Comitato centrale Fiom del 1 luglio 2005Documento conclusivo
Il
Comitato centrale della Fiom riconferma la centralità della vertenza
per il rinnovo del biennio economico del Contratto nazionale sulla base
della piattaforma unitariamente definita e approvata dalle lavoratrici e
dai lavoratori metalmeccanici, del documento politico, del percorso e
delle regole democratiche definite tra le segreterie nazionali Fim,
Fiom, Uilm. Il
Comitato centrale della Fiom considera irricevibile tale richiesta di
scambio e non praticabile alcun ridimensionamento del ruolo contrattuale
delle Rsu. Per
tali ragioni, a fronte delle posizioni espresse da tutte le associazioni
imprenditoriali, è necessario confermare la piattaforma approvata dalle
lavoratrici e dai lavoratori, prevedendo le necessarie iniziative di
mobilitazione di tutta la categoria. In
quest’ambito, il Comitato centrale della Fiom ritiene utile proseguire
il confronto in atto sulle tematiche relative al mercato del
lavoro e all’apprendistato, assumendo come punto di riferimento gli
accordi aziendali che unitariamente sono stati recentemente definiti. Le
posizioni fino ad ora espresse, su queste materie, da Federmeccanica
determinano un peggioramento delle condizioni normative precedenti e
tendono ad una pura applicazione delle disposizioni legislative. Ribadiamo
che questi tavoli hanno un loro percorso ed una loro autonomia, rispetto
al rinnovo del biennio economico, e che soltanto a fronte del delinearsi
di soluzioni positive e condivise possono determinarsi le condizioni per
una soluzione negoziale complessiva. Si
tratta, in questo modo e con questo percorso, di evitare qualsiasi
logica di scambio che sarebbe priva di senso. Il
Comitato centrale della Fiom, anche a fronte di
eventuali posizioni diverse, conferma la disponibilità a
convocare attivi unitari di delegate e delegati delle Rsu per
determinare il più ampio coinvolgimento possibile del confronto che si
è aperto. In caso contrario, Il
percorso del confronto deve concludersi entro il mese di luglio, fermo
restando l’impegno comune tra tutte le organizzazioni sindacali che la
piattaforma può essere modificata soltanto dal voto delle lavoratrici e
dei lavoratori. La
soluzione positiva del rinnovo del biennio economico dei metalmeccanici,
cosi come di altre importanti categorie, è condizione per qualsiasi
ragionamento sul sistema delle regole contrattuali, poiché pare
evidente che le attuali posizioni espresse da Federmeccanica prefigurano
in sé il significato vero delle richieste della Confindustria di aprire
adesso un tavolo di confronto. Del
resto, le gravi ed inaccettabili affermazioni espresse nell’Assemblea
di Federmeccanica confermano la chiara intenzione di mettere in
discussione l’esistenza stessa del diritto alla contrattazione
collettiva. Il
Governo, a sua volta, ha riaffermato la volontà di operare per la
rottura sindacale. Anche per questo l’apertura di un tavolo sulle
regole, preannunciata a
livello istituzionale, si presenta assolutamente strumentale. Sono
altre le priorità del confronto confederale, dalla politica
industriale, al fisco, al sistema di sicurezza sociale che richiedono
adeguate iniziative di mobilitazione dell’insieme del lavoro
dipendente e dei pensionati. Il
rinnovo del biennio economico si intreccia con i processi di
riorganizzazione in corso a partire dalla Fiat, per proseguire con
l’informatica, le telecomunicazioni, l’elettrodomestico e altri
settori della nostra categoria. La
crisi industriale e i processi di delocalizzazione in atto impongono la
necessità di unificare e qualificare la mobilitazione della nostra
categoria. Evitare
la chiusura di siti produttivi, respingere la pratica dei licenziamenti,
utilizzando anche i contratti di solidarietà, salvaguardare
l’occupazione, rafforzando il tessuto industriale sul nostro
territorio, sono gli obiettivi prioritari a cui ispirare la nostra
azione. All’attacco
di Federmeccanica al ruolo contrattuale delle Rsu occorre rispondere
praticando una nuova fase di contrattazione nei luoghi di lavoro che
rimetta al centro della nostra iniziativa contrattuale la condizione
complessiva di lavoro e la riduzione della precarietà. Su
queste basi, tutta Approvato
all’unanimità con una astensione
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