Grave l’accordo separato dalle Associazioni Cooperative metalmeccaniche con Fim e Uilm.

Per la Fiom la vertenza rimane aperta.

  

Al tavolo delle aziende metalmeccaniche aderenti alle Centrali Cooperative è stato compiuto un atto gravissimo: è stato sottoscritto un accordo separato con Fim e Uilm.

Dopo una fase durante la quale si era registrata una diversa disponibilità delle controparti verso la piattaforma Fiom, anche in considerazione della sua assoluta maggior rappresentatività, sia nei termini di iscritti tra i soci lavoratori che di Rsu, allorquando si è trattato di affrontare capitoli contrattuali politicamente più significativi, l’impostazione politica e i testi dell’Accordo Federmeccanica hanno fatto la differenza e sono state respinte le disponibilità a negoziare espressa dalla delegazione Fiom.

La proposta finale della Cooperazione era il risultato della riproposizione del testo dell’accordo Federmeccanica con implementati quegli elementi di risposta specifica del tavolo cooperativo: assemblea, telelevoro, mobbing e molestie sessuali, pacchetto di 8 ore di formazione nel biennio. Con una comunicazione successiva, erano state formalizzate altre due modifiche: una disponibilità a prevedere che i rinvii alla contrattazione previsti nel testo Federmeccanica fossero gestiti solo con l’accordo tra tutte le parti e sulla parte salariale una disponibilità, fermo restando il perimetro quantitativo di 90 euro medi, a forme di erogazione qualitativamente diverse da quanto previsto da Federmeccanica.

E’ questa proposta che la Fiom ha considerato assolutamente insufficiente ma, comunque, un terreno utile sul quale lavorare per tentare di arrivare ad un accordo positivo.

Ho perciò indicato in modo motivato e circostanziato i punti del testo Federmeccanica che potevano e dovevano essere modificati ma, soprattutto, nei capitoli dei lavori atipici, dei processi di precarizzazione, delle possibilità di stabilizzazione, del recepimento nel contratto delle nuove leggi sul mercato del lavoro, della difesa del potere d’acquisto dei salari, ha avanzato proposte su cui proseguire una seria trattativa.

Evidentemente le valutazioni di ordine politico, in relazione alle possibilità di fare un rinnovo contrattuale che si muovesse in una direzione diversa da quella delineata dal Patto per l’Italia e dalla Confindustria, ha prodotto un atteggiamento delle Associazioni Cooperative di assoluta chiusura a qualsiasi prosieguo del confronto con la Fiom imboccando, in modo rapido e repentino, una interlocuzione con Fim e Uilm che ha prodotto l’accordo separato.

La Fiom ha denunciato la carenza di legittimazione a rendere dalla “Dichiarazione delle parti stipulanti” così come, politicamente, anche su questo tavolo, attraverso una miscela fatta dall’assunzione dell’impostazione dei testi di Federmeccanica, più o meno corretti da garanzie metodologiche, con l’aggiunta della cancellazione di interi punti dell’accordo precedente e lo stravolgimento di una serie di istituti (lavoro a tempo determinato, lavoro temporaneo, diritti allo studio, ambiente e salute, orario, lavori discontinui, reperibilità, classificazione), muta radicalmente alla fine il ruolo dal Ccnl.

Anche sul salario, nonostante in questo caso l’aumento salariale previsto sia di 90 euro “veri” (e non di 69+21 euro), si abbassa il potere di acquisto delle retribuzioni contrattuali e non si onora  l’accordo firmato unitariamente per il secondo biennio del precedente contratto. Il tavolo delle associazioni cooperative slitta da una linea di differenziazione positiva da Federmeccanica e Confindustria ad una linea di sostanziale condivisione e convergenza.

La Fiom giudica l’accordo odierno in modo assolutamente negativo.

Per la Fiom la vertenza è aperta e rimarrà aperta fino al raggiungimento di un accordo.

A tale riguardo la Segreteria nazionale ha deciso di convocare per il 16 luglio p.v., a Bologna, l’assemblea dei delegati delle cooperative per discutere e decidere le iniziative adeguate.

  per la Fiom nazionale

Gianni Scaltriti