La povertà soggettiva in Italia

 

L’Isae (Istituto di studi e analisi economica), ente che lavora anche per il governo, ha aggiornato nella sua “Nota mensile” (luglio ’05) i dati relativi alla cosiddetta povertà soggettiva (ovvero viene chiesto alle famiglie quanto si ritiene necessario in termini di reddito per condurre una vita dignitosa, senza privarsi del necessario).

Si tratta quindi di un indicatore diverso da quello rilevato dall’Istat per la “povertà relativa” (dato di carattere più oggettivo, non soggettivo).

L’indicatore a ogni aggiornamento periodico ovviamente si incrementa, va però notato che nell’ultimo anno l’incremento è stato particolarmente elevato (20%!).

“A partire dal luglio 2003 – come dice l’Isae – il reddito ritenuto necessario inizia a crescere considerevolmente, evidenziando la diffusa percezione tra le famiglie di costi crescenti per mantenere uno standard di vita accettabile, a fronte di un reddito effettivo rimasto pressoché stabile (…) Solo nei primi mesi del 2005 sembra iniziare un graduale recupero dei redditi effettivi”.

L’aumento della povertà riguarda in modo uniforme tutte le ripartizioni geografiche e generalizzata alle diverse tipologie di nuclei familiari. Colpisce, tra l’altro, il forte aumento di coloro che dichiarano di aver incontrato difficoltà nell’acquistare generi alimentari.

Ma vediamo qualche elemento più in dettaglio.

Come si diceva, tra il luglio 2000 e il giugno 2005 l’andamento della linea di povertà soggettiva risulta costantemente crescente, prima lievemente poi sempre più marcatamente. Nell’ultimo anno poi le famiglie hanno avvertito un forte aumento del costo della vita “e hanno incorporato tale percezione nella loro valutazione sul reddito ritenuto necessario, in particolare negli ultimi due anni”.

Con riferimento agli ultimi 12 mesi per una persona sola la soglia di povertà soggettiva (con le caratteristiche sopra richiamate) si posiziona sui 1.250 euro, e cresce notevolmente all’aumentare del numero dei componenti, arrivando a toccare i 2.600 euro circa per le famiglie numerose.

L’aumento della povertà soggettiva nei dati Isae riguarda in modo uniforme tutte le ripartizioni geografiche, mantenendone inalterato l’ordinamento con la sola eccezione del Sud, dove la quota di famiglie soggettivamente povere per la prima volta supera negli ultimi 12 mesi, seppur di poco, l’analogo valore relativo alle Isole.

In termini di caratteristica socioeconomica del capofamiglia si mostra un peggioramento anche per gli occupati a tempo pieno, a testimonianza di una sensazione che diventa sempre più generalizzata.

(sintesi a cura di Gianni Ferrante)