Comitato Centrale Fiom-Cgil del 19 marzo 2007 Documento della Fiom sul libro verde della Commissione Europea Sul
“libro verde” sul lavoro della Commissione Europea, il Comitato
Centrale della Fiom esprime la seguente valutazione: “Il contenuto del
testo della commissione è frutto della volontà delle attuali
istituzioni europee di rendere il mercato del lavoro continentale il più
libero possibile da vincoli sociali e per tanto sempre più precario. È
in particolare significativa e inaccettabile l’affermazione contenuta
nel testo secondo la quale il modello tradizionale del rapporto di
lavoro non può più essere applicato a tutti i lavoratori assunti. Con
l’affermazione di voler perseguire la modernizzazione del diritto del
lavoro nei vari stati, si realizza così uno stravolgimento delle tutele
contrattuali sia in entrata, sia in uscita, sia nell’organizzazione
del rapporto di lavoro”. Il
Comitato Centrale della Fiom fa proprie le prime valutazioni svolte
dalla Confederazione su questo tema e in particolare sottolinea che
nessuna norma europea dovrebbe spingere a modificare in senso
peggiorativo il diritto del lavoro consolidato nei vari paesi. Va invece
riaffermata la necessità di armonizzare verso l’alto gli standard e i
principi del diritto del lavoro. Non basta avere come solo riferimento
gli standard di base dell’organizzazione internazionale del lavoro
(OIL), che non corrispondono ai diritti consolidati di tanta parte del
mondo del lavoro europeo. Il testo interviene poi sulla natura stessa
del contratto di lavoro, autorizzandone la totale individualizzazione e
distaccandolo dalla definizione stessa del rapporto di lavoro. Così
pure sull’orario di lavoro si pongono le basi per una totale
cancellazione di quei limiti definiti in tanti paesi europei. Il
“libro verde” se realizzato mette in discussione alla radice lo
stesso sistema della contrattazione collettiva, patrimonio fondamentale
del modello sociale europeo. Il
Comitato Centrale della Fiom respinge l’impostazione complessiva del
“libro verde” e chiede che su una materia di tale portata, i cui
effetti potrebbero coinvolgere tutti gli aspetti della condizione di
lavoro, si svolga un vasto confronto anche a livello confederale,
andando oltre le competenze del mercato del lavoro. C’è il rischio
che, attraverso l’assunzione come direttiva comunitaria di un’idea
inaccettabile della “Flexsecurity”,
si smantellino leggi e contratti e che, per quanto riguarda l’Italia,
si riapra lo spazio per l’attacco all’articolo 18, che tutela contro
i licenziamenti illegittimi. Tutta
la materia contenuta nel “libro verde”, è oggi posta in secondo
piano nel confronto politico, quando invece essa affronta temi decisivi
per il futuro del mondo del lavoro. Per questo la Segreteria nazionale
della Fiom sollecita anche l’apertura di un dibattito politico
esplicito e diffuso sul testo comunitario, anche al fine di far sì che
il Governo chiarisca la sua posizione. Approvato
all’unanimità |