Comitato centrale Fiom del 19 settembre 2006

Documento conclusivo

 

Il Comitato Centrale della Fiom nel ribadire il giudizio negativo sul Dpef constata che, sia dal versante delle entrate fiscali che dei tassi di crescita previsti, sussistono le condizioni per una manovra finanziaria inferiore a quanto annunciato e, comunque sia, inferiore alla previsione di tagli di 16 miliardi di euro nella composizione della manovra complessiva.

In riferimento al confronto aperto sulla finanziaria la Fiom sottolinea che:

a)        la revisione del sistema fiscale deve prevedere una più elevata tassazione delle rendite finanziarie ed il ripristino della tassa di successione nell’ambito di una ridefinizione delle aliquote fiscali che, superando il secondo modulo della riforma Berlusconi, preveda una riduzione della pressione fiscale sulle retribuzioni medio-basse e sulle pensioni.

L’iniziativa contro il lavoro sommerso, l’evasione fiscale e contributiva è aspetto decisivo per affermare una reale progressività della struttura fiscale.

b)        Non sono accettabili operazioni di ulteriori tagli della spesa sociale, dalla sanità – alla condizione contrattuale dei lavoratori e delle lavoratrici del pubblico impiego – al sistema previdenziale, mentre è necessario operare dal versante delle entrate superando lo scalone del 2008 previsto dal precedente governo.

L’emersione del lavoro nero a partire dalla regolarizzazione dei lavoratori stranieri e l’aumento dei contributi previdenziali per i lavoratori autonomi e per i contratti di collaborazione rappresentano gli strumenti su cui agire per affermare il valore dell’equità nel sistema previdenziale.

L’aumento degli oneri previdenziali per i rapporti di collaborazione deve essere accompagnato da una nuova legislazione di questo rapporto di lavoro che allo stato attuale, come indica la vicenda “Atesia”, viene utilizzato per mascherare rapporti di lavoro subordinato.

c)        Una nuova legislazione sul lavoro, contro la precarietà, deve segnare un visibile elemento di discontinuità rispetto alle scelte compiute nel corso di questi anni. Non si tratta di prevedere nell’immediato il completamento di questo processo, ma è compito del governo definire un programma legislativo sul lavoro con relativi tempi di attuazione a  partire dalla finanziaria.

d)        La Fiom prende atto della scelta del governo di procedere alla riduzione di cinque punti sul costo del lavoro. È questa una misura costosa che in sé non affronta i reali problemi di competitività del paese, che richiedono una svolta nella politica industriale. In ogni caso interventi sul costo del lavoro possono essere solo selettivi, privilegiando il lavoro a tempo indeterminato, restituendo il fiscal drag sulla busta paga e senza intaccare la contribuzione previdenziale.

 A fronte di una finanziaria che confermasse gli orientamenti del Dpef è necessario che il movimento sindacale decida unitariamente le forme di mobilitazione adeguate.

Sulla base di queste considerazioni la Fiom ribadisce che un’eventuale confronto sul sistema contrattuale e sulle pensioni deve essere preceduto dalla definizione di una proposta comune delle organizzazioni sindacali, da sottoporre alla consultazione ed al voto dei lavoratori, delle lavoratrici e dei pensionati.

In ogni caso la Fiom ritiene non più attuabile una politica d’inflazione programmata comune, come il  criterio per i rinnovi contrattuali.

La vicenda Telecom testimonia del fallimento di una logica di privatizzazione guidata essenzialmente dalla necessità di fare cassa. Ciò impone l’apertura di un esplicito confronto sulla politica industriale e sull’intervento pubblico che deve garantire le infrastrutture fondamentali come la rete fissa che rappresenta un servizio pubblico. A questo proposito la Fiom ribadisce la sua contrarietà alla privatizzazione e alla quotazione in Borsa di Fincantieri.

La Fiom aderisce alla manifestazione nazionale del 4 novembre, promossa dal comitato “Stop Precarietà Ora” – a partire dalle posizioni assunte nel recente Congresso, nel convegno di Milano contro la precarietà e dall’Assemblea nazionale dei delegati del 7 luglio – ed impegna le proprie strutture ad organizzare la partecipazione.

La Fiom considera di grande significato sociale l’iniziativa contro l’illegalità e lo sfruttamento promossa da Cgil, Cisl, Uil con la manifestazione di sabato 21 ottobre a Foggia, e impegna l’insieme delle nostre strutture a organizzare la partecipazione.

Pertanto il Comitato Centrale della Fiom promuove con questo documento una campagna di attivi territoriali di delegati da svolgere nelle prossime settimane, anche sulla base del documento di orientamento politico dei direttivi Cgil, Cisl, Uil.

 

Approvato con un voto contrario e un astenuto