Comitato centrale della Fiom-Cgil del 13/14 maggio 2002

 

- Il saluto di Claudio Sabattini.

- Documento conclusivo.

- Fiat/Assemblea azionisti. Fiom: “Confermate le nostre gravi preoccupazioni”.


Documento conclusivo

Il Comitato centrale della Fiom approva le indicazioni e le proposte d’iniziativa della relazione del segretario generale. In questo quadro, decide di impegnare l’organizzazione nell’iniziativa contro la precarizzazione del lavoro e per la difesa e l’estensione dei diritti e delle tutele.

La Fiom ritiene necessario accompagnare l’eccezionale movimento di lotta che si è sviluppato contro l’attacco del Governo e della Confindustria ai diritti del mondo del lavoro con una vasta iniziativa, mirata ed articolata, tesa a difendere ed estendere i diritti fondamentali dello Statuto dei lavoratori e della contrattazione a tutto il mondo del lavoro. Un’iniziativa mirata ed articolata che deve prevedere nei prossimi giorni la definizione, a livello confederale, di ulteriori iniziative di lotta che coinvolgano l’insieme dei lavoratori e delle lavoratrici e dei pensionati confermando il rifiuto dell’impianto delle deleghe e l’indisponibilità ad aprire un confronto con il Governo senza il ritiro formale dell’attacco all’articolo 18 e dell’arbitrato.

L’offensiva liberista in atto rende evidente l’esigenza di sviluppare un’iniziativa per l’estensione dei diritti che sappia coniugare coerentemente la contrattazione nei luoghi di lavoro e nel territorio con gli obiettivi nazionali.

In questa direzione, si muovono positivamente ed assumono grande rilevanza generale le proposte formulate dalla Cgil per la riforma e l’estensione degli ammortizzatori sociali e della Cassa integrazione e per l’estensione di tutti i diritti ai lavoratori atipici.

Per queste ragioni, la Fiom ritiene che vada sviluppata una grande iniziativa rivolta soprattutto ai giovani, ai lavoratori precari, ai dipendenti delle piccole aziende, per la generalizzazione dei diritti e per ricondurre nell’ambito di un sistema rigorosamente contrattato tutte le forme di lavoro precario e a termine.

Pertanto, la Fiom si propone di intervenire su vari terreni di iniziativa.

1.      Sviluppare in tutti i luoghi di lavoro, a partire dalle aziende più significative, una mobilitazione per contrattare le condizioni del lavoro precario. In particolare, va ribadita e praticata la conferma dei contratti di formazione-lavoro e la trasformazione a tempo indeterminato dei contratti a termine e interinali ovunque superino le condizioni contrattuali e rappresentino un dato strutturale dell’organizzazione del lavoro. Occorre rispondere con la lotta ai licenziamenti dei lavoratori precari annunciati in alcune grandi imprese.

2.      Affrontare in tutti i principali luoghi di lavoro la condizione delle forme di lavoro quali i contratti di consulenza, quelli di collaborazione coordinata e continuativa e i rapporti di lavoro di tipo cooperativo. Scopo dell’iniziativa è quello di ricondurre alla fattispecie del lavoro dipendente tutte le forme di attività che corrispondano alla sostanza della prestazione tradizionale e di intervenire sulle condizioni delle prestazioni parasubordinate. Tale iniziativa dovrà partire dalla formalizzazione e dalla trasparenza delle condizioni esistenti nei rapporti di lavoro per ogni singola azienda. Occorre giungere a definire una vera e propria mappa del lavoro precario a partire dalle grandi e medie imprese.

3.      Avviare una campagna per l’estensione in tutti i luoghi di lavoro delle tutele e dei diritti previsti dallo Statuto dei lavoratori. Questa campagna si svolgerà con apposite iniziative di mobilitazione e di informazione anche con la costituzione, da parte della Fiom, di comitati nei luoghi di lavoro e nei territori. In quest’ambito, la Fiom prende atto della promozione di un’iniziativa referendaria per l’estensione dei diritti e delle tutele previste nell’art. 18 e nell’art. 35 dello Statuto dei lavoratori e decide di partecipare con una propria autonoma caratterizzazione alla campagna referendaria che si configura come uno degli strumenti per affermare l’universalità dei diritti.

