Documento conclusivo del Consiglio generale Fim


Il Consiglio Generale Nazionale della FIM, riunito a Roma il 13 e 14 dicembre 2004, esprime viva preoccupazione per lo stato di crisi esteso e prolungato dell’industria italiana e in particolare del settore metalmeccanico.
Il fallimento di centinaia di piccole imprese, a partire da quelle dell’indotto, la difficoltà di alcuni grandi gruppi a partire dalla FIAT, le delocalizzazioni di comparti storici come l’elettrodomestico, il vertiginoso aumento del ricorso alla Cassa Integrazione e alla mobilità generano tra i lavoratori paure e incertezze a cui il sindacato deve dare risposte.
Il calo dei consumi registrato negli ultimi mesi mostra inoltre che, accanto alle preoccupazioni per il posto di lavoro, le famiglie dei lavoratori hanno crescenti difficoltà nelle proprie disponibilità economiche. Per questo è necessario un adeguato recupero salariale. Ma un’attenzione esclusiva al tema dei salari e dei consumi sarebbe, in una situazione di così grave crisi, insufficiente, se non accompagnata da scelte di rilancio degli investimenti nei settori esposti alla concorrenza internazionale, che sono mancate negli ultimi anni per responsabilità gravi di buona parte degli imprenditori italiani.
E’ altresì necessaria una adeguata politica industriale che selezioni i settori su cui puntare, favorisca le aree più povere a partire dal Mezzogiorno, investa sui fattori che danno competitività al sistema e che, anche nell’ultima finanziaria, è totalmente assente nelle politiche del Governo.
Per questi motivi la FIM ritiene che il 2005 debba essere anzitutto un anno di impegno sindacale per il rilancio del sistema industriale e del suo ammodernamento. Non esistono infatti possibilità di una positiva distribuzione del reddito se non accompagnate da adeguate politiche di sviluppo.
Propone pertanto a FIOM e a UILM:
- una comune azione per la convocazione degli Osservatori di settore previsti dal CCNL;
- la ripresa del lavoro della commissione per la riforma dell’inquadramento professionale;
- la ripresa del negoziato sulla applicazione della legge 30, teso a limitarne gli effetti di precarizzazione del lavoro;
- la prosecuzione del lavoro sulla formazione permanente nelle sedi territoriali contrattualmente previste e, a livello nazionale, con la costituzione dell’Ente bilaterale.

La scadenza della parte economica del contratto propone inoltre una opportunità per superare le divisioni tra le tre organizzazioni attraverso scelte ambiziose e responsabili, che diano adeguate risposte alle esigenze economiche dei lavoratori, tenendo conto della situazione di crisi del settore.
La FIM conferma l’impostazione che prevede una unica richiesta scomposta in due parti: la prima, destinata a rivalutare i minimi contrattuali, che abbia a riferimento l’inflazione; la seconda che, in apposita voce di busta paga, distribuisca produttività ai lavoratori privi della contrattazione aziendale, a partire da quelli che non hanno mai avuto benefici dal 1993.
In coerenza con questo impianto la FIM ha inizialmente proposto a FIOM e UILM un aumento complessivo di 120 euro al V° livello, di cui 93 (pari al 5,6%) per la prima parte e 27 per la seconda, dichiarando una disponibilità, che conferma, a trovare richieste comuni che tengano anche conto, pur nell’ambito di una complessiva coerenza, della inadeguatezza dell’indice ISTAT.
Sottolinea inoltre che gli aumenti sui minimi non potranno assorbire aumenti precedentemente concessi unilateralmente dalle aziende.
Il Consiglio Generale della FIM prende atto con preoccupazione delle difficoltà della discussione unitaria e invita le altre Organizzazioni a uno sforzo per non ripetere errori del passato.
Conferma la propria adesione alla ipotesi sulle regole per decidere su piattaforme e accordi illustrata dalla Segreteria, come soluzione provvisoria e non ripetibile e valida ovviamente solo in presenza di una piattaforma comune.
Dà mandato alla Segreteria di verificare fino alla fine dell’anno le possibilità di definire una piattaforma unitaria e, in caso di impossibilità, una piattaforma in comune con la UILM.
Decid
e di riconvocarsi entro la metà di gennaio 2005 per valutare conclusivamente le possibilità in campo.
Valuta indispensabile, dopo tale riunione, una campagna di assemblee per confrontarsi con i lavoratori che preceda l’invio della piattaforma alle controparti.

Approvato con 8 astenuti