DOCUMENTO
CONCLUSIVO DEL COMITATO CENTRALE FIOM
Roma, 30 giugno
2003 La
stipula di un’intesa separata per il rinnovo del contratto nazionale dei
metalmeccanici rappresenta la più grave lesione ai diritti dei lavoratori, al
sistema contrattuale, alla democrazia sindacale, da molti decenni a questa
parte. La
decisione della Federmeccanica e della Confapi di dichiarare decaduto il
contratto nazionale del 1999, nonostante la clausola d’ultrattività in essa
contenuta e in presenza di un accordo di rinnovo sottoscritto da organizzazioni
manifestamente minoritarie, rappresenta un ulteriore elemento di degenerazione
delle relazioni contrattuali e la concreta messa in discussione dello stesso
istituto nazionale. I
contenuti dell’intesa separata, oltre che determinare un risultato salariale
irrisorio, al di sotto del livello minimo di tutela del salario reale, che, di
fatto, assume come riferimento l’inflazione programmata decisa dal governo,
definisce un percorso di superamento di ruolo e funzione del CCNL perché tutti
gli istituti fondamentali che disciplinano la condizione lavorativa sono
puramente applicativi delle disposizioni legislative peggiorative del quadro
normativo esistente. Si trasforma il rapporto di lavoro con la L.30, la L.368,
il DL 66, in una condizione d’assoluta precarietà. Per queste ragioni la
lotta contro l’intesa separata costituisce una necessità primaria, di tutti i
metalmeccanici e di tutti i lavoratori. Federmeccanica,
Confapi e Confindustria in questo modo vogliono affermare definitivamente la
logica per la quale l’accordo si fa con chi ci sta, indipendentemente dalla
sua rappresentatività. Se gli accordi servono solo a smantellare diritti e
normative esistenti, non solo per i metalmeccanici, ma per tutti i lavoratori
italiani, allora entreranno in crisi il sistema contrattuale, le regole e i
diritti. Grave
è la responsabilità della Fim e della Uilm, che hanno rifiutato qualsiasi
pratica di democrazia unitaria che coinvolgesse tutti i lavoratori, che hanno
rivendicato il diritto a sottoscrivere accordi senza il consenso dei lavoratori
interessati, che hanno rinunciato alle loro stesse richieste per sottoscrivere
integralmente tutte le pretese della Federmeccanica, aggravando ulteriormente
tutto il quadro delle relazioni sindacali con una consultazione che ha
introdotto il mostruoso principio del silenzio assenso nella validità degli
accordi. Un’intesa
approvata da meno del 10% dei lavoratori interessati rappresenta un sopruso
inaccettabile che non ha eguali in nessun paese Europeo. Per
questo la FIOM assume come priorità assoluta della propria organizzazione a
tutti i livelli la lotta per mettere in discussione quelle intese, ricostruire
la contrattazione, riconquistare il contratto nazionale e la democrazia
sindacale. Si
tratta di rendere impraticabile in ogni luogo di lavoro l’applicazione
dell’intesa separata nei suoi aspetti peggiorativi e di recepimento delle
Leggi che precarizzano le condizioni lavorative. Tale
scelta impegna tutte le strutture e tutti i militanti della FIOM a far sì, che
le imprese e il sistema delle imprese, siano messe di fronte ai costi che la
loro scelta comporta. Impegno fondamentale della FIOM a tutti i livelli è di
costruire ovunque mobilitazioni e rapporti di forza tali, da costringere le
imprese e il sistema delle imprese a riconsiderare la scelta fatta. Tutta
l’attività della FIOM, tutti gli impegni, tutte le forze
dell’organizzazione vanno indirizzate a quest’obiettivo prioritario e i
gruppi dirigenti sono formalmente impegnati a garantire a tutti i livelli
l’attuazione di questa scelta. Nel
concreto l’impegno della FIOM si articolerà nei seguenti piani di iniziativa:
E’ necessaria un’iniziativa diffusa a tutti i livelli contro l’oscuramento e il silenzio della vertenza contrattuale dei metalmeccanici, coinvolgendo istituzioni, sedi politiche e dei movimenti, organi di stampa, mezzi radio televisivi. La FIOM adotterà quelle forme di iniziative adeguate a sollevare lo scandalo sul silenzio politico mediatico che copre le vicende dei metalmeccanici e più in generale le lotte sociali nel nostro paese. La FIOM Nazionale propone una verifica formale a Fim e Uilm sull’applicazione nel corso di questi anni dell’accordo unitario di regolamentazione sulla costituzione ed il funzionamento delle Rsu e la democrazia nei luoghi di lavoro comprensivo dell’allegato sul Patto di solidarietà. Tutta l’organizzazione è impegnata in tale verifica a livello di coordinamento e dei grandi gruppi e dei rapporti territoriali e di fabbrica. L’impegno
