A proposito del rinnovo delle elezioni della Rsu di Marghera

Il voto dei lavoratori e la rappresentatività della Fiom

 

La Fiom ha vinto nettamente le elezioni per il rinnovo della Rsu dello stabilimento Fincantieri di Marghera con il 71,6% dei voti, incrementando di oltre un punto l’altissima percentuale di consensi registrata nelle precedenti elezioni. La Fiom fa il pieno dei voti tra gli operai (86,4% dei voti) e, per la seconda volta nella storia del cantiere veneziano, si conferma il primo sindacato anche tra gli impiegati (37,5%), con un consenso che risponde al bisogno di autonomia e diritti in un’area del cantiere su cui invece l’azienda pretende di mantenere un comando assolutamente unilaterale.

Il voto dei lavoratori alla lista e ai candidati della Fiom rappresenta un forte riconoscimento nei confronti delle scelte e della coerenza della Fiom nelle lotte degli ultimi anni per i diritti, per il contratto e la democrazia, e in particolare nella vertenza per il pre-contratto e l’integrativo aziendale che si è conclusa in giugno con un accordo di importanza strategica. Nel mese di marzo la grande affermazione della Fiom nelle elezioni della Rsu a Monfalcone aveva liquidato ogni residua velleità di altri accordi separati e dato una forte spinta verso una positiva e unitaria conclusione della vertenza. Oggi il voto di Marghera, nelle prime elezioni che si svolgono in Fincantieri dopo l’accordo di giugno, dice che i lavoratori riconoscono alla Fiom il merito della vittoria e ci danno il mandato a difendere con rigore e coerenza i risultati dell’accordo contro ogni tentativo di manomissione o di svuotamento. Il voto dei lavoratori conta e va rispettato.

Ma nelle elezioni di Marghera è avvenuto anche un fatto di inaudita gravità. Con un colpo di mano, il giorno prima del voto, l’azienda in accordo con la Uilm ha imposto la riduzione della Rsu da 18 a 15 componenti. Ciò ha determinato un effetto paradossale: la Fiom aumenta in voti e in percentuale i suoi consensi, ma vede diminuire da 12 a 10 i suoi delegati eletti nella Rsu. Mentre il voto dei lavoratori accresce la sua rappresentatività, la Fiom è costretta a subire una riduzione della sua rappresentanza. Questo non è accettabile e la Fiom non si rassegnerà a questo esito.

La Fiom, come tutti i sindacati democratici, fonda la sua forza sugli iscritti, che scelgono liberamente di aderire al sindacato, e gli eletti, cioè i rappresentanti scelti dai lavoratori con il loro voto. I cantieri navali sono realtà complesse, per la particolare gravosità delle condizioni di lavoro e anche per la presenza di tanti lavoratori degli appalti, che sono ancora in grandissima parte privi di una rappresentanza sindacale diretta. Ridurre il numero dei componenti delle Rsu nei cantieri significa quindi abbassare la capacità di controllo, di intervento e di tutela sulla condizione di tutti i lavoratori. Meno delegati può voler dire anche meno sicurezza per tutti. Per queste ragioni la Fiom si batte contro qualsiasi ridimensionamento della composizione e del ruolo delle Rsu.

 

La democrazia e il conflitto sono gli strumenti per vincere