4.      Estendere a partire dalle grandi aziende il principio della responsabilità dell’impresa “madre” su tutte le forme di lavoro terziarizzato e dato in appalto. A tale scopo, va perseguito l’obiettivo della contrattazione di sito industriale con lo scopo di ricondurre a una contrattazione unitaria tutti i lavoratori che concorrono a realizzare uno stesso prodotto.

5.      Avviare una forte mobilitazione per la contrattazione delle condizioni di lavoro e delle flessibilità all’interno delle imprese, superando lo strumento della mobilità come regolatore del turn over e delle crisi e reintroducendo, come leva fondamentale per l’intervento sui meccanismi aziendali, la riduzione degli orari di lavoro. In questo quadro, va confermata e rafforzata, con apposite iniziative di mobilitazione, la decisione dello sciopero delle prestazioni straordinarie.

Il Comitato centrale della Fiom impegna le strutture a realizzare, entro la fine del mese di giugno, riunioni territoriali e regionali sui temi dell’iniziativa sindacale dell’organizzazione. In questo quadro si realizzeranno, come appuntamenti generali, l’assemblea dei delegati delle aziende Finmeccanica (7 giugno), quella dei delegati del gruppo Fiat (12 giugno) e, il 5 luglio, un’assemblea dei quadri e delegati di tutta la categoria per aprire il percorso del rinnovo contrattuale.

Approvato con 6 astensioni

Roma, 14 maggio 2002


Fiat/Assemblea azionisti. Fiom: “Confermate le nostre gravi preoccupazioni”

Le dichiarazioni rilasciate dalla Presidenza Fiat all’Assemblea degli Azionisti confermano le gravi preoccupazioni che noi abbiamo sul futuro del Gruppo Fiat.

L’aggravamento dell’indebitamento dall’inizio dell’anno,  l’incremento delle dismissioni di settore industriale accompagnato dalle difficoltà di trovare acquirenti da parte di Fiat, non fanno che aumentare i rischi di una deindustrializzazione ulteriore e della perdita di un patrimonio industriale fondamentale per l’Italia perché avrebbe gravi ripercussioni sui livelli occupazionali.

Le scelte del Consiglio di Amministrazione confermano una strategia basata unicamente sulla riduzione dei costi.

Questa strategia per noi è inaccettabile in quanto si tramuterebbe in una ulteriore diminuzione dei diritti fondamentali dei lavoratori senza nessuna prospettiva per il futuro industriale del Gruppo.

Per contrastare queste scelte noi proponiamo una mobilitazione a tutte le forze politiche e sindacali, che abbiano l’obiettivo di mantenere e sviluppare la natura industriale del Gruppo in Italia, valorizzando i necessari investimenti che servono per innovare i prodotti garantendo gli stessi standard tecnologici già esistenti negli altri gruppi.

E’ impensabile che la crisi che coinvolge la Fiat sia vista come un fatto “privato”, senza che il Governo e tutte le istituzioni siano coinvolte a questo processo di trasformazione. A nostro avviso si debbono attivare da parte delle istituzioni una serie di interventi mirati che aiutino ed incrementino lo sviluppo della ricerca, e che indirizzino le produzioni a criteri  e consumi eco-compatibili come avviene in altri paesi.

E’ grave che sino ad oggi non si sia avviato nessun tavolo di confronto con il sindacato per discutere il futuro industriale ed occupazionale a fronte di queste trasformazioni che rischiano di trasformarsi in una tragica perdita per i lavoratori e per il paese tutto.

La Fiom non accetterà interventi di riduzione di occupazione, né nuove chiusure di stabilimenti, ma solo scelte industriali che diano un futuro ai lavoratori.

Approvato all’unanimità dal Comitato centrale Fiom-Cgil

Roma, 14 maggio 2002