Nota informativa sull’incontro del 26 luglio con Federmeccanica

 

Si è svolto l’incontro a delegazioni ristrette tra la Federmeccanica e Fim Fiom Uilm, per approfondire il confronto sulla parte normativa della vertenza contrattuale.

La riunione ha affrontato tre temi, l’inquadramento unico, il mercato del lavoro, l’orario di lavoro.

Questa la sintesi della discussione:

 

Inquadramento unico

Fim Fiom Uilm hanno presentato i criteri di fondo che guidano la riforma dell’inquadramento che viene rivendicata in piattaforma. Oltre alla conferma della richiesta del passaggio dalle categorie alle fasce, con le relative richieste, si è illustrato un primo impianto di modelli di evoluzione professionale che dovrebbero portare alle nuove declaratorie. Si è sottolineato anche che le nuove declaratorie di fascia dovranno essere più articolate e precise delle attuali declaratorie di livello.

La Federmeccanica ha formalmente riconfermato la disponibilità a discutere sulla materia, ma poi ha subito posto una serie di pesanti difficoltà. Prima di tutto la Federmeccanica ha dichiarato che le imprese, pur considerando invecchiato l’attuale inquadramento, non comunicano la necessità di una riforma così radicale quale quella proposta dal sindacato. In ogni caso non sarebbe accettabile la ripetizione dell’esperienza rivendicativa sull’inquadramento degli anni 70. L’inquadramento è anche un problema di costi che, anche se non vengono calcolati nel contratto nazionale, comunque pesano sulle aziende. Per questo tutta la materia dovrebbe essere affrontata in tempi più lunghi di un semplice rinnovo contrattuale.

La Federmeccana ha inoltre chiarito che per essa il passaggio dal sistema dei livelli attuali al sistema delle fasce si giustifica solo se porta alla flessibilità organizzativa e salariale. Nella sostanza per la Federmeccanica si può accettare un sistema a fasce solo se questo vuol dire che il lavoratore può essere spostato da una mansione all’altra all’interno della stessa fascia e se può perdere il salario in più acquisito per la mansione più qualificata. Senza questa flessibilità organizzativa e salariale per la Federmeccanica non c’è ragione di cambiare sistema.

Fim Fiom Uilm hanno ribadito la centralità della richiesta di riforma dell’inquadramento e la propria indisponibilità a seguire le vie dei passati accordi, che portavano a commissioni di lavoro. La materia va risolta nell’ambito e con i tempi della vertenza, anche perchè poi sarà il livello aziendale a continuare il lavoro.

Fim Fiom Uilm hanno inoltre respinto l’ipotesi della flessibilità salariale che significherebbe proporre un modello simile alle vecchie paghe di posto.

 

Orario di lavoro

Su questo tema è stata la Federmeccanica a introdurre la discussione, dichiarando che della piattaforma sindacale ciò che per essa non è assolutamente accettabile è il primo comma. Cioè quello che chiede di confermare la dicitura attuale del contratto sulle 40 ore settimanali. Per la Federmeccanica è condizione dell’accordo contrattuale che si intervenga sulla flessibilità degli orari, recependo nel contratto nazionale il decreto 66 là ove trasforma l’orario settimanale in orario medio semestrale o annuale. La Federmeccanica ha sottolineato che molti contratti dell’industria hanno già recepito questa legge e che non intende ancora accettare la diversità del contratto dei metalmeccanici. Su questo tema o si trova una mediazione, oppure si passa alla pura logica dei rapporti di forza che sarebbe negativa per entrambe le parti.

Fim Fiom Uilm hanno ribadito l’impostazione della piattaforma che coniuga la flessibilità con l’obbligo di accordo e con la contrattazione. In molte aziende si sono già fatti accordi aziendali di flessibilità e quindi non c’è ragione di abbandonare questo metodo modificando nel contratto nazionale il regime delle 40 ore.

Si può discutere di utilizzo impianti e flessibilità ma nel quadro delle regole attuali e sulla base delle richieste della piattaforma. Per questo il testo contrattuale sull’orario settimanale non è modificabile.

 

Mercato del lavoro

Anche su questo punto è stata la Federmeccanica ad aprire il confronto. La Federmeccanica ha dichiarato che con l’intesa raggiunta tra le parti sociali sul mercato del lavoro non c’è più ragione di discutere delle richieste della piattaforma sindacale. Le principali questioni poste dalla piattaforma, a partire dal regime dei contratti a termine, sono risolte dal Protocollo presentato dal Governo e la Federmeccanica non intende andare oltre quelle soluzioni. Quindi lo spazio negoziale su questi temi è assai marginale e riguarda solo come integrare il Protocollo del Governo.

Fim Fiom Uilm hanno ricordato che la piattaforma è stata presentata a legislazione vigente e che la sostanziale conferma di quella legislazione non cambia le ragioni delle rivendicazioni sindacali. D’altra parte in molte aziende sono già stati fatti accordi che vanno nella direzione delle richieste della piattaforma sui temi del mercato del lavoro e della precarietà, a dimostrazione che questo è possibile a legislazione vigente. Non è accettabile quindi la scelta della Federmeccanica che sostanzialmente chiede di stralciare una parte della piattaforma.

Gli industriali hanno risposto che essi non pongono questioni formali, ma di sostanza. Il Protocollo del 23 luglio 2007 ha risolto problemi posti dalla piattaforma in maniera che le imprese giudicano soddisfacente e pertanto la Federmeccanica considera quelle soluzioni come valide anche per il contratto nazionale.

A conclusione dell’incontro, si è deciso di utilizzare il mese di settembre per ulteriori approfondimenti a delegazioni ristrette su tutti i temi della piattaforma e di concludere questo confronto con una trattativa in seduta plenaria, a ridosso della fine della moratoria. Pertanto si è concordato che giovedì 13 settembre ci sia un nuovo incontro a delegazioni ristrette sulle parti normative. Successivamente si potranno realizzare altri incontri ristretti di approfondimento.

Mercoledì 26 settembre è convocata invece la trattativa in seduta plenaria su tutti i punti della piattaforma.

Alla luce delle risposte della Federmecaanica sulle parti normative, che la Fiom giudica particolarmente distanti e negative rispetto alla piattaforma, è molto probabile che dopo l’incontro in plenaria del 26 settembre si debbano decidere le iniziative di lotta, a partire dalla fine della moratoria, che scade il 30 settembre.

 

fiom nazionale

Roma, 27 luglio 2007