Comitato
Centrale Fiom 20-21 novembre 2003
Documento
sulla situazione internazionale
Il
Comitato Centrale della Fiom assume e condivide il documento nazionale della
Cgil ed esprime le seguenti considerazioni: Abbiamo
espresso il rifiuto della guerra, non solo come irrinunciabile principio etico,
ma come asse strategico della nostra politica, perché oggi la guerra
rappresenta con evidenza lo strumento
più brutale di affermazione del dominio di una potenza, gli Stati Uniti,
che ha fondato la strategia della guerra preventiva, rivolta ad un dominio
politico militare economico e sociale, una nuova forma di colonialismo. Il
dolore per i morti di Nassiria e la solidarietà per le loro famiglie, a cui ci
siamo associati, è stato coperto da una spessa coltre di
retorica nazionale, politica e mediatica,
che non può tuttavia oscurare le vere ragioni e responsabilità della
attuale situazione, che, se non modificata rapidamente, porterà inevitabilmente
altre vittime. Nel
nostro paese il Governo Italiano, subordinandosi alle scelte USA, è
responsabile della violazione dell’articolo 11 della Costituzione Italiana,
che vorremmo divenisse il primo della costituzione europea, con l’invio di
truppe sotto il comando di eserciti che occupano l’Iraq dopo averlo bombardato
e distrutto con migliaia di vittime, e che sono pertanto truppe di guerra, al di
là delle intenzioni o delle volontà soggettive. L’errore dovrebbe essere
riconosciuto e le truppe immediatamente ritirate. La
guerra in Iraq non è finita,
continua a produrre quotidianamente vittime, mentre del tutto inevase
appaiono le promesse di ricostruzione e
di democrazia: al contrario la rapina ad opera delle multinazionali sta
ulteriormente provocando caos e lotte interne. Il
conflitto israelo palestinese, che doveva essere rapidamente risolto, è
proseguito con maggior violenza, attraverso la cieca politica di Sharon,
dell’umiliazione, espropriazione di terre attraverso il muro, omicidi politici
extragiudiziali, prigionia di fatto
del presidente democraticamente eletto Arafat, politica che continua ad
alimentare atti
di terrorismo fondamentalista, che condanniamo senza riserve, anche per
l’insensata visione di contrapposizione religiosa in cui vorrebbero
rinchiudere un conflitto per diritti politici e civili nazionali, come quello
per la coesistenza di due popoli e due stati. Riteniamo
che l’accordo costruito da personalità palestinesi e israeliane
che verrà firmato a Ginevra possa rappresentare
una nuova speranza di pace: esso ha bisogno di sostegno, di
una forza di interposizione internazionale e l’immediato arresto della
costruzione del
cosiddetto muro di separazione, per poter avere una credibilità tra i
palestinesi ed una possibilità di realizzazione.
La
guerra contro l’Iraq avviata in nome della lotta al terrorismo continua a
produrne incessantemente, in una sanguinosa spirale, e la tragedia degli
attacchi di ieri in Turchia serve a ricordarcelo; la strategia della guerra
preventiva per stabilire un nuovo ordine mondiale unilaterale, basato
sull’egemonia politica, militare, economica e sociale degli Stati uniti, sta
mostrando il suo fallimento e il pericolo a cui espone il mondo intero,
piombandolo in uno scontro tra civiltà, religioni, che esiste solo come scelta
ideologica e politica di contrapposti fondamentalismi. L’Europa,
si è divisa sulla guerra contro l’Iraq, rifiutando di giocare un ruolo da
protagonista nella costruzione di alternative alla strategia e al modello
Statunitense, facendo valere l’idea di una possibile democrazia a livello
globale basata su diritti universali e beni pubblici disponibili per tutti. Per
questo la Fiom ritiene che le truppe italiane debbano immediatamente essere
ritirate e l’occupazione dell’Iraq cessare,
che le Nazioni Unite debbano essere presenti in Iraq per garantire la
possibilità che gli iracheni possano avviare la ricostruzione di uno stato
democratico, ristabilendo quel diritto internazionale che la guerra
illegittima ha violato, facendo invece valere l’arbitrio e quindi il
caos. Il
Comitato Centrale della Fiom impegna quindi tutte le strutture a intensificare
l’ impegno per la pace e contro tutti i terrorismi, insieme a quello per
affermare i diritti fondamentali , la libertà e la democrazia, contro il
riemergere di varie forme di razzismo e di scontro religioso, questo impegno
deve ulteriormente
estendersi nei posti di lavoro e attraverso diffuse iniziative unitarie con
tutti i movimenti antiliberisti, che hanno dato forte impulso alle lotte per
alternative al liberismo e contro la guerra, anche nel recente Forum Sociale
Europeo in Francia
costruendo iniziative comuni e invita alla partecipazione di quelle già
programmate per il 22 novembre in varie città italiane. Roma,
21 novembre 2003
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