Il Coordinamento nazionale dei delegati delle aziende metalmeccaniche cooperative giudica grave la sottoscrizione di un accordo separato tra le Centrali Cooperative e Fim e Uilm e respinge nel merito l’accordo stesso.

 

1. E’ inaccettabile che su argomenti quali il diritto allo studio, l’inquadramento e la classificazione, l’ambiente di lavoro, la reperibilità, le trasferte, i lavori discontinui, l’orario di lavoro, i lavoratori atipici, le assunzioni e, infine, i congedi parentali i testi dell’accordo separato Federmeccanica siano stati presentati tali e quali e non sia stato possibile fare al riguardo alcuna trattativa.

2. Un analogo giudizio di inaccettabilità va espresso per quanto attiene altri due elementi sindacalmente decisivi:

- Il primo. Scrivere che il recepimento contrattuale della legislazione avviene solo se tutte le parti lo concordano è importante ma non sufficiente. Infatti se tale formulazione è collocata nell’ambito della ultrattività del contratto essa assume un senso. Se, invece, come sta scritta nell’accordo separato, è collocata in un contesto di eliminazione e/o modifica del testo contrattuale, essa assume tutt’altro significato: quello di una conferma della logica di subordinazione che, prima fra tutti Federmeccanica, si vuole sancire tra la legislazione in itinere e le norme contrattuali. A maggior ragione se tutto ciò riguarda l’orario di lavoro, i processi di precarizzazione e, contemporaneamente, non si è disponibili a discutere di percorsi certi di stabilizzazione per i lavoratori a tempo determinato e/o gli interinali.

- Il secondo. Confermare il vincolo quantitativo di un incremento salariale di 90 euro, ha significato sposare la tesi di Federmeccanica sia sul biennio passato che sulla riduzione del potere d’acquisto del salario. Un aumento di 90 euro significa una perdita secca del potere d’acquisto dei salari e delle retribuzioni.

Fatto oggi reso ancora più evidente alla luce delle rivalutazione dell’inflazione programmata contenuta nel Dpef e che suona ad ulteriore smentita delle scelte compiute.

3. In tutte le occasioni la Fiom non ha mancato di cogliere gli elementi di specificità e di distinzione del confronto che si è sviluppato nel corso della trattativa. Le questioni che riguardano la regolamentazione del telelavoro, l’adozione di misure contro le molestie sessuali e il mobbing, un pacchetto di 8 ore di diritto alla formazione per tutti nel quadriennio, un’ora aggiuntiva di assemblea per la sicurezza e la previdenza complementare sono senz’altro elementi specifici positivi ma insufficienti a modificare qualitativamente l’impianto fondamentale costituito dall’adozione del testo Federmeccanica.

4. Infine grave è il giudizio sul significato politico dell’atto dell’accordo separato in riferimento al problema della rappresentatività delle organizzazioni firmatarie.

In sintesi un quadro inaccettabile e da respingere anche rispetto alle indicazioni contenute negli ordini del giorno approvati da alcune importanti assemblee nei giorni scorsi.

Sono queste le ragioni per le quali la Fiom non ha firmato e ritiene ancora aperta la vertenza nazionale.

E’ da queste ragioni e dal giudizio di inaccettabilità che occorre sviluppare un’iniziativa capillare di assemblee e di discussione con le lavoratrici e i lavoratori per illustrare le ragioni che hanno portato la Fiom a respingere l’accordo in questione.

Con l’obiettivo di rinnovare il Ccnl, la Segreteria nazionale dovrà attivare tutte le procedure formali per richiedere la riconvocazione del tavolo di trattativa nazionale, così come si conviene di riconvocare per il 12 settembre p.v. il Coordinamento nazionale cooperative, per discutere ed approvare, nell’ambito delle linee definite dal Comitato centrale e dalla Direzione nazionale, le iniziative nazionali di sciopero, di manifestazione e dei pre-contratti nelle aziende cooperative, al fine di riprendere e concludere positivamente il negoziato.

 

Segreteria nazionale Fiom

Coordinamento nazionale Cooperative Fiom

 

Roma, 22 luglio 2003