Dichiarazione di Gianni Scaltriti, responsabile dell’artigianato e di Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom, responsabile dell’Ufficio sindacale sull’ipotesi di accordo siglata da Cgil, Cisl, Uil e dalle Associazioni artigiane

Sarà necessario un esame attento e dettagliato di una ipotesi di intesa complessa, analisi che la Fiom compierà in apposite riunioni nella prossima settimana. In ogni caso sin d’ora emergono due aspetti decisivi che richiedono una prima valutazione:

1.     scompare dalle finalità del contratto collettivo nazionale il riferimento alla salvaguardia del salario reale e del potere di acquisto delle retribuzioni. Inoltre con il principio del recupero dell’inflazione a livello di contratti regionali si apre la via ad una differenziazione salariale per regioni, aggravata dal fatto che la produttività viene integralmente assegnata alla sede regionale. Inoltre il recupero dei differenziali che si creano tra le varie regioni è diluito nel tempo e non garantito.

2.     Si introduce il principio, assolutamente nuovo nella normativa contrattuale italiana, della “pari cogenza” tra contratto nazionale e contratto regionale. In questo modo si va ben oltre la ridislocazione delle competenze e delle materie tra i due livelli di contrattazione e si determina il rischio di una competizione tra i due livelli, sia sul piano salariale che su quello normativo e dei diritti.

Per queste due ragioni, l’ipotesi di accordo incrina seriamente il ruolo normativo e salariale del contratto nazionale. E’ a partire da questa prima sintetica valutazione negativa che la Fiom procederà, con la propria riunione del coordinamento nazionale di settore prevista per il prossimo 11 marzo, ad esprimere un giudizio politico complessivo sull’ipotesi di intesa.

 

Roma, 5 marzo 2004