Riprendiamoci il contratto/75FIOM NEWSA cura del Coordinamento nazionale Fiom del gruppo Fincantierimartedì 25 maggio2004 Dopo
il grande sciopero di ieri continua oggi la mobilitazione in tutti i cantieri I conti senza l’oste La
straordinaria giornata di lotta di ieri ha dimostrato cosa vogliono i lavoratori
della Fincantieri. I lavoratori hanno detto basta ai i ricatti, alle manovre, ai
giochi al rinvio. Vogliono l’accordo e lo vogliono subito. Lo sciopero di ieri
è l’inizio di una mobilitazione che non si fermerà fino all’accordo. L’operazione
con cui Uilm e Fim hanno dato all’azienda il pretesto per rompere le
trattative è di bassa lega. Volevano cancellare il risultato della vertenza per
il pre-contratto per poter dire che erano stati inutili gli scioperi con cui i
lavoratori hanno conquistato quel risultato. Venerdì hanno ribaltato il tavolo,
lunedì hanno chiesto ai lavoratori di scioperare per riaverlo. A forza di
bugie, anche i loro iscritti credono di più alla Fiom. La
Fincantieri è responsabile della rottura. E’ da pazzi fermare un negoziato
che era andato così avanti. Invece di respingere il ricatto, continuando con
determinazione la trattativa, l’azienda ha deciso di approfittarne, forse per
un gioco al ribasso sui contenuti salariali dell’accordo. Lo sciopero di ieri,
però, dimostra che Fincantieri (e forse non solo lei) ha fatto i conti senza
l’oste. Di
quantità salariali al tavolo non si è mai parlato. Fim e Uilm mentono quando
dicono che l’azienda sarebbe disponibile a concedere l’80% dei 1.500 euro
annui a regime da loro richiesti. La Fiom ha fatto nella sua piattaforma una
richiesta più chiara e precisa: 130 euro mensili (di cui una parte fissa) per
l’integrativo più il valore del pre-contratto. Noi valuteremo le proposte
aziendali sulla base delle nostre richieste. C’è
un solo modo per uscire dal vicolo cieco in cui si sono cacciati. La Fincantieri
smetta di sfidare i lavoratori, riconvochi immediatamente le parti e in un solo
incontro, senza interruzioni, si definisca un’ipotesi di accordo e la si
sottoponga, prima della firma, al voto dei lavoratori con un referendum. Ancora
una volta Melfi indica la strada. LA
DEMOCRAZIA E IL CONFLITTO GLI
STRUMENTI PER VINCERE |