I
lavoratori dell’ artigianato metalmeccanico settori produzione
installazione impianti Oltre
500.000 lavoratori metalmeccanici attendono il rinnovo del contratto
collettivo di lavoro, scaduto da oltre due anni per la parte economica e
da ben sette anni per la parte normativa. Sono i metalmeccanici che
lavorano nelle imprese artigiane Sono
molti ma sono meno visibili dei lavoratori dell’industria perché sono
frammentati in migliaia di piccole e piccolissime aziende dove è
difficile scioperare e quasi mai bloccano autostrade o stazioni
ferroviarie, dunque non
fanno notizia e raramente la stampa e Ma
hanno, come gli altri metalmeccanici, bisogni e aspettative e da tanto
tempo aspettano di vedere riconosciuto il diritto a un nuovo Ccnl e
precisamente: -
hanno avuto l’ultimo rinnovo normativo del Contratto nel 1997, ben
dieci anni fa: nel 2000 quel contratto avrebbe dovuto essere rinnovato,
e di nuovo avrebbe dovuto esserlo nel 2004. - Ma
ciò non è avvenuto con la conseguenza che le norme del contratto
risultano antiquate per certi versi e inadatte a rappresentare i
problemi che si presentano, e che permangono, quando non si
accentuano, condizioni di inferiorità nella tutela per i lavoratori che operano nell’artigianato; -
hanno avuto due “contratti ponte” fatti per salvaguardare il potere
d’acquisto delle retribuzioni ma questo è avvenuto a posteriori con
incrementi delle retribuzioni ritardati e non compensati da arretrati. -
Tutto ciò ha prodotto uno scostamento rilevante e mai registrato prima
con tali dimensioni tra il salario minimo dell’industria e quello
dell’artigianato. Eppure
il settore artigianale è attivo, produce una parte importante della
ricchezza del paese e rappresenta nell’economia nazionale una risorsa
importante. Ma di
questa ricchezza prodotta ai dipendenti delle aziende artigiane finora
non è toccato nulla. I
lavoratori delle aziende artigiane condividono responsabilità e
problemi con l’azienda, ma non hanno se non limitate tutele in caso di
crisi dell’impresa, dispongono di minori tutele normative di legge nel
raffronto col settore industriale e da tanti anni ormai non ricevono in
tempi adeguati una corretta rivalutazione delle retribuzioni che
permetta di tutelarne in tempo reale il potere d’acquisto La
contrattazione è bloccata anche al livello regionale, dove, stanti gli
accordi tra le parti, si dovrebbe realizzare per il settore il secondo
livello di contrattazione in cui ridistribuire la ricchezza derivante da
produttività e qualità del lavoro e la redditività prodotta dal
settore. Fim,
Fiom, Uilm con i lavoratori dell’artigianato chiedono pertanto alle
Organizzazioni Imprenditoriali dell’Artigianato di porre termine alla
stasi contrattuale che dura da troppi anni e di dare risposte adeguate
ai ben visibili problemi dei lavoratori del settore rinnovando il
contratto nazionale. Le
iniziative pubbliche, i presidi e gli incontri con le istituzioni che
caratterizzeranno in tutta Italia la giornata di mobilitazione del 30
marzo vogliono far sentire, dare voce, dare visibilità alle lavoratrici
e ai lavoratori dipendenti dalle imprese artigiane metalmeccaniche. Fim, Fiom, Uilm nazionali Roma,
21 marzo 2007 |