della FIOM per la democrazia sindacale e il contratto nazionale avviene in un
quadro estremamente difficile, sia sul piano industriale e occupazionale sia sul
piano sociale. La crisi della FIAT, i massicci licenziamenti nelle
telecomunicazioni e nell’informatica, specialmente nel Mezzogiorno,
l’ulteriore ridimensionamento di ciò che resta delle grandi imprese, sono
tutti risultati di anni di politica sbagliata da parte prima di tutto delle
imprese, ma anche dei governi. Per anni si sono privilegiati la finanza e
l’attacco al costo del lavoro, invece che gli investimenti, la qualità e la
ricerca. Ora i nodi vengono al pettine e gravissime sono le responsabilità di
imprese e di governo, che, ancora intendono continuare sulla strada
dell’attacco dei diritti che ha portato alla crisi attuale. Bassi salari e
precarietà del lavoro non possono essere considerati fattori, seppur distorti
di competitività. Oggi sono diventati anch’essi fattori di crisi, da qui il
valore anche sul piano economico della piattaforma della FIOM, che si propone di
coniugare migliori condizioni dei lavoratori con una nuova fase di sviluppo,
fondata sulla qualità e sull’innovazione. In
questa situazione assume particolare rilevanza la scelta della Cassa di
Resistenza come strumento di solidarietà dei metalmeccanici a sostegno delle
lotte particolarmente gravose e prolungate nel tempo che sono parte
dell’attuale conflitto sociale. Allo
stesso modo la FIOM si oppone al nuovo ulteriore attacco allo Stato Sociale e
alle pensioni che il governo sta preparando. Non solo non si devono tagliare le
pensioni e la Sanità, ma vanno garantiti ed estesi i diritti fondamentali
all’assistenza e alla salute e bisogna affrontare tutti i problemi di tutela
dei lavori usuranti dei lavori faticosi, dei lavoratori anziani, lasciati aperti
dalla riforma Dini. La spesa
sociale italiana è tra le più basse in Europa, non può e non deve essere
diminuita, ma va incrementata anche attraverso una politica fiscale di segno
opposto a quella dell’attuale governo. Mentre
emerge in tutta la sua dimensione il fallimento della strategia industriale
dell’impresa e peggiora tutto il quadro delle garanzie e dei diritti sociali
del paese avanzano inquietanti attacchi alla democrazia e alle istituzioni. La
Fiom con questo spirito si è
impegnata fino in fondo sul referendum per estendere a tutte e a tutti
l’articolo 18. Il risultato negativo del referendum, di cui la Fiom prende
atto, non cancella l’esigenza dell’estensione
dei diritti e, con i quasi 11 milioni di Sì, sottolinea comunque l’ampio consenso di quella battaglia. Per
questo la Fiom si ritiene impegnata, a tutti i livelli della propria iniziativa
per l’estensione dei diritti del lavoro e nella lotta contro la
precarizzazione. Come
sempre le lotte dei metalmeccanici, intervengono nel contesto politico sociale e
generale e l’impegno per i diritti e i poteri di contrattazione nel lavoro, si
muove nella più generale lotta delle forze democratiche contro l’offensiva
conservatrice e autoritaria in atto nel paese. La
MANIFESTAZIONE NAZIONALE del 17 Ottobre ’03, dovrà costituire non solo un
appuntamento di tutti i metalmeccanici per il contratto, ma un momento
fondamentale nella lotta per la democrazia e per i diritti. Sin da ora tutte le
strutture della FIOM sono impegnate ad organizzare la partecipazione alla
manifestazione, in modo da ottenere un’adesione superiore a tutti i passati
appuntamenti nazionali della categoria. Da quell’appuntamento dovrà trovare
ulteriore alimento la fase di mobilitazione e di lotta per la democrazia contro
la precarizzazione dei rapporti di lavoro. Approvato
con 64 voti a favore e 8 astensioni
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