorentina del Service.
La
Fiom, pur riconoscendo uno stato d’incertezza dei mercati internazionali, non
crede che il Nuovo Pignone sia in uno stato di crisi strutturale.
A
nostro parere, anche ammessa una qualche sofferenza, non è stato presentato
nessun valido piano industriale di riorganizzazione e rilancio del gruppo.
La
Fiom si è dichiarata disponibile, come del resto ha responsabilmente sempre
operato, ad analizzare e trovare soluzioni, prevedendo anche l’uso
d’ammortizzatori sociali, a fronte di piani di mantenimento e rilancio degli
stabilimenti in crisi, come ad esempio la Cigo a Bari ed ora il confronto che si
aprirà per lo stabilimento di Vibo Valentia.
Ci
sembra altresì bizzarro che, se anche esistesse un problema per il Service di
Firenze, questo venga fuori ora, all’improvviso, senza che si siano attivati i
corretti livelli di relazioni sindacali per noi ancora in vigore con
quest’Azienda.
La
Fiom pur ribadendo la propria disponibilità ad affrontare i problemi degli
stabilimenti del gruppo, nei contesti delle peculiarità produttive e
organizzative dei siti, non può accettare né la logica indistinta di esuberi
di gruppo, né tanto meno quella di una sorta di “mobilità preventiva”.
Per
questi motivi la Fiom-Cgil non ha firmato il verbale d’accordo al ministero
del Lavoro per la richiesta di n°200 mobilità lunghe per l’eccedenza di
personale nel gruppo Nuovo Pignone, verbalizzando la non adesione a questa
“intesa sindacale”.
Fiom-Cgil
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